Etichette

mercoledì 11 settembre 2013

Primo giorno di asilo


Oggi, 11 settembre 2013, torno sui banchi di scuola, ma stavolta come peggiore attrice non protagonista. La vera star sei tu, circondata da una schiera di grembiulini svolazzanti che correvano di qua e di là in cerca di un pezzo di lego o di un tirannosauro di plastica.
Immobile, gli occhi spalancati su un mondo sconosciuto, osservi le maestre con diffidenza, sperando quasi che non si avvicinino e non ti rivolgano la parola. E invece eccone una, sorridente e bonaria, che ti accarezza la testolina e dice:
- Come ti chiami? Lasciami indovinare... - e mi strizza l'occhio perché la risposta la sa già benissimo, ma vuole solo rompere il ghiaccio.
Tu le dici tutto d'un fiato il tuo nome e poi ti abbarbichi alla mia gamba sinistra stringendo fortissimo quasi a mettere in chiaro una cosa: non mi lascerai andare via di lì. Piuttosto ti incatenerai di fronte al portone principale, farai il digiuno per tre giorni, strillerai per ore fino a costringere le maestre ad issare bandiera bianca. Ce la farai, le tenterai tutte, non ti darai mai per vinta. Io, che ormai interpreto perfettamente ogni tuo movimento dei muscoli del viso, capisco che devo trovare una qualche distrazione. Medito un po' sul da farsi, poi mi si accende la lampadina. Consapevole che sto per fare la più grande figura di merda della mia vita, sfodero un sorriso da clown e mi metto a fare gioioisamente lo slalom tra alcuni birilli a braccia aperte cantando "Vola vola vola vola vola volaaa l'Apeee Maiaaaa...gialla nera nera giallaaaa e tanto gaaaiaaa...".
Alcuni bambini mi guardano e ridacchiano, ma io non mi lascio intimidire, penso "lo sto facendo per mia figlia", e passo ad un medley di Peppa Pig + Pimpa.
Sorridi. Adesso ridi proprio. EVVIVA.
Le maestre, indecise se accompagnarmi al più vicino centro psichiatrico oppure farmi uscire a calci  dalla stanza per "disturbo alla quiete della scuola", si limitano a sorridermi con compassione.
Io non uscirò più volentieri di casa per i prossimi due mesi, ma ciò che conta davvero è che tu sei di nuovo felice. Mi abbracci, mi dici "Vai pure mamma, ci vediamo stasera..." ed io...

DRIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNN!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Suona la sveglia. Oh no! Era solo un sogno! La giornata inizia adesso!

Colazione, vestiti, grembiule, zaino, scarpe, bottiglietta d'acqua...C'è tutto? C'è tutto. Si parte. Mi accorgo con terrore che la mattinata si presenta più o meno come nel sogno. C'è anche babbo Ale che è più teso di me.

Conclusioni: non ho dovuto fare l'Ape Maia tra i birilli, ma te hai strillato più forte che nel sogno. 




mercoledì 13 febbraio 2013

Tutti a letto


Chiunque abbia un figlio (grande o piccolo non importa, ci sono passati tutti) sa bene che il momento della nanna non è uno dei più veloci. Spulciando qua e là riviste sui bambini ho trovato un sacco di consigli su come affrontare la questione "sonno" insieme ai più piccoli, ma con l'esperienza ho capito che l'unico modo per raggiungere l'obbiettivo prima di mezzanotte è uno solo: fregarsene dei consigli dei giornali e SEGUIRE IL PROPRIO ISTINTO. 
Esempio: ieri sera è stata la volta de "La Bella Addormentata nel Bosco" con tanto di

- recitazione dei dialoghi esatti (rigorosamente imparati a memoria) del film
- descrizione dettagliata delle immagini  proposte dal libro (che, in pratica, serve solo a mostrare il volto dei personaggi, tutto il resto del racconto lo devo creare io)
- commento sulla storia (parte prima)
- esibizione canora e voto sulla performance da parte della giuria
- di nuovo recitazione dei dialoghi con impostazione del timbro di voce che varia a seconda dei personaggi che parlano
- di nuovo esibizione canora e voto della giuria
- intermezzo in cui mi costringi a coinvolgere anche il pupazzo di Barbapapà che deve dire la sua sulla storia (l'intermezzo, ahimè, può durare anche un quarto d'ora, e la voce di Barbapapà non è molto semplice da imitare)
- pausa (la giuria vuole ancora un po' di latte)
- ripresa della narrazione
- pausa (la giuria se l'è fatta addosso e deve essere cambiata)
- commento a caldo sulla seconda parte della narrazione (a questo punto tu sei sempre pimpante e io non vedo l'ora che Filippo infili quella cavolo di spada nel petto del drago per chiudere il libro e dormire)
-  esibizione canora e voto della giuria che (miracolo!) sbadiglia e guarda nel vuoto
- ultimi dialoghi della narrazione
- bacio del principe, matrimonio, visserotuttifeliciecontenti e un gridolino di gioia da parte della giuria.

Bene. Dopo tutto questo teatrino che unisce in una sola persona il lavoro di doppiatore/cantante/attore/narratore/imitatore qual è, secondo te, l'istinto primario di una mamma se il figlio ancora non ha esaurito le batterie??
GETTARSI DALLA FINESTRA/IMPICCARSI/AVVELENARSI/UBRIACARSI/PARLARE IN LATINO AL CONTRARIO, penseranno i lettori di questo blog.

In realtà ho ancora una buona resistenza, per adesso mi limito a...
CROLLARE SUL CUSCINO.
Mi spiego meglio. Subito dopo la "lettura" del libro:
- rifiuto di proporre il bis spiegando che sono afona e mi sembra di avere un cinghiale sulla schiena
- spengo la luce
- poggio la testa accanto alla tua 
- cerco di essere il più zen possibile pensando a cose rilassanti come il rumore delle onde del mare, il canto degli uccellini nel bosco, oppure - ed ho notato che è persino più efficace - elenco mentalmente una serie di film, libri, canzoni, cibi da mangiare...La mente migra altrove e il bambino lo sente, crede che tu stia dormendo (far finta di russare rumorosamente aiuta molto) e, rassegnato, si addormenta anche lui. Se a dover portare a compimento l'operazione "nanna" è il padre, invece, una buona soluzione è fingere di dormire passando in rassegna tutti i momenti di "Italia-Brasile" dell'82 (ah già, ma ho letto da qualche parte che questo lo fate anche in un'altra occasione... ;-)).

Insomma, ciò che conta è FAR CREDERE DI STAR DORMENDO. E, complice la stanchezza, a volte si finisce per risultare molto, ma molto credibili.






mercoledì 30 gennaio 2013

Riconoscersi...a pelle!


Capita sempre, anche quando non portiamo con noi la/le prova/e vivente/i.

Ci riconosciamo, ci annusiamo, basta un gesto, a volte anche solo il fischiettìo di un motivetto, e scatta una complicità immediata, un sorriso compiaciuto e solidale.
In fila dal pescivendolo, mentre sei intenta a commentare con tuo marito che ti fanno male la testa per gli strilli del pargolo e i piedi per il troppo correre su e giù per il salotto, un'occhiata furtiva accompagnata da un sospiro funge da "parent-detector".

Gli argomenti condivisi sono i più svariati: colore della cacca, consistenza della cacca, asilo sì asilo no,
puntate di "SOS Tata", ciuccio sì ciuccio no, a che età toglierlo, pannolone o vasino, paura del buio/degli
estranei/delle maschere/etc., zapping tra Rai Yoyo e Cartoonito (alcuni di voi riescono a vedere ancora
un telegiornale?), gonfiabili sì o no, tempo libero (quale???), tattiche contro le suddette paure (a tale proposito ho in serbo per i lettori di questo blog un bel post che pubblicherò a breve).

Alla cassa del supermercato, per esempio, è sufficiente canticchiare la sigla di "Peppa Pig" o ripetere
(spesso involontariamente) una frase tipica di Barbapapà e subito sai che chi ti ignorerà e continuerà a
posizionare la spesa sul rullo è ancora fuori dal cerchio (c'eravamo anche noi non molto tempo fa tra 
questi, ma non ce lo ricordiamo più), mentre chi si girerà e sorriderà o, meglio ancora,
ti chiederà con tono supplicante se gli episodi di Peppa si trovano anche in dvd oltre che su RaiYoyo...


...E' PORTATORE SANO DI PROLE SUI DUE-TRE ANNI DI VITA.