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venerdì 27 aprile 2012

Tutta la verità su noi mamme

Noi mamme non siamo ciò che sembriamo, ovvero dei mostri crudeli che hanno dimenticato gli amici perché ormai interessate solo ai nostri marmocchietti perennemente fradici di pipì.
La verità è che non abbiamo neppure più il tempo per andare al bagno, figuriamoci per alzare la cornetta e fare un saluto ad un'amica. Lo so, lo so che sembra davvero impossibile e pretestuoso, ma finché una persona non prova non può capire. Anzi, personalmente ho avuto la fortuna di trovare amici che, pur non avendo ancora un figlio e famiglia, hanno capito tutto e si sono rassegnati a vedermi e sentirmi "a singhiozzo".
Tutto questo, parlando con le altre mamme, è apparso del tutto normale.
Un'altra cosa che ho notato è che una mamma è sempre sotto la lente d'ingrandimento: una sua minima defaillance nel chiudere il passeggino, un pianto troppo forte del figlio, il figlio che non dorme o che dorme troppo, che viene sgridato troppo o troppo poco...insomma, le critiche si sprecano.
L'altro giorno una mia amica si lamentava con me perché al supermercato suo figlio aveva rovesciato il sacchetto della spesa e una signora di una certa età l'ha ripresa come una scolaretta, sentenziando ad alta voce:
- Alle mie mani non avrebbe fatto così...Ah, queste mamme di oggi non hanno testa, hanno da pensare ad altre cose! (altro meraviglioso luogo comune)
Un'altra volta mi è stato raccontato da un'altra mamma che, al ristorante, il suo bambino di due anni piangeva e lei non riusciva a calmarlo; dopo dieci minuti un signore che era seduto accanto a  lei si alzò urlando:
- Se non riesce a farlo smettere entro cinque minuti chiamo il padrone e regoliamo i conti!
Capito che situazione??
 Tutti pronti a giudicare nei minimi dettagli un mestiere che è anche molto stressante e non solo appagante come potrebbe sembrare.

Se, oltre ad essere mamma, sei una GIOVANE mamma, allora sei spacciata, ti tacceranno sempre di inesperienza, di impreparazione, eccetera eccetera eccetera.

L'amore per un figlio è il più grande e totalizzante che esista al mondo, perciò in quello che facciamo per i nostri cuccioli ci mettiamo sempre tanta passione, tanta energia, ma se per una volta non riusciamo ad aprire il passeggino può anche darsi che siamo stanche; per (in?)spiegabili ragioni, infatti, il sonno non è più quello di una volta, anche se il piccolo riposa beatamente fino alle 10 del mattino successivo.

Un gioco per le mamme che leggono questo blog: provate a chiudere gli occhi e a ripensare alle critiche che avete ricevuto durante tutta la vostra vita da genitori. Se volete, scrivetemi pure ciò che vi è successo, raccontate le vostre disavventure.

Siamo fallibili, è vero, ma non poi così tanto imperfette...



martedì 17 aprile 2012

numeri da circo

Il momento della pappa ricorda il circo Orfei: giocolieri che si passano libri e pupazzi di gomma da una mano all'altra per intrattenere il pubblico (te), trapezisti che si lanciano dalla cucina al salotto con piatti e bicchieri, domatori di una leoncina aggressiva che se non sei veloce nel ritirare la mano che impugna il cucchiaio ti stacca le falangi con un morso, pagliacci che fanno mille smorfie e risolini isterici, inscenando patetici sketch comico-demenziali pur di far divertire la spettatrice...
Eh sì, la casa si trasforma nel tendone del circo, mancano solo gli elefanti e il mangiatore di fuoco (ma non ti salti in mente di dire a nonno Puma che adori i numeri degli sputafuoco, si munirebbe subito di paraffina liquida e torcia e inizierebbe a scolarsi combustibile liquido fino a restarci secco!).
Dopo la pappa serale è l'ora dei cartoni su Rai Yoyo: ce n'è per tutti i gusti, dall'elefantino Dixiland alla macchina da corsa Roary, passando per le avventure del tenerissimo BabyJake e le canzoncine della Melevisione.
Dopo i cartoni è l'ora della nanna: ti preparo per la notte (pannolone pulito, pigiamino) e mi infilo sotto le coperte con te. In un attimo, ecco arrivare anche babbo.
Iniziamo col farti tenere carezzine sulla pancia e sui capelli, ma tu schizzi in piedi sul letto e cerchi di scendere. Babbo ti acciuffa per il pigiama e ti sistema accanto a sé. Nel silenzio, un urlo angosciante:
-Uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!
- Che ti prende, babbo?
- Bi ha dato uda gidocchiata del daso!!!
- E che vuoi che sia! A me invece ha appena mollato una testata sotto il mento, tipo uppercut!
Silenzio. La pace si diffonde nella stanza... 
- Uaaaaaaaaaaaaaa!
- Ancora?!?!?
- Mi ha dato un calcio in bocca...menomale non avevo messo la lingua in mezzo ai denti altrimenti me la mozzava.
Tra calci, pugni, ginocchiate e testate, ecco che il sonno ti mette ko.
- Senti che silenzio, Ale? Se l'è portata via Morfeo, tra le sue braccia.
- Sono geloso di questo Morfeo...

Le "miama"

Hai scelto un nome per chiamare le margherite che è una vera e propria poesia: romantico, evocativo, dolce come il tuo animo di tenerona a cui brillano gli occhi se solo sente pronunciare la parola "amore".
Infatti, ad una prima occhiata, sembri una piccola tedesca imbronciata e severa, ma sotto quel body rosa batte un cuoricino smielato, pronto ad innamorarsi di un fiore incontrato per strada, di un gattino che fa le fusa, di un pesciolino in un acquario...
A proposito di fiori, ecco che hai scoperto da poco le margherite. Il loro nome, forse troppo lungo ed articolato, lo hai cambiato in "miama", dal famoso giochetto di strappare i loro petali ad uno ad uno dicendo "m'ama...non m'ama...". 
Perciò, adesso non passa giorno che non ti fermi per la strada ad osservare, rapita, una piccola margherita. Con aria estasiata, la cogli, la porgi a chi ti sta vicino e sospiri "Miamaaaaa...".
Non è difficile, nel cuore della notte, udire la tua vocina sottile che pronuncia un flebile "miama".
Chissà, forse starai sognando di addentrarti in un prato di margherite, le codine castane al vento e le guanciotte rosse per l'emozione. Ho deciso che stanotte, mentre anch'io starò dormendo, entrerò nel tuo sogno, ti prenderò per mano e mi farò condurre in quel prato fiorito insieme a te. Quando saremo laggiù io e te da sole, coglierò la margherita più bella, te la regalerò e ti risponderò "Ti ama. Ti ama tanto".
E so che capirai.

venerdì 6 aprile 2012

Cacoccio

Di ritorno da lavoro, tuo padre accusa un tremendo mal di gola misto a raffreddore e tosse (della serie "non facciamoci mancare niente"). Con le tonsille in fiamme, riesce appena a spiccicare parola, ma non appena deglutisce sente divampare il fuoco  e quindi decide di parlare il meno possibile.
- L'ennesimo regalino della primavera - bofonchia, torvo in volto.
- Certo Ale...bah... - sospiro io.
- Che vorresti dire con quell'espressione? - mi interrompe lievemente alterato.
- No...niente...magari, ecco...
- Ecco...?
- Sei un catorcio - commento infine con estrema gentilezza.
- Che amore che sei...
Tu, che eri restata in silenzio ad osservare lo scambio di battute tra i tuoi genitori, ridacchi.
- Che ne pensi Pati? Ha ragione la mamma? Babbo è o non è un catorcio? - ti strizzo l'occhio.
Tu annuisci e ripeti, complice:
- Cacoccio.

L'erba del vicino è sempre più verde

Da un po' di tempo a questa parte hai una nuova passione: trascorrere le tue giornate dalle vicine. Di buon mattino, ti alzi, ti fai vestire senza problemi, ti infili nel giacchetto ed esci trotterellando, alla volta del cancellino. Lo apri (se è socchiuso), lanci urla inferocite e chiami "Mamma! Gnogno!" (se è chiuso), poi imbocchi la strada e vai dalla vicina numero uno, una nonnina che, esclamando "La mì coccaaa, vieni quaaa che ho una cosina per teee", ti strapazza di coccole e ti riempie di dolciumi e uova fresche.
Soddisfatta, saluti la vicina numero uno e ti precipiti dalla vicina numero due. Lei ti vede, ti prende in braccio, esclama "Vieni che ti porto a vedere il micino!" e ti fa entrare in casa a vedere Biagio, il suo gatto persiano dal pelo bianco e nero, un pigro micione un po' anzianotto ma sempre tanto maestoso.
Lui, che ha maturato negli anni un'antipatia viscerale nei confronti dei bambini (reduce da pessime esperienze con una bimba pestifera che gli tirava la coda e lo scaraventava prendendolo per la nuca) con te è cambiato, è più dolce, meno prevenuto. Cerca di non darlo troppo a vedere, ma si nota che gli stai simpatica e lo intenerisci. Tu e i gatti siete in simbiosi, inutile negarlo.
Dopo la "puntatina" dalla vicina numero due te ne torni nel tuo giardino e vieni a "fare le fusa" da me e dal nonno Puma, continuando tuttavia a spiare di sbieco il giardino della vicina numero due...
Si sa, l'erba del vicino è sempre più verde.