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sabato 29 dicembre 2012

Vigilia/Christmas Time

 24 dicembre

L'albero di Natale, le luci, le canzoncine per la strada, la folata di vento freddo ed improvviso che cerca di sciogliermi la sciarpa e di portarsi via il berrettino di lana che, a fatica, sono riuscita ad infilarti in testa mentre correvi per tutto il salotto urlando "Gno, gno, i cappello gno!".
Questo è il primo Natale che vivrai realmente, che ti travolgerà di emozioni. L'attesa di quel vecchiettino canuto che porta regali in tutto il mondo ti causerà piccoli brividi sulla pelle, esattamente come è successo a me quando avevo più o meno la tua età. La notte ti sembrerà troppo lunga da passare, ti verrà voglia di chiedere al sole di arrivare un po' prima a far posto alla luna, ogni tanto riaprirai gli occhi nel sonno e cercherai una timida luce in cielo, uno scalpiccìo di renne, uno scampanellìo in lontananza...
Assapora quest'attesa, amore mio, che è sicuramente il momento più bello. Il Natale, purtroppo, dura solo un giorno e se ne va troppo presto, sta a te e alla tua fantasia farne una fiaba indimenticabile. Il Natale è la festa dei bambini, dei sognatori, di chi ha sempre saputo dare un tocco di poesia e di magia alla realtà quotidiana.

25 dicembre

Il Natale è arrivato. Come immaginavo, ti sei alzata prima del solito esclamando "Legàli! Legàli!" e correndo verso le scale senza neppure farti togliere il pigiama.
- I regali sono davanti al caminetto. Babbo Natale li ha lasciati lì! - ha esclamato tuo zio, venuto qua per trascorrere le feste con noi.
Quelle scale per andare verso il caminetto ti saranno sembrate infinite, mentre la speranza ti batteva forte in petto e la magia del Natale ti trasfigurava lo sguardo.
Ecco che, infatti, il caminetto ti si para davanti sfavillando di mille colori. L'incantesimo è avvenuto: Babbo Natale ha lasciato tanti bei pacchi che chiedono solo di essere aperti e subito, senza aspettare troppo.
Ti getti sulla montagna di regali con un balzo, come un lupo affamato.
- Aspetta, portiamoli su - propongo.
Saliamo le scale con i pacchi in mano e tu sei sempre più incuriosita, combattuta tra la bramosia di strappare tutti quei nastri e quella carta oppure restare in attesa e rimandare di qualche breve secondo quel magico momento.
In salotto ti trasformi in una belva: da un vortice di fiocchi, nastri colorati, carta a fiori, a quadretti, a fantasie varie, riappari finalmente con in mano Cicciobello.
- Evviva! Evviva! - esclami, come impazzita.
Metti subito in moto "Cicciobello cammina e gattona" che si aziona al battito delle mani e comincia ad aggirarsi per la casa con le braccia tese come uno zombie.
Altri pacchetti sventrati rivelano un pupazzo di Peppa Pig e di suo fratello George, un pupazzo di Barbazoo,una bambola con il raffreddore e una coperta per il letto (sempre di Peppa).
- Belloooo!!! Evviva! Accie, Babbo Natale! - gridi, felicissima.
Mentre Cicciobello-Zombie attraversa indisturbato il salotto proseguendo la sua passeggiata tu sorridi compiaciuta, guardi la carta stracciata sparpagliata sul tappeto e un lampo di tristezza ti avvolge lo sguardo.
- Accoa legàli...accoa...
- Amore, Babbo Natale è andato via, adesso...
- Ov'è Babbo Natale? Ov'è'?? (aria smarrita e broncio)
Lo sapevo fin troppo bene che la magia del Natale sta tutta nell'attesa.




venerdì 21 settembre 2012

Il potere della magnasciutta

Di fronte alla scodella della minestrina in brodo mi guardi con aria perplessa.

- No, mamma. Bodo oa no.

- Guarda che il brodino di pollo è veramente squisito...vero, babbo Ale??

- Sììììì mamma Susiii...buoniiiissimoo... - esclama babbo Ale con un sorriso palesemente forzato.

Qui è d'obbligo fare una precisazione: babbo Ale ama mangiare, ma se c'è una cosa che non può neppure sentir nominare, quella è il brodo di pollo.

- Guarda che se non lo mangi te ci pensa il babbo a farne fuori un'intera scodella.... - recito io con enfasi, mentre babbo Ale si guarda intorno impaurito in cerca di una rapida via di fuga.

- Non penserai davvero di... - bofonchia tra i denti dandomi una gomitata.

- Zitto, ora vediamo come vanno le cose, in ogni caso devi stare al gioco per il suo bene - rispondo a bassa voce continuando a sorridere come se niente fosse.

Babbo Ale è sempre più terrorizzato. Ripete "in ogni caso..." come un mantra, dandosi coraggio, mentre avverte che la sua fine è vicina.

- Su, Pati, senti com'è buono il brodo...

- No! No bole bodo!! No boleeeee! (trad. No, non voglio il brodo, non lo voglio!)

Ale, sentendo che la lama della scure gli sfiora ormai il collo,  per la disperazione inizia a diventare improvvisamente logorroico:
- Mangiala la minestrina, amore, altrimenti tocca a babbo mangiare questa schif, ehm...delizia, e babbo non si permetterebbe mai di togliere alla sua piccola ed adorata figlioletta il cibo dal piatto!

- Bodo no. Ora bodo no. Babbo Ale bai, bai a oppidale! (trad. Il brodo ora no, babbo Ale, smettila di rompermi le scatole e torna a lavorare all'ospedale).


Pochi minuti dopo siamo già tutti pronti per andare a trovare degli amici che ci hanno invitati a cena da loro. Babbo Ale si asciuga la fronte e tira un sospiro di sollievo.

In macchina nonna Laura esclama:

-...E tra poco un bel piatto di pastasciutta fatta con le verdure dell'orto dei nostri cari amici!

Tu alzi le mani al cielo ed esclami:

- Ebbiba! Ebbiba!

- Sei contenta, Pati?

- Shiiii! Bodo no, magnasciutta shi. (trad. Il brodo no, la pastasciutta sì)













martedì 21 agosto 2012

Raccontami una fiaba

Come d'abitudine, la sera prima di addormentarti chiedi una fiaba, meglio se della Disney.
Anche stasera, infatti, mi hai chiesto con vocina dolce ed irresistibile:
- Mamma...Accaneve!
- Certo tesoro! Allora...c'era una volta un re...no anzi, guarda, la facciamo a due voci io e babbo stasera, così diventa ancora più divertente! Va bene, babbo?
- Sì, proviamo, dai - biascica tuo padre che, acciambellato sul lettone, lotta contro Morfeo che vuole prenderselo ora senza aspettare un minuto di più. Per combattere la tentazione di crollare sul cuscino, babbo Ale spalanca gli occhi come se avesse appena visto un Velociraptor sull'armadio.
- Dunque, ricominciamo da capo...c'era una volta un re che ebbe una bellissima figlia con i capelli color dell'ebano e la pelle bianca come la neve. Un giorno la regina morì ed il re presto si risposò con una donna tanto bella quanto perfida. La matrigna, infatti, era solita consultare sempre il suo specchio magico... - babbo, quando tocca a te fai lo specchio, eh! - Specchiooooo specchio delle mie brameeeee, chi è la più bella del reameeee???
- Sei tu, mia regina - risponde babbo Ale senza sbagliare una sola parola. Da ciò deduco che è ancora sveglio e partecipe. Soddisfatta, riprendo a raccontare, mentre tu allungandoti mi offri un piedino morbido.
- Ma un giorno lo specchio disse...
- ...Hem...che disse?
- Accoa! Accoa babbo!!! - strilli delusa mentre attendi, invano, la risposta dello specchio.
- Ti eri addormentato? - chiedo io con flemma dandogli un lieve pizzicotto sulla coscia.
- ...
- Ehi?? Ci sei??
- ...Eeee...ccomi. 
- Ti eri addormentato. Bene, allora ora però devi continuare la storia, sennò la Pati si innervosisce.
- Uhm, va bene...che dice 'sto specchio che non me lo ricordo?
- Eddai, babbo, che domande! L'avrai sentita mille volte! - esclamo spazientita.
- Babbo! Accaneve!! - insisti tirandogli i tuoi classici calcetti simpaticissimi nel mento e nella schiena.
- Ah, sì, aspetta...Tu sei bella, regina, ma Biancaneve è più bella di te!
- Bravo! Quindi la regina si infuria e dice "Guai a lei! La punirò!". Poi Biancaneve, mentre stava facendo le pulizie nel cortile del castello, incontra il principe che, scendendo dal suo cavallo bianco, le confessa il suo amore per lei. La regina, che ha visto tutto, convoca immediatamente il guardiacaccia e gli dice "Domattina porta Biancaneve nel bosco con la scusa di farle cogliere dei bei fiori selvatici, e quando sarai là...la ucciderai!". Il guardiacaccia obbedisce e, il mattino seguente, conduce la principessa nel bosco, ma quando è il momento di ucciderla non ha il coraggio di farlo perché in fondo è buono e dice alla fanciulla...Babbo, tocca a te! Cosa dice a Biancaneve il guardiacaccia??
- ...Diceee..."Ti ammazzo, lupo!"
- ????? Ti eri addormentato di nuovo????
- Che c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato?
- Hai detto che il guardiacaccia dice a Biancaneve "Lupo, ti ammazzo"! Quella è la fiaba di Cappuccetto Rosso!
Tu, ovviamente, scoppi a ridere e, piantando un piede nel collo al tuo adorato paparino, sghignazzi:
- Babbo! Hahahaha! Cucco! (traduz. "Babbo, sei ciucco").
- Stavo...dor...men...do. Scu...sate...non...ero...stato...atten...to - confessa babbo Ale, bocca impastata e voce incerta.
Poi, biasciando un "Notte" pressoché incomprensibile, si gira su di un fianco e dopo pochi minuti già sta russando beatamente.
- Mi sa che la fiaba di Biancaneve anche stasera te la dovrò raccontare da sola - sussurro stringendoti a me - l'esperimento della "narrazione a due voci" non ha funzionato...

domenica 1 luglio 2012

Bibita fresca

Le giornate al mare gocciolano via lentamente come le nostre fronti sudate. Tu, alla parola "spiaggia", esclami "shiiiii, shi va a mae!" tutta soddisfatta e, saltellando, ti avvicini  alla bicicletta del babbo tirandolo per i pantaloncini ed esclamando "dai, dai!".
Pensare che l'anno scorso avevi solo sei mesi ed eri ancora alle prese con la lallazione (ba-ba-ba, ma-ma-ma, da-da-da e via dicendo) e adesso...stai per compiere un anno e mezzo!
Quante scoperte, amore mio! Il mare, che un po' ti incuriosisce e un po' ti spaventa, la sabbia ruvida che ti solletica i piedi, le onde che ti lambiscono le gambette per poi ritirarsi come ladre in fuga, il tuo stupore di fronte al passaggio di un motoscafo rombante...
E ancora, gli schiamazzi dei bambini, un aquilone a forma di pipistrello in mezzo al cielo, il fischio del bagnino che richiama alla prudenza un bagnante incauto....
- Sei felice amore mio? - ti chiedo passandoti la protezione solare sulle spalline morbide.
- Shi mamma - è la tua risposta immediata. Un sorriso ti illumina il visetto paffuto, e in quel sorriso scopro la mia felicità. Il caldo è opprimente, neppure il getto di acqua fresca della doccia riesce a placare l'afa di questi giorni, ma mi basta sapere che per te tutto questo è fonte di gioia per stare meglio.
La tua felicità è la mia bibita fresca sotto il solleone.

sabato 30 giugno 2012

Tutti a scuola dalla Sparuzzen

Ora di pranzo in albergo, tappa "dessert". Cotti dal sole mattutino sulla spiaggia, ci ristoriamo con un ottimo sorbetto ai frutti di bosco mentre tu giocherelli con degli avanzi di spaghetti. Il "tavolino" in plastica del seggiolone datoci in dotazione dall'albergo è un campo di battaglia: pezzi di prosciutto sparpagliati dappertutto e mescolati a chicchi di riso indurito e risecchito, il tutto che galleggia serenamente in un laghetto di acqua minerale.
Tu te la ridi beata chiacchierando amabilmente con me e con babbo Ale, mentre barchette di pane molliccio viaggiano indisturbate per andare a mischiarsi al prosciutto ormai stantìo e ai chicchi di pastina incollati alle pareti del seggiolone.
- Mamma...biao! - commenti con disgusto ("Biao" è il tuo modo di dire "Che schifo").
- Eh sì, Pati, fa veramente schifo, hai impiastricciato tutto - le rispondo guardandola di sbieco.
- Babbo...accoa accoa - implori, allungando le manine maldestre in cerca di altri pezzi di cibo da aggiungere alla tua "galleria degli orrori".
- No, Pati, adesso basta, o mangi quello che ti ho dato prima o ti scendo dal seggiolone - sentenzia il babbo usando il suo timbro più autoritario.
Tu incassi il colpo, ti incupisci per un istante abbassando lo sguardo, poi ti rianimi immediatamente e, puntando con libidine il bicchiere d'acqua sul tavolo, esclami:
- Acca! Acca!
- Mi prometti che non lo rovesci?
- Shi.
Come si fa a resistere a quegli occhi scuri e profondi così dolci e e a quel viso da bambola indifesa, deve aver pensato tuo padre in quel momento mentre issava bandiera bianca...
- Vada per l'acqua. Tieni.
- Accie babbo.
Pochi secondi dopo hai già riunito tutte le barchette di pane dentro al bicchiere d'acqua e, con un rapido movimento del polso, le mandi avanti e indietro schizzando acqua dappertutto. 
Dagli altri tavoli accanto al nostro, un paio di bambini della tua stessa età si girano verso di te con interesse e tradiscono un certo compiacimento nell'osservare le tue gesta. Per questa tua perversa abitudine di sparpagliare le cose ti abbiamo soprannominata "Sparuzzen", da "sparuzzare" (voce popolare toscana per "sparpagliare", "disperdere", appunto).

Ora di cena:
Non appena mi siedo al tavolo vedo un paio di bambini con un bel bicchiere pieno di acqua di fronte a loro, intenti a girare e rigirare dentro al bicchiere pezzi di pane e di grissino. Al loro fianco, genitori e/o nonni li guardano con aria sconsolata; vorrebbero intervenire, ma la rassegnazione li rende impotenti.
- Anche loro con il bicchiere?? - domando stupita.
- La tua bambina ha fatto scuola ai nostri, adesso tutti vogliono il bicchiere per tuffarci il pane dentro - spiega una mamma indecisa se ridere o incavolarsi con la figlia, una morettina di venti mesi.

Mi giro verso di te, ti guardo e commento:
- Certo che Sparuzzen ti si addice davvero tanto, come nome...






sabato 16 giugno 2012

Cappuccetto Rosso "rivista"dalla Pati

- Amore, che ne dici di mimare la fiaba di Cappuccetto Rosso? - propongo, dopo un'endovena di Teletubbies e una maratona di coccole sul divano.
- Shi! - approvi sorridendo.
- Bene, allora...tu sei ovviamente Cappuccetto Rosso, io la mamma e...questo è il cestino da portare alla nonna! - le spiego, indicandole un secchiello rosso porta-formine. 
- Shi! 
- Ora vieni qua e salutami che iniziamo la storia.
- Ciao! - trotterelli verso di me col cestino in mano. 
- Ciao Cappuccetto, devi andare a trovare la nonna che non sta bene...
- Nonna?? Bua? - ti guardi intorno, smarrita. 
- Ma no, Pati, è la fiaba che recita così, tua nonna sta benone! Insomma, devi andare da questa nonna e portarle quello che vuoi da mangiare. Cosa le porti?
- Ebba (erba), iso (riso) e geato (gelato). 
- Mh, okay. Attenzione però al lupo cattivo, eh! Se lo incontri non gli dire nulla di dove stai andando. 
- Shi! Ciao mamma!
- Ora Pati io faccio il lupo...aspetta che mi nascondo dietro all'albero laggiù. 
- No! Pupo (lupo) no! 
- Sono io, amore, è un gioco! Vieni qua...
(ti avvicini timidamente col cestino in mano, guardinga) 
- Ciaoooo, dove vaiiii bellaaaa bambinaaaa???
- Via! Ciao!
Per tutta risposta, mi molli il cestino in mano e mi saluti, andandotene. 

Morale della favola: almeno il lupo si mangia la roba nel cestino e non va a cercare né Cappuccetto né la nonna perché è già sazio! 
Pati - Lupo 1 a 0!

martedì 29 maggio 2012

Il pappagallo

Ormai siamo vicini ai tuoi diciassette mesi.

Chi poteva immaginare che, già a quest'epoca, avresti cominciato a fare il pappagallo, ripetendo con perizia ogni singola parola??

Inutile sottolineare che parole come "mamma", "babbo", "nanna", "peppeto"(tappeto), "babo" (albero) e "ghighe" (tigre) fanno sorridere ed inteneriscono, ma gli scleri verbali di babbo Ale mentre cerca di riaggiustare il seggiolone e le esclamazioni da educanda della tua dolce genitrice mentre rimuove dal pavimento brandelli di zucchine e monconi di sogliola sono tutta un'altra storia.

Tuttavia, la parolina inopportuna sfugge quasi sempre a tutti, non si può soppesare continuamente il linguaggio e quindi tu, come una spugna, assorbi tranquillamente anche un genere di parole leggermente diverso dal linguaggio dei Barbapapà.

Tipico esempio di situazione imbarazzante:

IO - Ale, non dovevi andare a sentire delle piastrelle per il bagno??
BABBO ALE - C......o, me ne sono dimenticato!
PATI SORNIONA - Cascio. 
IO E BABBO ALE IN CORO: - No, amore! Non si dice questa parola! (da che pulpito, eh?)

BABBO ALE - Amore, la Pati ti ha cancellato mezza pagina di traduzione e ha spento il pc.
IO - Cosa?????????????????????? Oh, m.....a!
PATI SORNIONA E DELINQUENTE - Medda.
IO - Cosa ridacchi che mi hai distrutto il computer??? Eh? Porca t....a! Ops! Che ho detto...(improvvisi sensi di colpa della genitrice sboccata).
PATI: - Toia. 


Le prime frasi in patese evoluto

Durante i tuoi sedici mesi il patese ha iniziato a muovere i primi passi verso la sintassi; le prime espressioni di senso compiuto sono state le seguenti:

LE FRASI

1) - Oh oh, shi è otto (TRAD. "Oh, si è rotto", guardando con delusione i pezzi di un giocattolo sparpagliati per terra)

2) - Che prurito questo ginocchio, mi ha beccata una una zanzara!
- Beh? Ci shi glatta - (TRAD. "Che problema c'è? Ci si gratta!" e hai allungato la manina per farmi un massaggio sul ginocchio).

3) - Vieni che mamma ti fa vedere i Teletubbies...
- Mamma...cudi! - (TRAD. "Chiudi la porta della camera che voglio stare in pace, non voglio intrusioni" )

 LE CANZONI (liberamente interpretate)

1) Con enfasi e stacchetto coreografico con le braccia alzate: "O moooooommmmmooooo" (TRAD "Oooo mondoooo", dalla celebre canzone "Il mondo" di Jimmy Fontana)

2) "Tippi ippi...dissi...lalaaa....po" (TRAD. "Tinky Winky, Dipsy, Lala, Po" , dalla canzone dei Teletubbies i cui autori non hanno voluto rivelare la propria identità. Dalle parole del testo immagino non si tratti di Mogol...)

3) "Eeeenoo eeenooo eeeno" (TRAD. "Volevo un gatto neeeero neeeero neeeero", dalla famosa canzone dello Zecchino d'Oro)

4) "Babbapapaaa" (TRAD. "Ecco arrivare i Barbapapaaa", dalla canzone del celebre cartone animato. A proposito, oggi ho avuto un trauma (e, con me, babbo Ale ) scoprendo che Vecchioni ha composto ed interpretato tutte le canzoni dei Barbapapà. Il colpo di grazia mi è stato dato poi leggendo su Wikipedia che la voce di Barbapapà è di Claudio Lippi e quella di Barbamamma è di Orietta Berti. Certe notizie non dovrebbero essere rivelate con così tanta disinvoltura...).







lunedì 28 maggio 2012

il Puma e la psicologia infantile

- Gnòòòòò, gnòòòò! Mamma! Gnogno! Bia, bia!! 
Ore 10.30 del mattino; cerco di infilarti nel passeggino per la solita passeggiata, ma cominci a divincolarti come se ti avessero appoggiata su un ferro rovente.
- Ascolta Pati, VUOI O NON VUOI ANDARE A VEDERE IL GATTINO??? Se vuoi andare allora monta sul passeggino!
- Gnòòòòòòòò!!!!!!!!!!
Madida di sudore, raccogliendo tutta la pazienza possibile tento di offrirti la seconda opzione:
- Allora, se proprio non vuoi montare sul passeggino, vieni che ti metto giù... - e ti appoggio in terra per farti camminare. L'avessi mai fatto!
- Mammaaaaa!!!!!!!!Gnòòòòòòòòòòòòòòòò!!!!! Buuuuuuuuuuuu!!! - ululi, arrampicandoti sui miei jeans per farti prendere di nuovo in braccio.
- Che strano...non l'ha mai fatto. Di solito insiste per camminare e non vuole stare in braccio! - commento guardando nonno Puma che, in silenzio, scuote la testa.
- Biccina, biccina la miaaaa...vieni dal gnogno, vieni dal gnogno...
Cacci un urlo da spaccarmi i timpani e ti abbarbichi al mio collo con entrambe le manine.
- Amore, dai, non posso portarti in braccio fino alla stazione, mi spacchi la schiena così! - e tento nuovamente di metterti giù, ma il copione si ripete: strilli, pianti ed orribili insulti in dialetto patese.
Sospiro, guardo nonno Puma e, tenendoti stretta in braccio, spiego:
- Dev'essere come dicono gli psicologi infantili: ad ogni tappa fondamentale della crescita di un bambino corrisponde una sorta di regressione. Anche giunto all'anno e mezzo, infatti,  il piccolo ha quasi timore di crescere e tende a comportarsi da neonato, riprendendo le stesse abitudini, gli stessi gesti che aveva qualche mese prima...Da qui, secondo me, il desiderio di farsi prendere di nuovo in braccio. Sei d'accordo con questa teoria, nonno??
- La mia teoria è che è tanto viziata - conclude il nonno scuotendo la testa.

domenica 13 maggio 2012

Quattro libri prima di dormire

Ore 21.00. Scorribande e schiamazzi in camera di nonno Puma.
- Dai, scegli un librino che lo portiamo su, ci infiliamo nel lettone e te lo leggo! - propongo.
Tu non te lo fai ripetere due volte: intenta a tirar giù la libreria di nonno, noto che, tra la pila di volumi che hai "abbattuto", fissi con interesse una copertina blu scuro.
- Addirittura?? - le chiedo stupita, conoscendo il libro in questione.
Tu annuisci vigorosamente, lo prelevi dalla libreria e me lo porgi.
Sulla copertina c'è scritto "Dal Big Bang ai buchi neri", Stephen Hawking.
- Bene, bene - gongola felice il nonno, convinto di allevare una futura Margherita Hack. 
- Leggerina come lettura, per andare a nanna - sogghigno - Poi? Scegline un altro, dai...
Senza tergiversare, punti dritto verso un'altra copertina e mi porgi anche questo secondo libro.
- Il canzoniere dei Beatles! Tu sì che hai stile, tesoro mio, questo è un cimelio preziosissimo, sono i primi spartiti per chitarra della tua mamma...Dai, scegli un altro libro, questo purtroppo non si può leggere, sono solo accordi musicali e note...
- Tàààà! - esclami, porgendomi "Dizionario italiano-inglese" e "Queen: la leggenda".
- Ragazza mia, mi stupisci sempre più! Beatles, inglese, astronomia, Queen...porti ancora il pannolone e già dimostri di avere un gran gusto!


martedì 8 maggio 2012

Nel "tunnel" di Rai Yoyo

- C'è qualcosa che non va in me... - bofonchia perplesso Babbo Ale salendo le scale.
- Cos'è successo? - domando preoccupata.
- Ho acceso la tv e mi sono messo a guardare "L'albero azzurro". Il problema è che ero solo, la bimba era col suo nonno.
- Succede, succede.
- Poi prima ho guardato "Lulù Brum Brum", ma quello l'ho guardato consapevole di farlo, invece durante "L'albero azzurro" non ero consapevole...
- Vuoi rilassarti un po' sul letto? - gli chiedo con dolcezza.
- No, ormai finisco di vedere cosa fa Dodò...Lo sai che Lulù si è fidanzata con il coniglio Servenulla???
 - ...

(voce fuori campo della Gu)
- Certo che un figliolo ti può rivoluzionare davvero la vita...

Lulù Brum Brum e i suoi amici

venerdì 27 aprile 2012

Tutta la verità su noi mamme

Noi mamme non siamo ciò che sembriamo, ovvero dei mostri crudeli che hanno dimenticato gli amici perché ormai interessate solo ai nostri marmocchietti perennemente fradici di pipì.
La verità è che non abbiamo neppure più il tempo per andare al bagno, figuriamoci per alzare la cornetta e fare un saluto ad un'amica. Lo so, lo so che sembra davvero impossibile e pretestuoso, ma finché una persona non prova non può capire. Anzi, personalmente ho avuto la fortuna di trovare amici che, pur non avendo ancora un figlio e famiglia, hanno capito tutto e si sono rassegnati a vedermi e sentirmi "a singhiozzo".
Tutto questo, parlando con le altre mamme, è apparso del tutto normale.
Un'altra cosa che ho notato è che una mamma è sempre sotto la lente d'ingrandimento: una sua minima defaillance nel chiudere il passeggino, un pianto troppo forte del figlio, il figlio che non dorme o che dorme troppo, che viene sgridato troppo o troppo poco...insomma, le critiche si sprecano.
L'altro giorno una mia amica si lamentava con me perché al supermercato suo figlio aveva rovesciato il sacchetto della spesa e una signora di una certa età l'ha ripresa come una scolaretta, sentenziando ad alta voce:
- Alle mie mani non avrebbe fatto così...Ah, queste mamme di oggi non hanno testa, hanno da pensare ad altre cose! (altro meraviglioso luogo comune)
Un'altra volta mi è stato raccontato da un'altra mamma che, al ristorante, il suo bambino di due anni piangeva e lei non riusciva a calmarlo; dopo dieci minuti un signore che era seduto accanto a  lei si alzò urlando:
- Se non riesce a farlo smettere entro cinque minuti chiamo il padrone e regoliamo i conti!
Capito che situazione??
 Tutti pronti a giudicare nei minimi dettagli un mestiere che è anche molto stressante e non solo appagante come potrebbe sembrare.

Se, oltre ad essere mamma, sei una GIOVANE mamma, allora sei spacciata, ti tacceranno sempre di inesperienza, di impreparazione, eccetera eccetera eccetera.

L'amore per un figlio è il più grande e totalizzante che esista al mondo, perciò in quello che facciamo per i nostri cuccioli ci mettiamo sempre tanta passione, tanta energia, ma se per una volta non riusciamo ad aprire il passeggino può anche darsi che siamo stanche; per (in?)spiegabili ragioni, infatti, il sonno non è più quello di una volta, anche se il piccolo riposa beatamente fino alle 10 del mattino successivo.

Un gioco per le mamme che leggono questo blog: provate a chiudere gli occhi e a ripensare alle critiche che avete ricevuto durante tutta la vostra vita da genitori. Se volete, scrivetemi pure ciò che vi è successo, raccontate le vostre disavventure.

Siamo fallibili, è vero, ma non poi così tanto imperfette...



martedì 17 aprile 2012

numeri da circo

Il momento della pappa ricorda il circo Orfei: giocolieri che si passano libri e pupazzi di gomma da una mano all'altra per intrattenere il pubblico (te), trapezisti che si lanciano dalla cucina al salotto con piatti e bicchieri, domatori di una leoncina aggressiva che se non sei veloce nel ritirare la mano che impugna il cucchiaio ti stacca le falangi con un morso, pagliacci che fanno mille smorfie e risolini isterici, inscenando patetici sketch comico-demenziali pur di far divertire la spettatrice...
Eh sì, la casa si trasforma nel tendone del circo, mancano solo gli elefanti e il mangiatore di fuoco (ma non ti salti in mente di dire a nonno Puma che adori i numeri degli sputafuoco, si munirebbe subito di paraffina liquida e torcia e inizierebbe a scolarsi combustibile liquido fino a restarci secco!).
Dopo la pappa serale è l'ora dei cartoni su Rai Yoyo: ce n'è per tutti i gusti, dall'elefantino Dixiland alla macchina da corsa Roary, passando per le avventure del tenerissimo BabyJake e le canzoncine della Melevisione.
Dopo i cartoni è l'ora della nanna: ti preparo per la notte (pannolone pulito, pigiamino) e mi infilo sotto le coperte con te. In un attimo, ecco arrivare anche babbo.
Iniziamo col farti tenere carezzine sulla pancia e sui capelli, ma tu schizzi in piedi sul letto e cerchi di scendere. Babbo ti acciuffa per il pigiama e ti sistema accanto a sé. Nel silenzio, un urlo angosciante:
-Uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!
- Che ti prende, babbo?
- Bi ha dato uda gidocchiata del daso!!!
- E che vuoi che sia! A me invece ha appena mollato una testata sotto il mento, tipo uppercut!
Silenzio. La pace si diffonde nella stanza... 
- Uaaaaaaaaaaaaaa!
- Ancora?!?!?
- Mi ha dato un calcio in bocca...menomale non avevo messo la lingua in mezzo ai denti altrimenti me la mozzava.
Tra calci, pugni, ginocchiate e testate, ecco che il sonno ti mette ko.
- Senti che silenzio, Ale? Se l'è portata via Morfeo, tra le sue braccia.
- Sono geloso di questo Morfeo...

Le "miama"

Hai scelto un nome per chiamare le margherite che è una vera e propria poesia: romantico, evocativo, dolce come il tuo animo di tenerona a cui brillano gli occhi se solo sente pronunciare la parola "amore".
Infatti, ad una prima occhiata, sembri una piccola tedesca imbronciata e severa, ma sotto quel body rosa batte un cuoricino smielato, pronto ad innamorarsi di un fiore incontrato per strada, di un gattino che fa le fusa, di un pesciolino in un acquario...
A proposito di fiori, ecco che hai scoperto da poco le margherite. Il loro nome, forse troppo lungo ed articolato, lo hai cambiato in "miama", dal famoso giochetto di strappare i loro petali ad uno ad uno dicendo "m'ama...non m'ama...". 
Perciò, adesso non passa giorno che non ti fermi per la strada ad osservare, rapita, una piccola margherita. Con aria estasiata, la cogli, la porgi a chi ti sta vicino e sospiri "Miamaaaaa...".
Non è difficile, nel cuore della notte, udire la tua vocina sottile che pronuncia un flebile "miama".
Chissà, forse starai sognando di addentrarti in un prato di margherite, le codine castane al vento e le guanciotte rosse per l'emozione. Ho deciso che stanotte, mentre anch'io starò dormendo, entrerò nel tuo sogno, ti prenderò per mano e mi farò condurre in quel prato fiorito insieme a te. Quando saremo laggiù io e te da sole, coglierò la margherita più bella, te la regalerò e ti risponderò "Ti ama. Ti ama tanto".
E so che capirai.

venerdì 6 aprile 2012

Cacoccio

Di ritorno da lavoro, tuo padre accusa un tremendo mal di gola misto a raffreddore e tosse (della serie "non facciamoci mancare niente"). Con le tonsille in fiamme, riesce appena a spiccicare parola, ma non appena deglutisce sente divampare il fuoco  e quindi decide di parlare il meno possibile.
- L'ennesimo regalino della primavera - bofonchia, torvo in volto.
- Certo Ale...bah... - sospiro io.
- Che vorresti dire con quell'espressione? - mi interrompe lievemente alterato.
- No...niente...magari, ecco...
- Ecco...?
- Sei un catorcio - commento infine con estrema gentilezza.
- Che amore che sei...
Tu, che eri restata in silenzio ad osservare lo scambio di battute tra i tuoi genitori, ridacchi.
- Che ne pensi Pati? Ha ragione la mamma? Babbo è o non è un catorcio? - ti strizzo l'occhio.
Tu annuisci e ripeti, complice:
- Cacoccio.

L'erba del vicino è sempre più verde

Da un po' di tempo a questa parte hai una nuova passione: trascorrere le tue giornate dalle vicine. Di buon mattino, ti alzi, ti fai vestire senza problemi, ti infili nel giacchetto ed esci trotterellando, alla volta del cancellino. Lo apri (se è socchiuso), lanci urla inferocite e chiami "Mamma! Gnogno!" (se è chiuso), poi imbocchi la strada e vai dalla vicina numero uno, una nonnina che, esclamando "La mì coccaaa, vieni quaaa che ho una cosina per teee", ti strapazza di coccole e ti riempie di dolciumi e uova fresche.
Soddisfatta, saluti la vicina numero uno e ti precipiti dalla vicina numero due. Lei ti vede, ti prende in braccio, esclama "Vieni che ti porto a vedere il micino!" e ti fa entrare in casa a vedere Biagio, il suo gatto persiano dal pelo bianco e nero, un pigro micione un po' anzianotto ma sempre tanto maestoso.
Lui, che ha maturato negli anni un'antipatia viscerale nei confronti dei bambini (reduce da pessime esperienze con una bimba pestifera che gli tirava la coda e lo scaraventava prendendolo per la nuca) con te è cambiato, è più dolce, meno prevenuto. Cerca di non darlo troppo a vedere, ma si nota che gli stai simpatica e lo intenerisci. Tu e i gatti siete in simbiosi, inutile negarlo.
Dopo la "puntatina" dalla vicina numero due te ne torni nel tuo giardino e vieni a "fare le fusa" da me e dal nonno Puma, continuando tuttavia a spiare di sbieco il giardino della vicina numero due...
Si sa, l'erba del vicino è sempre più verde.

mercoledì 21 marzo 2012

intervista doppia impossibile 4

NONNA VS NIPOTE

Soprannome?
Nonna: Gu.
Nipote: sembra il richiamo di una scimmia. Molto meglio il mio, Pati.

Età?
Nonna: non si dice l'età di una signora
Nipote: è una babbiona
Nonna: Pati!!
Nipote: hihi. 15 mesi anche lei, dai, almeno la facciamo contenta.

Pregi dell'altro?
Nonna: è bella, simpatica, osservatrice, ha carattere
Nipote: simpatica, precisa, dinamica. Una saetta.

Difetti?
Nonna: piagnucolona, attaccata alle gonnelle di mamma, un po' troppo buona e generosa, le becca dai bimbi che vanno al nido perché non è abituata a difendersi.
Nipote: ha sempre fretta, il suo mondo corre a duecento all'ora, è efficientissima ma la sua frase preferita è "Oddio, è tardi! Andiamo!". Quando mamma la chiama "Bianconiglio" ora capisco perché.

Cosa avete pensato quando vi siete viste la prima volta dopo il parto?
Nonna: Oddio, è una bambola...
Nipote: Ha cronometrato la mia nascita??? Simpatica.

C'è qualcosa che vorreste dirvi?
Nonna: Sei una ganza, come si dice qua in Toscana
Nipote: Sei in ritardo all'appuntamento dal dott...no, aspetta, era uno scherzo...Nonna??? Nonna???

Intervista doppia impossibile 3

NONNO VS NIPOTE

Soprannome?
Nonno: Puma
Nipote: Pati. Puma...hihihihi, mi fa ridere ogni volta che lo sento!

Età?
Nonno: vieni dal gnogno, amore...
Nipote: cambi argomento eh? Dai, dì che hai 15 mesi anche te...
Nonno: 15 mesi come la mia bellissimaaaa...

Pregi dell'altro?
Nonno: come faccio in una sola intervista a dire che è bella, brava, simpatica, intelligente, la mia piccinaaa, la mia bellissimaaa, la mia morosaaaaa...
Nipote: Non fateci caso, fa sempre così tutto il giorno, lo giustifico per l'età. Comunque, è il nonno più innamorato che abbia mai visto. Dico sul serio, mi fa sentire speciale.

Difetti?
Nonno: che domanda stupida, la mia bellissima non ha difetti...
Nipote: fosse un corteggiatore sarebbe un po' opprimente, ma è mio nonno...

Cos'hai pensato quando hai visto l'altro dopo il parto?
Nonno: è un gattino!
Nipote: anche lui è già cotto di me...

Cosa vorreste dire all'altro?
Nonno: tutto quello che voglio dirle lo sa già, la mia bellissimaaa
Nipote: il cappello di Hello Kitty in testa ti dona.

martedì 20 marzo 2012

intervista doppia impossibile 2

FIGLIA VS BABBO ALE



Soprannome?
Babbo Ale: Prauino
Figlia: Prauino?? Oh my God! Non ti vergogni ad uscire di casa?? Comunque ribadisco, Pati

Età?
Babbo: 27 anni...
Figlia: sta barando! Ne fa 28 il 3 di aprile!
Babbo: gnnn...e va bene, 28. 
Figlia: quasi 15 mesi. Tze, ti prendo di tacco, cariatide.

A che età hai iniziato a parlare?
Babbo: boh
Figlia: perché, adesso parla?? :D Io a sette mesi.

A che età hai iniziato a camminare?
Babbo: 10 mesi
Figlia: 11 mesi...maledizione, mi ha superato...

Pregi dell'altro?
B: è dolce, bella, simpatica, sveglia, tenace, ricettiva, e poi ha uno spiccato senso della meccanica e dell'elettronica, il che mi rende molto fiero.Come smonta le cose lei non lo fa nessuno! Peccato che poi non le rimonti...
F: Mah, aspetta che ci penso...massì, dai, è divertente, ama la meccanica, se mi sporco non mi sbrana come fa mia nonna, è cotto di me e io ne approfitto per fare quello che voglio. Il fatto che sia un maschio rende la cosa più semplice, visto che con gli uomini basta fare due moine e gli occhi dolci e sono subito ai tuoi piedi.

Difetti?
B: Non ne ha!
F: Esagerato!
B: Mh, okay, se proprio devo trovarne uno...è testarda e capricciosa.
F: Ora ci siamo. Lui invece è un po' pigro e ogni tanto fa un gioco online con dei mostri orrendi.

Cosa hai pensato quando hai visto l'altro per la prima volta dopo il parto?
B: Oddio...chi è questa bambola????? Veramente è mia??
F: Oddio, chi è questo rimbambito? Perché mi guarda come se avesse visto la Madonna??

C'è qualcosa che volete dirvi?
B: Sei s.t.r.a.o.r.d.i.n.a.r.i.a.
F: Sei un ottimo poggiapiedi per la notte...

lunedì 19 marzo 2012

intervista doppia impossibile

INTERVISTA DOPPIA  MAMMA/PATI

Soprannome?
MAMMA: Minzalconien, da abbreviare in Minzi (storpiatura di una miscela chimica, il benzalconio...le reminescenze di chimica del Puma sommate alla sua fervida fantasia danno questi risultati )
FIGLIA:  Pati (da "patata")

Età?
MAMMA: 27 anni freschi freschi (sob)
FIGLIA: 15 MESI ancora da fare (tiè!)

La cosa più bella del mondo?
M: la mia cucciola, il suo odore, i suoi bacetti...
F: buttare all'aria tutte le cose che trovo e dare i bacini alla mamma

La cosa più brutta?
M: Vedere la Pati che piange di sofferenza quando mette i dentini o le fa male il pancino
F:  Mettere i denti o avere bua al pancino.

Dormite insieme?
M: Sì, dalle due di notte in poi fino al mattino la Pati torna a dormire con noi.
F: La sera mi addormento nel lettone con mamma che mi racconta le storielle, poi verso le due o le tre di notte mi risveglio e mi ritrovo tutte le volte, stranamente, nel mio lettino, allora protesto e mi faccio rimettere nel lettone. Non hanno ancora capito che ho scoperto il loro gioco, questi ingenui...

Latte materno o artificiale?
M: Materno fino al primo mese compiuto, poi ho avuto una gravissima mastite e non ho più potuto allattare al seno, così sono passata all'artificiale.
F: Boh, che ne so, mamma la sera prende una scatola, un cucchiaio, preleva della roba e la butta in un biberon pieno d'acqua. Il mattino dopo, fa la stessa cosa. io l'ho sempre vista fare così...Seno?? Cos'è il seno?

Lasciamo stare...A che età hai iniziato a dire qualcosa di più rispetto a "mamma"?
M: dieci mesi
F: sette mesi (tiè!)

A che età hai iniziato a camminare?
M: 13 mesi
F: 11 mesi...mi ero stufata di gattonare, volevo vedere il mondo da un'altra prospettiva...e poi l'uomo è bipede, mica striscia!

Per dormire, ninna-nanna o librino?
M: librino oppure racconti inventati da me
F: ah, non era vera la storia del gatto Biagio?? Millantatrice! Comunque la ninna-nanna me la canto da sola, se devo aspettare 'sta qua che si addormenta prima di me sto fresca...
M: ...e sei anche estremamente intonata, con quella vocina dolce (ride)

I maggiori pregi dell'altra?
M: Magnetica, carismatica, generosissima...troppo forse, tenera, buona e avrà tanti corteggiatori se si mantiene così carina.
F: Mi fa ridere tantissimo, gioca volentieri con me, è fantasiosa, canta tantissimo e mi prepara pappe gustose.

I difetti?
M: Testarda, capricciosa, lunatica, a volte passa la giornata a lamentarsi e non sa neppure lei perché. Al cambio del pannolone mi disintegra!
F: Non ha molto senso pratico, è un'artista "nelle nuvole", si preoccupa troppo per me, ma io so badare a me stessa, sissignori! Ho più di un anno, dopotutto!

Il primo pensiero quando vi siete viste per la prima volta dopo il parto?
M:"Eccoti, finalmente ti ho conosciuta! Oddio, quanto sei bella!"
F: "...Ma che diavolo ci faccio qua?? E questa chi è?? Ommammaa quanta luceee!!!!! Spegnete un po' di lampadine, che così mi accecate! Ma chi me l'ha fatto fare di uscire?? Voglio tornare alla mia vitaaaa uterinaaa!"

Sogno nel cassetto?
M: Mandare la mia cucciola allo Zecchino d'Oro
F: Mandare in tilt il lettore dvd. L'altro giorno c'ero quasi riuscita, ma ha squillato il telefono e sono stata interrotta.

C'è qualcosa che vorreste dire l'una all'altra? 
M: Sei la mia finestra sull'oceano
F: Sei un ottimo poggiapiedi per la notte...

venerdì 9 marzo 2012

la copia nana di Terminator

Mi dicessero "Domani passerai una giornata ESATTAMENTE uguale a quella di oggi", credo che sentirebbero le mie urla fino a Vibo Valentia - ed io abito in Toscana -.
Stamani, al risveglio, hai aperto gli occhi scuri e ho subito notato quella luce inquietante nello sguardo che ti rende la copia "nana" di Terminator. Inizio a sentire i sudorini freddi ed elemosino un bacetto per farti dimenticare i tuoi piani di distruzione. Niente. Fredda come un robot. A questo punto, capisco che non c'è davvero più niente da fare, sei nella tua giornata "no" e hai un immenso desiderio di demolirci uno ad uno, seminando angoscia e terrore. Ti osservo di nuovo: Jack Nicholson in "Shining", in confronto, era una mammoletta. Inspirando ed espirando profondamente, mi faccio forza e ti sollevo, sdraiandoti sul telino per il cambio del pannolone. Non appena ti appoggio sul telo, inizi a sgambettare tirandomi calci nello stomaco che, al momento del risveglio, sono decisamente indicati per iniziare la giornata nel miglior modo possibile. Ululando di dolore, getto il pannolino pieno di pipì e ti metto quello nuovo, dopodiché ti tolgo il pigiama lentamente, cercando di fare movimenti impercettibili come di fronte ad un cane pronto a sbranare: sfilo la maglietta canticchiando a rallentatore "Volevo un gatto nero", ma i tuoi sguardi al vetriolo mi costringono a cambiare registro, perciò passo a "Fammi crescere i denti davanti" in versione lounge. Ti strappo un lieve sorriso, ti cui ti penti immediatamente. Tutto questo non è da te, che sei sempre allegra, ridanciana, affettuosa, e invece oggi sembri infuriata col mondo. Le tue giornate "no" col broncio fino a sera sono rare, ma indimenticabili, le giornate "no" con il sorriso ma col diavolo in corpo, invece, sono frequentissime. Stamani, con mia somma gioia, hai inaugurato una giornata "no" con broncio perenne e diavolo in corpo, pacchetto completo.
Dopo averti pettinata, noto che le tue codine sono dritte e sull'attenti, pessimo segno. Come per le orecchie dei cani, se le tue codine sono basse significa che sarai docile e mansueta, se invece sono sparate all'insù effetto "antenne", il pericolo è imminente.
Tutti questi segnali mi creano disagio, ma cerco di non darlo a vedere e ti porto giù a giocare, ma in un attimo hai già disseminato tutti i tuoi giochi in giro per la stanza.
La sera prima di andare a letto hai un rituale fisso che consiste nel prendere i tuoi giocattoli e, uno ad uno, scaraventarli sul pavimento gettandoli in qua e in là, dove capita capita.
Quando tale rituale viene svolto già alle undici del mattino, c'è da preoccuparsi.
D'un tratto, indichi il televisore e borbotti: "Kitta."
Senza tergiversare, prendo il dvd dei racconti natalizi di Hello Kitty (tra un po' è Pasqua, ma è solo un dettaglio) e lo inserisco nel lettore. Dopo cinque minuti in cui sembri trasfigurata, ti metti a piangere e a "grattare" la porta come farebbe un gatto. Capisco subito: è l'ora di uscire a prendere un po' d'aria. Mi vesto e ti porto fuori, e per un istante sembri soddisfatta, cammini sull'erba e simuli un balletto, le codine si afflosciano in segno di arresa e le guance assumono un bellissimo colore rosato. Ho imparato a non fidarmi troppo di certi rari momenti di pace, tanto la bufera è dietro l'angolo; infatti, non faccio in tempo a dire a nonno Puma "Guardala, sembra un'altra", che cacci un urlo da buttar giù una palazzina antisismica di sette piani ed esclami, a mitraglietta, "Dà-dà-dà-dà-dà-dà-dàààà!" (traduzione: "Dammi subito quella cosa!"). Con orrore, realizzo che hai appena visto il mio telefonino e vuoi impossessartene, ovvero vivisezionarlo, buttarlo in terra e distruggerlo.Mi oppongo, nascondendolo nella manica come un prestigiatore collaudato ("Visto, che bella magiaaa? Il telefonino non c'è piùùùù!"), e tu allarghi le braccia e ripeti "Pù.".
Arriva l'ora della pappa:
- Ooh, che belloo, eccoci a tavola amoree! Fammi vedere come sei bravaa!
Splat. Hai urtato il cucchiaio mentre stavo per imboccarti e mezza pappa si è spiaccicata sul pavimento.
- No, amore, così non si fa! Guarda che ora arrivano le carotine che contengono tanta vitamina A...
- Mammmaaaaa! Dà, dà, dà!
Vuoi impugnare il cucchiaio da sola, e così io ti cedo il posto. Con compiacimento, ti osservo mentre ingurgiti felice carote, patate, frammenti di zucca, il tutto condito con un filo d'olio e un pizzico di sale.
Il ritratto della felicità. Ah, forse tutto è ritornato alla normalità!
Sprrut!
Hai sputato tutto facendolo schizzare anche sul mio viso e adesso ridi soddisfatta, mostrando i due dentini di sotto e quell'unico incisivo superiore, con aria da delinquente.
- Basta ora!!!! - grido battendo un pugno sul tavolo.
Il resto del pranzo scorre piuttosto bene, anche perché non stai a tavola neppure un secondo e scorrazzi dalla cucina al salotto guardando noi che mangiamo.
Per addormentarti, stranamente, basta portarti fuori e nel giro di pochi minuti sei già k.o.
Due ore di pace, di relax, di paradiso terrestre. Riesco a rispondere alle email del 2011, agli sms che mi hanno mandato ai primi di gennaio, mi faccio una bella doccia tiepida...
Alle tre e mezzo sento un urlo agghiacciante: ti sei svegliata. Con le palpitazioni, scendo giù per salutarti, ma lo sguardo alla Terminator è sempre lì che mi aspetta. Ti porto merenda, ma non hai appetito e ne lasci la metà.
Coi tuoi nonni, stabiliamo un piano di fuga: "Mercatone Uno" e "Io Bimbo".
Al Mercatone, varcata la soglia, strilli talmente forte da far girare le cassiere, da "Io Bimbo" sembri più calma.
Tornati a casa, riprendi il tuo rito scaraventando i giocattoli in terra.
- Ma va a pile? - chiedo esausta a tua nonna.
- Non lo sho. Shono ubriaca di shtancheshia.- mi sento rispondere. 
Il Puma è spalmato sul divano, in stato confusionale.
Alle otto e un quarto circa torna babbo Ale, che viene accolto come il Messia.
- Oohh, finalmente! Siediti, non puoi neppure immaginare che giornata abbiamo passato!- esclamo sospirando.
- Oggi la Pati è stata una iena. Guarda tua moglie, com'è pallida e sbattuta - interviene la nonna.
Babbo Ale ti prende sulle ginocchia:
- Piccola peste, cos'hai combinato per ridurmi così la mamma?? Vediamo se con me ora ti calmi un po'...

Ore 22.00:
- Dov'è il tasto per spegnerla? Eppure io lo so che lei nasconde un tasto sulla schiena...
- Ale, rassegnati, oggi è "programmata per uccidere".
- Dai, vediamo se si addormenta...raccontale la storia del gatto Biagio...
- Mh. Proviamo.

Ore 22.30:
- Mi sa tanto che...
-...si è addormentata?
- Sì.
- Alleluja.
- Era ora, eh.
- E domani cosa ci aspetterà??
- Meglio non pensarci...

mercoledì 7 marzo 2012

Una cozza attaccata al suo scoglio

Reduce dal subdolo vaccino "morbillo, parotite e rosolia" i cui effetti si fanno sentire solo a distanza di una settimana circa, sei pallida, assonnata, mangi controvoglia, intoni lamenti strazianti, ti rotoli in terra mugolando, non sembri neppure più la stessa Pati.
Una mamma può resistere mezza giornata, un giorno intero, mettiamo pure un giorno e mezzo (seppure stringendo i denti e ripetendo come un mantra "Tutto passa, tutto passa, domani è un altro giorno", parafrasando il Rossella 'O Hara pensiero), ma allo scadere dei due giorni di abbrutimento "post-vaccino" l'istinto di protezione ha il sopravvento su tutto.
Il secondo giorno di agonia non ne vuoi sapere di addormentarti dopo pranzo, sembri posseduta e ti contorci roteando gli occhi come la bambina de "L'esorcista" mugolando "Oioi...oioi...oioi..." (tipica espressione toscana di dolore, comunemente usata dagli anziani per lamentarsi dei loro acciacchi). Dopo averti sentita piangere per un'ora e mezzo di seguito come facevi quando avevi due mesi ed eri in preda alle colichette, ti ho sollevata dal passeggino, ho preso una coperta, ti ci ho avvolta come un neonato di poche settimane, mi sono semisdraiata sul divano, ho appoggiato la tua testolina sul mio petto, ti ho cullata canticchiando una sorta di ninna-nanna strascicata, ho chiuso gli occhi e ti ho tenuta così da mezzogiorno e mezzo fino alle due, senza muovermi di un centimetro per paura di svegliarti. Verso l'una e mezzo, nonna Laura è venuta a chiedermi se avevo fame e le ho risposto sussurrando "Sì, ma non posso e non voglio muovermi di qui". Nonna Laura, che è pur sempre mia mamma come io lo sono di te, ha avvertito forte forte il desiderio di proteggere sua figlia e mi ha portato il pranzo imboccandomi mentre io continuavo a dondolarti e a tranquillizzarti.
Ecco, lì ho capito meglio cosa significa "amore materno": rinuncia (non avrei neppure mangiato se non fosse stato per nonna Laura che mi ha portato il cibo davanti al divano), istinto primordiale (provato anche da tua nonna vedendo me, sua figlia, intenta a fare lo sciopero della fame seppure in nome di una giusta causa), annullamento delle proprie esigenze di fronte a quelle di un figlio, una tenaglia stretta intorno al cuore quando il figlio esprime anche un minimo malessere.
Lì, con te sul mio petto, ero come una cozza attaccata al suo scoglio, un'edera incollata al tronco di un albero.
Io. Te. La forza dell'amore che straripa come un fiume in piena, l'incapacità di ascoltare il tuo dolore, le orecchie che fanno male mentre tu piangi di quel pianto sommesso che solo febbre o tristezza possono provocarti.
Tu, il mio piccolo pesciolino che sbatte le pinne per riprendersi e tornare a sguazzare nel mare, il mio gattino intirizzito e bagnato fradicio che cerca riparo di notte, sotto un portone, durante un temporale.
Ti amo, piccola mia e, come cantava Battiato, "(...) sei un essere speciale ed io/avrò cura di te". 

mercoledì 29 febbraio 2012

Tragicomiche avventure al supermercato

Un ventoso pomeriggio di fine gennaio tu, nonno Puma e nonna Laura (babbo è a lavoro) andiamo all'Ipercoop a fare la spesa. Arrivati al reparto di elettronica, io e te ci allontaniamo dai nonni per fare un giro del supermercato.
Perspicace come al solito, subito intuisci che il reparto "frutta e verdura" non offre poi molte attrazioni per i bambini, ma quando entriamo nella zona "giocattoli" ti illumini. Di colpo, spalanchi gli occhi, emetti un cinguettìo estasiato ed esclami "KITTAAAAAAA!!!!!" indicando uno scaffale. Girandomi, capisco tutto: davanti a me, la sagoma della gatta più popolare tra le bambine, quella che riesce a sorridere pur essendo sprovvista di bocca: Hello Kitty.
- Ah, ma guarda guarda, rieccola! - ridacchio nervosamente, constatando che è la centoventesima volta da quando sono entrata nel negozio che vedo una "Hello Kitty" e questo è l'unico reparto dove finalmente ha un senso trovarla (nel reparto "merende e snack" davvero non me la sarei mai aspettata, eppure la sua testa "formato televisore" mi attendeva, beffarda, su un pacchetto di patatine).
- Mamma! Kitta! - tuoni, guardandomi con aria truce. So bene che cosa vuoi che io faccia, ma a tutto c'è un limite. Eh no, stavolta niente Hello Kitty. Un altro pupazzo con la sua faccia no e poi no, non voglio svegliarmi con gli incubi come stava per succedermi con la bambola "Mamma".
- No, amore, Kitta ora no - chioso con garbo.
- Mammaaaa...Kittaaaa...
"Gli occhi a cerbiatto sono un'arma potente. Non devi guardarli, non devi guardarli. Ignorala, mamma, ignorala" mi suggerisce una saggia vocina interna.
- Mamma!Kitta!Gnò? Pù. Kitta pù. (traduzione: "Mamma, dai, comprami Hello Kitty...No? Non c'è più, la mia Kitty? Non c'è più. Vabbè, mi arrendo.")
Velocemente, approfitto della tua resa e scanso il reparto giochi, infilandomi in quello delle creme depilatorie, dei dentifrici, delle salviette, etc.
Uhhh. Scampato pericolo. Nessuna traccia di Hello Kitty, qua. Rifugio sicuro.
Tu cammini su e giù per il reparto nervosamente, hai una  strana luce nello sguardo. Ormai ti conosco: quel guizzo negli occhi è pericoloso, trasuda desiderio di vendetta.
In un balzo, ti proietti sugli scaffali e, a braccio teso, inizi a tirare giù tutto ciò che ti capita a tiro: assorbenti, creme per il viso, matite per occhi, dentifrici, colluttori, saponette, ciglia finte...
- Pietà! Fermati! - esclamo, sbiancando.
Per terra, giacciono inermi i cadaveri di alcune creme antirughe e lozioni per capelli. 
Come se non bastasse, afferri una saponetta, fortunatamente impacchettata, e urlando come Tarzan la lanci dallo scaffale fino quasi alla cassa, come un cowboy lancerebbe un boccale di birra sul bancone di un saloon.
A fatica, riesco a recuperare l'innocente saponetta rimasta miracolosamente illesa, staccarti dallo scaffale e rimetterti nel carrello. Mentre decido di approfittare della sosta al reparto per procurarmi un nuovo dentifricio, tu tiri fuori dal carrello una gambina e inizi a farla penzolare, con aria divertita.
- Mamma? Kitta!
Non te ne sei dimenticata. Ecco la triste verità.
- Amore, Kitta ora no.
La gambina adesso non penzola più, ma si ancora saldamente al carrello. In un attimo, sei in piedi, pronta a buttarti di sotto. 
Trasalendo, ti prendo subito in braccio e ti metto in piedi accanto a me per farti giocare un po' con i dentifrici sotto il mio controllo. Magari, in questo modo, dimentichi pure Kitty, chissà...
Arriva una ragazza e posiziona il suo carrello vicino al nostro. Tu, pescando da un altro scaffale, afferri due o tre cose a caso e gliele infili nel carrello.
- Mi scusi signora, mia figlia è molto vivace - intervengo, riprendendo la roba che le hai appioppato: un pacchetto di assorbenti interni, due o tre creme anti-età e due scatoline colorate con scritte decisamente esplicite: "Long pleasure" e "Double pleasure". 

Un'ora dopo, in macchina, quasi arrivati a casa:
- Mamma...Kitta...
- Sì, amore. Kitta.
Trionfante, abbracci la tua gatta senza bocca e ti avvicini alla mia guancia, schioccando un timido bacino.
Ruffiana, penso, ce l'hai fatta, alla fine.  
Ma quanto mi fa stare bene quella gioia nel tuo sguardo...

venerdì 24 febbraio 2012

I pulsanti nascosti

Probabilmente Nonno Puma, ai tuoi occhi, è dotato di speciali pulsanti nascosti per cantare e pronunciare frasi specifiche, se l'altra sera, sul divano, gli hai premuto la pancia come fai con la tua bambola "Mamma" quando vuoi farla parlare...Non ottenendo il risultato sperato, sei passata alla mano, premendola forte nella speranza che Nonno Puma cantasse "Se sei felice e tu lo sai batti le mani..." in inglese.
Il nonno, capendo l'antifona, si è messo a ridere e ha iniziato a cantare e parlare per farti contenta.
Quanto vale, per tutti noi, un sorriso che nasce all'improvviso sulle tue labbra! Che cosa non faremmo per renderti felice!
Tu, sotto sotto, lo sai, e ne sei intimamente compiaciuta...

giovedì 16 febbraio 2012

Le parole vietate

Da quando una minuta cosina di plastica dalle guanciotte tonde e colorite è entrata nella tua vita, il tuo istinto di protezione è aumentato ancora di più. Prima ti limitavi a prenderti cura di noi genitori e dei tuoi nonni, imboccandoci a tavola e facendoci i massaggini alle caviglie quando eravamo stanchi.
Ora, è arrivata "Mamma".
Lei è la tua bambola parlante della marca "Bimbo" (disponibile anche su eBay, leggo), da te ribattezzata "Mamma" perché, con voce stridula e cantilenante, ripete "Mammaa, cantiamo insiemeeee??", "Sei la miglior mamma del mondooo", "Mamma, ti voglio beneee".
"Mamma" è dotata di biberon, orsetto, maglietta, giacchina e tre pulsanti: uno sullo schiena per l'accensione e lo spegnimento, uno sulla pancia per farla parlare e uno sulla mano destra per attivare una canzoncina. 
La sera, all'ora della nanna, non ti addormenti se accanto a te non c'è lei, la tua bambina, e anche al momento del sonnellino pomeridiano, nel passeggino deve esserci anche "Mamma", altrimenti rifiuti categoricamente di dormire e strilli inferocita.
Ma ciò che sta mettendo tutti noi in grandissima difficoltà è il problema delle "parole vietate".
"Mamma" infatti, come ho già detto poco fa, pronuncia alcune frasi che tu hai ormai imparato perfettamente a memoria. Ogni volta che qualcuno usa queste frasi, subito ti viene da pensare a lei, e se lei non è lì con te sono urla a non finire.
Inoltre, a complicare ulteriormente le cose, c'è questo aspetto: il lessico della tua bambina, sebbene ridotto a pochissime frasi, è di uso pressoché quotidiano, perciò diventa difficile non pronunciare mai frasi del tipo "Ho fame!", "Buonanotte", "Ho sete", sbadigliare o, addirittura, sospirare.
Due giorni fa, mentre eri già nel lettone con me pronta per abbandonarti tra le braccia di Morfeo, gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta col ciuccio che pendeva da un lato, istintivamente ti ho sussurrato: "Buonanotte, amore mio".
Non l'avessi mai fatto!!!
Sbarrando gli occhi, hai iniziato a urlare "Mammaaa!! Mamma!!", cercando disperatamente la tua bambola che io avevo nascosto sotto il letto per paura che ti desse noia nel sonno (è pur sempre di plastica, non è certo una comodità tenerla sotto la pancia!).
Morale della favola: di nuovo a far parlare per mezz'ora la "bambola assassina" (per noi sta diventando una specie di incubo, ora capisco chi soffre di pediofobia, ovvero ha il terrore delle bambole).
Quando finalmente hai trovato pace e ti sei addormentata, ho scaraventato in terra "Mamma", il suo biberon, l'orsacchiotto, l'ho spenta premendo il pulsante situato sulla sua schiena, le ho tolto la maglietta e l'ho lasciata lì a dormire mezza nuda.
Un altro episodio? Poche ore fa, mentre dormivi beata nel tuo passeggino, nonno Puma è arrivato vicino a te e si è buttato sulla poltrona, dimenticando che sopra vi era campeggiata la "bambola assassina" che, subito, ha iniziato a mitragliarlo con il suo repertorio: "Mamma, ti voglio beneee", "Ho fame!"...
Ovviamente, tu hai drizzato subito le orecchie e ti sei svegliata gridando "Mamma!" in lacrime.
Il motivo di tutto questo tuo feroce attaccamento nei confronti di "Mamma" si riassume in poche parole: forte istinto materno. L'hai sempre avuto, sin dai primissimi mesi di vita. Sei la mamma ideale, la nutrice perfetta, ami accudire e proteggere.
A soli tredici mesi mi hai già resa nonna di una nipotina.
Di plastica, rompiscatole, statica, logorroica, ma pur sempre "tua".

"Mamma"

mercoledì 15 febbraio 2012

un motivo per...

...festeggiare il San Valentino portando anche te al ristorante:

SAN VALENTINO = festa degli innamorati

Io e tuo padre, oltre ad essere innamorati l'uno dell'altra e viceversa, lo siamo anche di te

quindi

SAN VALENTINO = festa mia, tua e di babbo

Chi l'ha detto che a San Valentino il figlio deve restare a casa perché "i genitori devono godersi la serata da soli"??
Se San Valentino è la festa dell'amore, l'amore è anche quello filiale, materno e paterno
Indi, stasera sei venuta al ristorante con noi, e abbiamo brindato anche al NOSTRO amore, che è il sentimento più totalizzante che possa mai esistere (sì, sono un po' fissata, lo ammetto).

AUGURI a te e a babbo Ale. Vi amo (Mamma mia come sono sdolcinata stasera, meglio se vado a letto...)

martedì 14 febbraio 2012

Chicco

,Non è pubblicità alla nota ditta per bambini, bensì la parola in patese per "dente".
Il patese, infatti, è una lingua in continua espansione: dai semplici "mamma", "babbo", "gnogno" e "gnogna", negli ultimi mesi il passaggio a molte altre espressioni talvolta incomprensibili è stato rapido e inaspettato.
"Puppo", detto sottovoce come se fosse un segreto, è il tuo modo di dire "ciuccio" (funzione conativa secondo Jakobson), mentre "uaua" è l'acqua, ma a volte anche il latte. "Nana" è la banana e "cocco" il biscotto, e adesso...eccoci arrivati al "chicco".
Con la dolorosa e tutt'altro che precoce comparsa dei tuoi primi dentini, hai coniato questo neologismo della lingua patese, nato dall'esigenza di applicare una funzione spiccatamente emotiva.
Adesso che la dentizione ha faticosamente preso il "via", i chicchi spuntano come funghi da un giorno all'altro, ma al contrario di quanto pensassi tu sei molto più tranquilla e non lanci più urla primordiali battendoti il petto come un gorilla.
Proprio ieri pomeriggio, mentre ti stavo dando la merenda, hai annunciato l'arrivo di un nuovo incisivo in modo molto chiaro e risoluto:
- Mamma?
- Dimmi, amore. (Sullo sfondo, Lupo Lucio della "Melevisione" che sbraita all'indirizzo del folletto Milo Cotogno)
- Chicco.
- Vuoi mangiare un altro biscotto? (dimenticando che in quel caso, semmai, avresti detto "cocco")
- Gnò, mamma. C-h-i-c-c-o.
- Ahh, ti è spuntato un nuovo dentino!
- Tì. (portandoti le mani alla bocca)

- Ecco! Poverina...ti fa male?
- Gnò, mamma.
- Bene, allora continuiamo a pappare lo yogurt e a vedere cosa combinano quelli della "Melevisione"?
- Mh. Dà, dà! (traduzione: "Okay. Dammi, dammi!")

Il patese si sta trasformando; da semplici parole, a goffi tentativi di formulare una breve frase.
Piccole Pati crescono...

sabato 11 febbraio 2012

Manzipata

Ieri sera io e babbo Ale abbiamo preso un dvd a noleggio. Da Videovip, probabilmente, pensavano che fossimo tutti dispersi, dato che è circa un anno e mezzo che non andavamo a prendere un film, ma con una bambina piccola è matematicamente impossibile persino seguire la trama delle puntate di "Geo&Geo", figuriamoci di un film dai contenuti neppure troppo scontati.
Il film in questione è "Immaturi".
La verità è che non è un film banale, bensì ti lascia qualcosa. Esprime poesia, punta l'attenzione su alcune cose che magari non hai mai preso troppo in considerazione, tipo quando uno di loro dice "I figli si fanno con la pancia", intendendo che non vanno troppo progettati altrimenti si finisce per non farli più.
Nel cast c'è anche una bambina di circa nove anni sveglia e "tutta pepe" che ogni tanto lascia sbalordita la sua mamma facendole discorsi leggermente imbarazzanti per la sua età.
Mentre osservo mamma e figlia sullo schermo mi coglie un'improvvisa allucinazione...

Marzo 2020:
- Mamma! Ha detto una ragazza delle medie che è venuta a trovare la sorella che è in classe con me che noi siamo piccine!
- Beh, anche lei mica è grande, se fa le medie...
- Eh...infatti...
(Silenzio)
- Non ti mangiare le unghie!
- No, me le sto pareggiando e basta.
- Mh.
(Silenzio)
- Poi, sai che ha detto?
- No, dimmi.
- Che loro sono seducenti e manzipate.
- E-mancipate, amore. Emancipate.
- Ecco. Ma ha detto che noi non siamo così e che è per questo che i ragazzi non ci vogliono.
- Ma amore, sai almeno cosa vuol dire "emancipata?" Ti sembra un aggettivo adatto a una bambina della tua età??
- No, però se è quello che serve per attirare l'attenzione di quelli della prima media, visto che i nostri coetanei sono tutti degli imbranati, voglio essere manzipata anch'io.

lunedì 6 febbraio 2012

Le "visioni nel futuro"

Da quando sono diventata tua madre, mi capita spesso - non ridere! - di immaginarti improvvisamente ragazza alle prese coi primi amori, donna corteggiata ma selettiva, mamma premurosa e protettiva, nonna dolce e canuta che racconta le favole ai suoi nipotini sistemandosi gli occhialini tondi sul naso, oppure fidanzata, felicemente accoppiata ad un un tipo con cinque anelli al naso e il cavallo dei pantaloni che spazza per terra ad ogni passo, oppure a un ragazzino con un ciuffo di capelli (che, per inciso, gli copre anche la bocca) che infila quindicimila "cioè" in dieci minuti di conversazione, mi dice che Mozart era proprio figo, ma stupido perché poteva almeno fare un videoclip su MTV per farsi pubblicità e infine, guardandomi di sbieco, mi fa: "NONNA...eppure...cioé...anche se sei decrepita, staresti bene con un tatuaggio sulle chiappe!".

Nella migliore delle ipotesi, invece, ti immagino sedicenne, sdraiata sul letto a pancia in giù, intenta a fare la lezione. Busso alla porta, mi dici di entrare, e ti vedo, i lunghi capelli setosi sciolti sulle spalle, gli occhi intensi e scuri, il viso tondo e rosato, lo stesso di adesso.
- Non si fanno i compiti con la musica accesa, quante volte te l'avrò detto??
- Mamma! E piantala! Sei stata giovane anche tu!
- Beh, anche adesso mica sono vec... (la parola mi muore in bocca)
- Sì, vabbè, non sei ancora da buttare. Mamma, poi...ti vorrei parlare di quel ragazzo che...hai capito,vero?
- Quello che ha detto che "Uomini e Donne" è una grande filosofia di vita?
- NO, il suo amico! Ha detto che forse si è innamorato, e...ma io sono confusa...
- Bah, certo che gira con certi elementi...Pensa piuttosto a quel bravo ragazzino, sai a chi mi riferisco?
- Nooo! Quello non mi avrà maiii! Mamma, è una noia mortale! Sai come lo chiamano a scuola, vero? No che non lo sai, altrimenti non me l'avresti neppure proposto...
- Come lo chiamano, sentiamo.
- "Alito di Tombino". Per forza, si ingozza di merendine andate a male, non si lava...
- Mhh...Beh, amore, fai come vuoi, ma ti prego non buttarti col primo che ti fa gli occhi dolci o se ne esce con promesse di matrimonio. Prima studiali, gli uomini.
- Ma io non sono innamorata...però una mia amica è incinta di due settimane e io...ho un po' paura, se poi la "prima volta" succede così anche a me???
- Amore, ti va di parlare un po' con la tua mamma, noi due sole? Abbiamo tante cose da dirci...
- Mh, Okay. Non dire niente a babbo, però!
- Niente. Promesso.

Io e te complici, sghignazzanti, come adesso che mi guardi mentre ti cambio il pannolone e sai già cosa voglio dirti, e io pure leggo nei tuoi pensieri con un'occhiata veloce. Quanto vorrei poter diventare la tua confidente, un giorno...Io che non giudicherò, non criticherò, non ti condannerò, ma cercherò sempre di ASCOLTARTI e farti da guida nelle decisioni della vita. Mi sdraierò accanto a te, ti abbraccerò e, mentre tu ti sfogherai aprendomi il tuo cuore, mi torneranno in mente le cotte adolescenziali, i baci sognati, idealizzati, cantati, ricevuti senza preavviso, le lotte tra ragione e sentimento, le dichiarazioni d'amore goffe, le telefonate attese per ore, i tuffi al cuore, le prime gite con la scuola, i messaggini sul telefonino, gli "squillini" per dire "ti penso" nel cuore della notte...

Io e te, amiche senza pregiudizi, senza barriere. Promesso? Promesso.

mercoledì 1 febbraio 2012

Nonno Puma e la Patilogia

In quanto a preparazione in Patilogia (studio approfondito su usi e costumi della Pati), Nonno Puma è imbattibile. Come uno studente preparato alla perfezione su tutto il programma d'esame, ecco cosa sa fare:
1) Conosce a memoria la posizione esatta di ogni tuo giocattolo o utensile per pappa, bagnetto, cambio del pannolone, etc
2) Soddisfa ogni tua richiesta nel giro di un nanosecondo, decifrando senza problemi il patese (sottodialetto della lingua urdu, affine all'hindi, comprensibile solo dopo un centinaio di giornate di studio)
3) E' perfettamente in grado di tracciare grafici esaustivi del tuo bioritmo giornaliero
4)Se interrogato sulle tue preferenze, risponde con sicurezza offrendo numerosi dettagli alla spiegazione
5) Sa tenere il conto esatto delle ore in cui avvengono le tue attività quotidiane
6) Si aggira per la casa con: palloncini attaccati al collo, cinque marionette di stoffa alle dita (una per ogni falange della mano) e, proprio oggi, l'ho trovato con la maschera di stoffa di Hello Kitty in testa.

- Babbo, aspetti qualcuno qua a casa?
- Non che io sappia, perché? (con voce infantile, mentre tu lo guardi ridendo di gusto e lui non capisce perché, ma la cosa lo lusinga ugualmente)
- Hai Hello Kitty in testa.
- Che?
- Hai la maschera di Hello Kitty sulla testa. Te l'ho detto perché, se viene qualcuno, magari...non so se è il caso di presentarsi così...giusto?
- Guarda la muccaaaaa! Muuuuuu! E ora arriva il cavallino! Clop, clop, clop! (sempre al tuo indirizzo, senza neppure calcolarmi)
- Va bene, come non detto. Speriamo non arrivi nessuno.

La Patilogia e il patese prevedono molte ore di studio al giorno e, come uno studente che ha passato troppe ore sui libri, nonno Puma arriva alla sera usurato, ma felice.

martedì 31 gennaio 2012

Nobel per la Pace

Il primo prototipo di ciuccio in gomma fu brevettato nella prima metà dell’Ottocento circa

Il ciuccio, detto anche "succhietto", "tettarella", oppure "aiutante magico dei genitori con alle spalle tre ore scarse di sonno", è sicuramente frutto di una mente geniale (sfido qualsiasi genitore a pensare il contrario).
Dovunque vada, c'è un padre o una madre subito pronto ad esclamare, gli occhi alzati al cielo "Ooooh, il ciuccio, benedetto sia chi l'ha inventato", "Se non ci fosse il ciuccio, chi dormirebbe più la notte?", "Santo ciuccio" e così via, in un crescendo di entusiasmo.
Tu, avendo potuto "prendere il seno" per un mese soltanto, sei legatissima al ciuccio, ma in modo responsabile: decidi infatti, in completa autonomia, quando usarlo e quando invece toglierlo per poi magari riprenderlo dopo un paio di ore. Il ciuccio è la tua valvola di sfogo: lo mordi nervosamente, quasi a volerlo staccare a pezzi, quando stai mettendo un nuovo dentino (si può riscontrare, in questo frangente, una copiosa salivazione stile Boxer e l'emissione prolungata della consonante "m" come ad intonare una litania), oppure può diventare il tuo alleato quando non hai voglia di comunicare col resto del mondo e desideri isolarti come un vecchio eremita per abbandonarti lentamente tra le braccia di Morfeo (in questo caso si verificano le seguenti condizioni: insolito silenzio, sguardo fisso verso il basso, corrucciato, immobilità preoccupante e, talvolta, vocalizzi "ad libitum sfumando").
Altri utilizzi del tuo amato ciuccio non mi vengono in mente adesso, ma una cosa è certa: grazie a quel piccolo oggetto di gomma, anche i poveri genitori usurati dalla stanchezza e dallo stress tornano per un momento a respirare.
E allora, come ha saggiamente suggerito tuo padre, l'inventore del ciuccio merita un premio speciale:
il Nobel per la...Pace.

sabato 28 gennaio 2012

Un Carnevale di tanti anni fa...

C'era una volta una bambina di sette anni sottile come un grissino, i capelli castani lisci lunghi fino al sedere e un paio di enormi occhiali rosa con lenti spesse come il fondo di un bicchiere.
Una domenica pomeriggio, la piccola spilungona convinse suo padre a portarla alla festa di Carnevale che si teneva ogni anno, puntualmente, in una frazione della loro città.
- Dai, babbino, ci sono tantissimi bambini in maschera, mi hanno raccontato a scuola che è una festa divertentissima! Ho già deciso che, se mi porti, mi vesto da Principessa delle Nevi, sai il costume che ho indossato per la festa di classe martedì??
- D'accordo, Minzi (questo il buffo soprannome della bambina). Preparati pure che ti porto.
La bambina, raggiante, schioccò un bacio sulla guancia del padre e corse a cambiarsi. In un quarto d'ora, era pronta. Scese le scale e, facendo una giravolta su sé stessa, si mostrò ai genitori.
- Quanto trucco ti sei data sugli occhi!?! - esclamò il padre. 
- Dai, è Carnevale! - intervenne la mamma, gettando un'occhiata di ammirazione a sua figlia.
- Mh, va bene. Andiamo.
In breve arrivarono alla festa e il padre, tenendo saldamente per il braccio la sua bambina, si fece spazio tra il groviglio di persone urlanti; la strada era gremita di gente, c'erano tantissimi bambini accompagnati dai genitori e ogni bimbo aveva una maschera diversa.
- Guarda, un carro! - esclamò la bambina.
- Secondo me qui c'è troppo caos - bofonchiò il padre scuotendo la testa - e qualcuno finirà per beccarsi una gomitata nelle costole o qualche scherzo stupido. Siamo appiccicati come le sardine!
In quell'istante, li raggiunse un marmocchio vestito da Gabibbo e, cogliendo la bambina alla sprovvista, le schizzò tutto il vestito di schiuma spray, infierendo infine sui lunghi capelli.
- AHHHHH!! I miei capelli! Forse ho anche della schiuma in un occhio! - strillò la bambina portandosi le mani al viso.
- Cosa ti dicevo poco fa? C'è sempre qualche mascalzone che deve divertirsi a rompere le scatole alla gente! Ma io mi domando...chi sono i suoi genitori?? 
Il padre, incavolato, tirò la figlia per un braccio e si spostò verso il bordo della strada.
Il piccolo delinquente vestito da Gabibbo montò sul carro urlando e ridendo sguaiatamente come se avesse appena vinto al Superenalotto.

Questa è la storia di come tuo padre, un piccolo Gabibbo rompiscatole, ha conosciuto tua madre, una dolce ed elegante Principessa delle Nevi. In quell'occasione, però, tua madre non ha potuto vedere in volto colui che sarebbe poi diventato il suo sposo, né tuo padre ha potuto riconoscere la sua futura moglie.
E allora, ti chiederai, come faccio a sapere se era davvero babbo, quel bambino dispettoso?

E qui occorre una nuova digressione...

Carnevale 2005. Due innamorati al primo anno di fidanzamento escono a cena fuori.
- E anche quest'anno è arrivato il Carnevale...- sorride lui, guardando negli occhi la sua amata.
- Già. Mi ricordo quando ero bambina, che andavo alla festa del paese...Un anno mi vestii da Principessa delle Nevi, e trovai un bimbo cretino che mi schizzò di schiuma spray il vestito e tutti i capelli...
- Oh.
- Era vestito da Gabibbo, mi ricordo. Un tale deficiente...
- Hahahhahahaha!!!! Ihihihihi!
- Che c'è da ridere così?
- Rido perché adesso con quel deficiente ci sei fidanzata da un anno! Hahahahaha!
- Non vorrai dirmi che...che...NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!


E qui finisce la seconda digressione.
Morale della favola: ci si conosce odiandoci, ci si ritrova amandoci. :)

martedì 24 gennaio 2012

Ogni cosa al suo posto

Spenta da nemmeno un mese la tua prima candelina, ieri mattina ti sei alzata con un'idea fissa in testa: renderti utile in casa.
Carica di entusiasmo e buoni propositi, ti sei alzata e hai inaugurato il tuo progetto di "assistenza agli anziani" prendendo le pantofole di nonno Puma e mettendole davanti alla porta. La stessa cosa l'hai fatta con le ciabatte di nonna Laura, e infine con quelle di babbo Ale, ventottenne decrepito e pieno di acciacchi, secondo il tuo punto di vista. Infine, sorridendomi, hai pensato: "Un momento: anche mamma ha nientepopodimeno che ventisette anni, a quell'età una donna è già una povera vecchietta che necessita di continue attenzioni da parte della prole! Già ho iniziato a prendermi cura di lei imboccandola a tavola, ma...non è sufficiente. Devo aiutarla anche nelle faccende di casa, altrimenti non mi sentirò a posto con la coscienza. Coraggio, rimbocchiamoci le maniche, da dove si comincia??".
Per tutto il giorno, quindi, hai rimesso al suo posto ogni oggetto che ti è capitato sotto gli occhi, compreso il tuo pannolone sporco, che hai prontamente gettato nell'apposito cestino.
A metà pomeriggio la casa aveva già un nuovo aspetto: il tuo progetto di assistenza agli anziani ha dato i suoi frutti.

lunedì 23 gennaio 2012

Metti un pomeriggio all'IKEA...

Giovedì scorso siamo stati all'IKEA, tutti insieme: io, babbo Ale, tu, nonno Puma e nonna Laura.
La giornata degli italiani all'IKEA è meglio di un film comico: si inizia facendo incetta di matitine. Non si capisce perché, ma quelle matite corte e appuntite finiscono sempre per riempire borse, borsette, tasche di giubbotti, zainetti, sono come il miele per le api, l'italiano medio se ne imbosca in tutti gli anfratti almeno una decina (vedo già i lettori di questo blog annuire ridacchiando...).
Ingordi di matitine, ne nascondiamo senza pudore un mazzetto in tasca e ne scegliamo una che ci servirà a prendere appunti sui vari prodotti. E proprio sui nomi dei mobili IKEA ci sarebbe da scrivere un romanzo: la poltrona STORSELE ti fa venir in mente che, se la comprerai, ti storcerà la schiena; il lettino per bambini MAMMUT, a dispetto del nome imperioso, è un lettino minuscolo e schiacciato; la scrivania JERKER per un inglese sarà motivo di risatine maliziose; un bambino che nota un pupazzo, va dall'assistente, chiede il nome del giocattolo e quella le risponde con tono metallico "BARNSLIG ULVEN", novantanove su cento assume un'aria terrorizzata e decide di rimetterlo immediatamente sullo scaffale dove l'ha trovato; se uno dice "Ho montato il dispenser per lavello RINGSKAR", l'interlocutore potrebbe pensare più facilmente al batterista dei Beatles che a un rubinetto per distribuire il detersivo.
Tuttavia, anche se certi nomi IKEA possono ricordare il "linguaggio nero" dei servi di Mordor de "Il Signore degli Anelli", c'è della creatività notevole dietro a tutto questo.
La nomenclatura dei prodotti IKEA è un vero e proprio corso di lingua svedese e...non solo! Ci sono riferimenti anche al danese, al finlandese e al norvegese. Non avrei mai creduto che ogni nome del prodotto fosse collegato a un'area linguistica specifica, e invece con grande sorpresa ho scoperto che wikipedia, alla voce "IKEA", spiega in dettaglio l'origine di ogni nome.

La seguente fonte è tratta da  http://it.wikipedia.org/wiki/IKEA

La parola IKEA è un acronimo: IK dal nome di Ingvar Kamprad, fondatore dell'azienda; E da Elmtaryd, l'antico nome di Älmtaryd, il villaggio dello Småland dove Kamprad nacque; A da Agunnaryd, il tätort (località) dove visse.

Nomi dei prodotti [modifica]

I prodotti IKEA sono identificati da un solo termine. Molti di questi termini sono propri della lingua svedese. Sebbene ci siano delle eccezioni, molti nomi dei prodotti sono basati su uno speciale sistema di nominazione sviluppato da IKEA.
  • Divani, tavolini, scaffali: Toponimi svedesi
  • Letti, guardaroba: Toponimi norvegesi
  • Tavoli da pranzo e sedie: Toponimi finlandesi
  • Tappeti: Toponimi danesi
  • Librerie: Professioni
  • Articoli per il bagno: Fiumi, laghi e baie scandinave
  • Cucine: Termini grammaticali
  • Sedie, scrivanie: Nomi maschili
  • Tende: Nomi femminili
  • Arredamenti per il giardino: Isole svedesi
  • Illuminazione: Termini relativi alla musica, chimica, meteorologia, unità di misura, stagioni, mesi, giorni, imbarcazioni
  • Biancheria da letto, coperte, cuscini: Fiori, piante, pietre preziose; termini relativi al dormire, comfort
  • Articoli per bambini: Mammiferi, uccelli, aggettivi
  • Tendaggi: Termini matematici e geometrici
  • Utensili da cucina: Parole straniere, spezie, erbe, pesci, funghi, funzioni, frutta, verdure, aggettivi
  • Scatole, quadri, orologi, cornici: Espressioni della lingua parlata, toponimi svedesi
Per esempio, DUKTIG (significa: Buono) è una linea di giochi per bambini, OSLO è un letto, JERKER (nome maschile svedese) è una scrivania, DINERA (significa: pranzare) per stoviglie. Una serie di mobili da ufficio è chiamata EFFEKTIV (significa: Efficiente), SKÄRPT (significa: Affilato) è una serie di coltelli da cucina.
Fa eccezione il sistema modulare di scaffali IVAR, che risale ai primi anni '70 e porta il nome del designer che l'ha inventato.
Il fondatore Ingvar Kamprad, che è dislessico, decise di nominare i mobili con parole e nomi propri piuttosto che codici o sigle rendendo i nomi dei vari prodotti più facili da ricordare.



Da laureata in Lingue Straniere non posso che esclamare: geniale, questo signor Kamprad!

mercoledì 18 gennaio 2012

L'invasione di Hello Kitty

Prima di diventare madre la conoscevo solo per sentito dire e qualche rara volta la vedevo di sfuggita nei negozi di giocattoli per bambini o sulle magliette delle adolescenti.
Se per caso una ragazzina mi chiedeva, sognante "Conosci Hello Kitty??", io rispondevo, storcendo il naso "Ma chi, quella gatta senza bocca e con una testa larga e grossa come un televisore? No, l'ho vista due o tre volte, ma mi fa orrore".
Qualcuno mi aveva avvisata:
- Vedrai, vedrai quando nascerà la bambina! Quella gatta con un occhio a Genova e uno a Ravenna te la ritroverai OVUNQUE!
Ebbene, la profezia si è avverata: tu, mia figlia, hai appena spento la prima candelina e già sei una fan accanita di Hello Kitty. Tutto inizia una mattina, di fronte al cartone animato "Il teatrino delle fiabe di Hello Kitty", trasmesso da "Cartoonito". Colpo di fulmine: dopo il primo sguardo, già senti di amarla. La lovestory continua nel tempo, diventi sempre più Kitty-dipendente.
Per placare le tue ire, conoscendo il rapido effetto calmante che esercita su di te la "gatta senza bocca" ti abbiamo comprato, nell'ordine:
1) Costruzioni colorate per creare, a piacere, abitazioni per Hello Kitty (è inimmaginabile l'entusiasmo dei genitori mentre danno vita alla casa delle vacanze di Hello Kitty, una torre di cinque pezzi con l'immagine di un ananas da attaccare sulla porta)
2) DVD di Hello Kitty con le sue storie natalizie avvincenti quanto l'accoppiamento dei canarini su "National Geographic"
3) Pupazzo media grandezza con le sue sembianze
4) Pupazzo maxi più alto di te che faceva parte dell'allestimento di una cameretta del Mercatone Uno (la cassiera mi ha guardata subito con compassione quando sono arrivata con un pupazzo che a malapena stava dentro il carrello, ma se ha figlie femmine sono certa che non si sarà stupita più di tanto.)
5) Costume da Carnevale di Hello Kitty

Insomma, una vera e propria invasione.
Tuttavia, devo confessarti che anch'io sto cadendo poco a poco vittima della dolcezza di quella gatta dagli occhi distanti e spaventati. Del resto, per me, ciò che ami tu acquista immediatamente più fascino.