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venerdì 4 marzo 2016

Siamo tutti magici

Credo nella reincarnazione, nella storia delle anime fiamme gemelle, nella meditazione e nell'ipnosi regressiva.

Credo nei ritorni di chi ha lasciato il cuore e vuole venire a riprenderselo ma poi non torna più indietro.

Il cuore non lo dimentichi mai in un posto solo per caso, così come le chiavi di casa, il cellulare, il portafogli e tutte le cose senza le quali non puoi stare per troppo tempo.

Credo nella telepatia, nelle carte astrali, nelle sinastrie, nei nodi karmici, nella magia e nel lieto fine.

Credo nei lapsus freudiani, nei sogni premonitori e nella musicoterapia.

Mi è capitato almeno un paio di volte di lasciare le chiavi di casa nel giubbotto di un ragazzo, di inciampare in qualche lapsus, di ritrovare persone che, lo so con certezza, mi appartengono da molte altre vite, di non capire il trucco di una magia e realizzare quindi che a volte il trucco non c'è.
Come spieghi la magia dell'amore? Dove sarebbe il trucco?

Mi è capitato di far spegnere lampioni e far saltare la luce in una stanza con un semplice abbraccio, di sentire tutti i chakra pieni di energia e di vita, di sognare e prevedere cose che sono accadute davvero.

Siamo tutti magici, se lo vogliamo. Basta aprirsi all'amore spirituale, festeggiare la vita, inspirare amore e gettare fuori la paura.
Basta non aver timore dell'irrazionale, tornare bambini, dare una possibilità a fate, gnomi, unicorni.

C'è molto di più di quello che si vede. Sta a noi cercarlo. 

Ecco perché ti ho parlato di quella fatina che vive in collina e di un cavallo alato che ogni sera, al galoppo, accompagna tutti nel mondo dei sogni. Non voleranno tutta la vita dentro di te, ma anche a quarant'anni conserverai il loro ricordo e inizierai a farli vivere nei racconti che inventerai per i tuoi figli, fino al punto di credere di averli visti per davvero.
Allora, inizierà la magia.

Non smettere mai di dare una possibilità alla magia, ai tuoi sogni.
Non sempre ad A corrisponde B.

Non credo all'algebra dei sentimenti.

domenica 10 gennaio 2016

La vita prima della vita

Chi ero io, prima di diventare tua madre?
Non so, non ricordo. Testimoni oculari giurano che facevo le stesse cose di adesso, mangiavo bevevo camminavo sbadigliavo sorridevo ai passanti. 
L'esame di Stato, quello per la patente, le feste a casa di amici, l'iscrizione agli esami all'università, la pizzata tra compagni di scuola, i viaggi le gite il primo bacio...Ci sono stati, mi dicono. Forse in una vita precedente, ribatto io.
A me sembra di aver sempre passeggiato per la strada come adesso, con l'impronta sulla guancia lasciata dal tuo piedino caldo e morbido che di notte cerca spazio tra le lenzuola, con la tua risata di fragola nella testa, il tuo odore di borotalco sulla pelle e le tue guance di mela tra le mie dita che le percorrono e le accarezzano con dolcezza.
Il mio territorio.
La mia oasi di felicità.
Cerco di ricordare gli attimi prima di te, prima del tuo ingresso nel mondo, ma...non c'è più niente, tutto si è azzerato, ho perso tutti i dati le foto i video i documenti prima del 2011. Magari mi hanno mentito, tu ci sei sempre stata. Ho sempre avuto qua accanto a me la tua vocetta miagolante che prima di dormire mi sussurra che ami G. e che i suoi occhi sono i più belli che tu abbia mai visto.
Vuoi sposarlo al castello di Noiscvesctain, come dici tu ridacchiando nel tuo maccheronico tedesco da cinquenne.
La tua migliore amica L. sarà la testimone, le hai già disegnato il vestito per la cerimonia, tu invece indosserai un abito da fiaba ispirato a quello di Cenerentola.
Mentre mi illustri i dettagli delle nozze e provi tutti i nomi più belli per tua figlia sul cognome dello sposo, io ritrovo per caso nei cassetti della memoria qualche istantanea scattata al matrimonio mio e di babbo, e tu c'eri già. Nel mio ventre. Vedi? Ci sei sempre stata.
- Vuoi essere nonna di...Francesca o Margherita? - mi chiedi tutto d'un fiato con un sorrisetto adorabile.
Sorrido anch'io e ti accarezzo la testolina castana. Hai ancora dei riflessi biondi naturali, gli stessi di due anni fa.
- Ale, ma chi eravamo noi prima di avere lei? - ho chiesto una settimana fa a tuo padre.
- Aspetta che ci penso...
Non mi ha ancora dato una risposta.
Io e babbo Ale ti conosciamo da sempre, ne siamo certi.
La nostra vita è iniziata con te.