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venerdì 30 dicembre 2011

Il postino suonaVA sempre due volte...

A volte arriva quando ci siamo appena seduti a tavola, a volte quando, infreddoliti e nudi come vermi, stiamo aprendo il rubinetto dell'acqua per buttarci sotto la doccia.
A volte, invece, il postino ti fa visita non appena hai finito di addormentare il pargolo.
Generalmente il postino suona sempre due volte, oggi invece (sarà perché siamo sotto le feste e gli effetti del vinello natalizio si fanno sentire anche a scoppio ritardato, sarà perché aveva paura di trovare un sordo con tanto di apparecchio acustico e allora, nel dubbio, ha optato per il richiamo selvaggio) si è cimentato in un unico squillo lunghissimo e assordante, come se gli fosse rimasto il dito incastrato nel pulsante del campanello. Io, schizzando giù dalla sedia della mia scrivania, mi sono quasi slogata una caviglia per scendere le scale e andare ad aprirgli, non ho fatto in tempo a mettermi uno straccio di cappotto e quando sono tornata in casa, con i ghiaccioli che mi pendevano dalla maglia...ti ho ritrovata bella dritta sul passeggino, con due occhi sgranati da gattino impaurito.
Mordendomi una mano per non strillare, ti ho portata di nuovo fuori per farti riaddormentare, ma stavolta nella fretta ho dimenticato le chiavi; così, dopo averti riportata tra le braccia di Morfeo, ho tristemente realizzato che...ero rimasta chiusa fuori!
L'impulso di spaccare la porta a ginocchiate stava per travolgermi, ma poi, tornando in me, ho tentato un'altra strada: bussare delicatamente per richiamare l'attenzione di tua nonna (nonno Puma dormiva beato da un'ora).
Toc toc...toc toc...
Niente. Devo provare in modo più deciso.
TOC TOC...TOC TOC...
A quel punto è arrivata tua nonna, ma il rumore dei miei "toc toc" ti aveva di nuovo svegliata e quindi...ripartire per la terza voltaaa!
Adesso finalmente dormi da un buon quarto d'ora, dopo tre maratone di New York su e giù col passeggino.
Grazie tante, amico postino.

martedì 27 dicembre 2011

Playback

Viaggio in macchina, nonna Gu al volante. Io e babbo Ale, mollemente stravaccati sul sedile posteriore, ci scambiamo di tanto in tanto qualche bacino furtivo da timidi innamorati ai primi appuntamenti.
Tu ci guardi in silenzio e sorridi, compiaciuta.
Di colpo nonno Puma rompe il silenzio:
- Allora Alessandro, quanti mesi ti hanno detto di stare lassù? - domanda ironico, ridacchiando.
Babbo Ale non capisce subito l'ironia della frase:

- Mesi?!? Per carità, ormai si parla di giorni, finalmente, altro che mesi!
Gongolando al solo pensiero del suo imminente ritorno ad Itaca, Babbo Ale-Ulisse abbraccia forte la sua Penelope. La pargola, sorniona - Ulisse non aveva figlie femmine, ma devo necessariamente concedermi una licenza narrativa - segue lo spettacolo e batte le manine.
Il Puma fa una risatina e precisa:
- Sì, certo, lo so, stavo solo facendo un playback...
- Un che?? - intervengo io scoppiando a ridere.
Nonno Puma intendeva dire che stava facendo un "flashback", un tuffo nel passato, ritornando col pensiero al momento in cui, un anno fa, chiese a babbo Ale quanti mesi doveva stare lontano da casa per lavoro.
Bisogna dirlo: Luca Giurato, a tuo nonno, gli fa un baffo.

giovedì 22 dicembre 2011

La "testimonial" dell'uva

- Hai visto che bel bimbo, Pati? E' il testimonial dei tuoi pannoloni, ossia è stato scelto per rappresentare quel prodotto.
Tu, intenta a dare il biberon al tuo Matteo (bambolotto biondo di cui ormai ti senti madre a tutti gli effetti), alzi per un attimo la testolina castana coronata da due codine dritte e simmetriche e scruti con diffidenza il baby-attore. "Ma che diavolo ride che si è riempito di cacca fino agli occhi", sembri pensare mentre lui sghignazza e si fa pulire dalla mamma senza fiatare. "Questo scemo ride quando lo spogliano e lo fanno restare nudo e immobile e...trova persino la forza di emettere gridolini di approvazione mentre lo rigirano come una trottola per appioppargli quel mutandone di plastica stretto e scomodo! Ma io mi domando...che cervello può avere uno che gode ad essere torturato in quel modo??".
- Ti piacerebbe fare la testimonial dei pannoloni come quel bimbo, Pati?
- Gnò! - rispondi inorridita sgranando i tuoi occhi tondi.
- E allora...di cosa vorresti essere la testimonial, gioia mia?
- Uva! - annunci, senza la minima esitazione.

martedì 20 dicembre 2011

Una trombetta per la Pati

 - Gnò! Gnò! Gnò!!! Mamma! Babbo! Gnogno Geggio!!! Gnogna!!
Tremolante e cerea in volto, ti allontani dal televisore e corri ad abbracciarmi. Sospettosa, osservo lo schermo; ecco spiegato il tutto: Makka Pakka de "La foresta dei sogni" ha fatto la sua comparsa.
- Da un mesetto circa la Pati sussulta quando vede quella brutta copia di E.T. - sospiro, guardando tuo padre che sorseggia il caffè.  
- Me ne sono accorto. Quando Makka Pakka suona la trombetta, poi, scoppia persino a piangere e corre a cercare conforto aggrappandosi alle mie gambe.
-Come possiamo fare?? - domando, afferrando il telecomando e spegnendo di botto il televisore.
- Dobbiamo mitridatizzare questa sua paura comprandole una trombetta uguale a quella di Uakka Makka - consiglia il Puma protettivo, affrontando con inusuale disinvoltura la pronuncia di una parola "scioglilingua" come "mitridatizzare", ma inciampando nel bizzarro soprannome del personaggio del cartone animato (non si può pretendere troppo).
Un tuo regalo di Natale, quindi, sarà probabilmente una trombetta come quella di Makka Pakka (seh, e chi la trova??) , ma un tuo "zio" (gli "zii" sono tutti gli amici più cari della tua mamma) ha avuto prima di noi l'idea di avvicinarti al mondo degli strumenti a fiato, infatti vorrebbe regalarti presto un sassofono per bambini.
A questo punto mi chiedo: a quando la batteria con l'autografo di Ringo Starr e la chitarra elettrica firmata da Brian May??


giovedì 15 dicembre 2011

Ah, la mamma

-...E quindi mi confermi che LUI era esattamente così?
- Proprio così. Due gocce d'acqua. Del resto, è suo padre, sangue del suo sangue.
- Ahà!! Finalmente è tutto chiaro. Grazie, a presto.
- Ciao.
Con un ghigno malefico riabbasso la cornetta. Mi sento improvvisamente Sherlock Holmes di fronte alla soluzione di un caso. La chiacchierata con la tua nonna paterna ha dato i suoi frutti. Ecco chi è, il "colpevole genetico" - già fortemente indiziato -: tuo padre!
Ma per spiegare il fenomeno dell'attaccamento morboso alla propria madre voglio portarti un esempio linguistico: gli inglesi usano un buffo idioma per designare la categoria dei bambini "mammoni":
"he-she's tied to mother's apron strings ("lacci del grembiule della mamma")", ovvero il nostro "è sempre attaccato alle gonnelle della mamma".
Niente di più vero. Io non indosso la gonna, né il grembiule, ma riesci ugualmente ad incollarti ai miei leggings e ad abbracciare forte i miei stivali con aria supplichevole, quasi a dirmi "Non andare, non lasciarmi sola, non fare come babbo che mi abbandona continuamente!".
Povero babbo, se avesse le ali volerebbe ogni giorno fin qua per farti compagnia, ma tu sei ancora troppo piccola per capirlo e quindi credi che parta perché VUOLE, non perché DEVE.
Il tuo fortissimo attaccamento nei miei confronti mi costringe a portarti sempre con me, a non voltare mai l'angolo senza averti prima presa in braccio. Bellissimo, sì, ma anche molto faticoso. 
Forse è una fase della tua vita legata alla paura dell'abbandono, sulle riviste psicologi infantili e puericultrici dicono che basta un oggetto detto "di transizione" per calmare un bambino, ma neppure il più bel pupazzo o il più morbido orsacchiotto riescono a placare la tua "fame" di mamma, e io devo esserci. Sempre.

mercoledì 14 dicembre 2011

Sonno, questo sconosciuto

La percentuale dei "cattivi dormitori", quelli che si svegliano frequentemente, è del 30% nei primi tre mesi di vita. In pratica è più frequente avere un figlio insonne che trovare una sorpresina particolare nell'ovetto Kinder ("Una sorpresa su cinque/ sarà uno di noi").
Tu sei stata una "cattiva dormitrice" soprattutto dai cinque mesi in poi, con picchi altissimi al sesto mese.
Ho sempre pensato che fosse colpa dei denti in arrivo, ma fino ai dieci mesi e mezzo non ho visto nemmeno l'ombra delle tue "zannette".
Il ricorso all'artiglieria pesante alias "giro in macchina" è una conseguenza della disperazione dei genitori che, delusi dall'inefficacia di certi metodi standard molto più rilassanti (canzoncine, massaggini sulla pancia e sulla schiena, fiabe sussurrate all'orecchio del lattante, etc) sono costretti a rivestirsi velocemente, caricare in spalla il lattante ribelle, rovistare nel giacchetto alla ricerca delle chiavi della macchina, spalancare la porta e sfidare pioggia, vento, grandine, gelo...
Avere un figlio che dorme poco, male o, nel migliore dei casi, ha "solo" quindici risvegli per notte (ebbene sì, esistono anche questi casi) non è poi così strano. I genitori che lamentano mancanza cronica di sonno, giramenti di testa, amnesie temporanee, delirio, allucinazioni...sono un numero ragguardevole.
Tu, adesso, dormi serenamente, ma esigi la mia presenza costante e se mi assento per un attimo mentre sonnecchi nel tuo lettino...sono urla da sbriciolare i vetri!
Già, da un po' di tempo sei diventata parecchio mammona, ma di questo parlerò nel prossimo post...

sabato 10 dicembre 2011

Tutto quello che una futura mamma deve sapere

Un giorno, forse, sarai mamma anche tu e io, fiera, farò sedere sulle ginocchia i tuoi splendidi pargoletti che mi terranno in ostaggio per pomeriggi interi estorcendomi confessioni del tipo "Io e vostro nonno ci siamo conosciuti d'estate, durante una festa in paese", "I vostri bisnonni erano letteralmente impazziti d'amore per vostra madre", "Vostra madre era una peste da piccola, l'avreste mai pensato??".
Ricorda, però, che il mestiere di madre non è facile, presenta i suoi problemi. Per questo voglio lasciare, a te e ai lettori di questo blog, un piccolo manuale di "manutenzione" della prole:
1) I primi giorni ti sentirai spaesata, avrai paura persino a prendere in braccio il nuovo nato. Ti sentirai stupida, ma non potrai fare a meno di pensare: "Se lo stringo a me, si romperà?".
2) Dal concepimento del piccolo la tua dimensione di "singolo essere umano" è finita, sei stata per nove mesi un marsupiale (o una matrioska, la sostanza non cambia) e lo sarai per altri X anni, finché non deciderà di non essere più preso in braccio.
3) Sottovaluterai la sua capacità di comprendere un discorso, ma te ne pentirai non appena vedrai che in realtà ha capito tutto e ha assunto l'aria di chi prende appunti e fa le sue considerazioni. Inutile pensare "Ha tre mesi, cosa vuoi che capisca". Capisce, capisce. Fidati.
4) Se ti atteggi a madre severa e risoluta quando la tua vera natura è quella di una mammoletta che cede alla prima occhiata supplichevole...è finita. Il piccolo avverte che stai fingendo e perdi credibilità. Quando ti imponi, devi essere convinta di ciò che fai. Grida esagerate o minacce di punizioni mai applicate non servono a niente, se non a crearti una pessima reputazione ai suoi occhi.
5) Il legame affettivo è importante: alimentalo giorno per giorno passando molto tempo col pargolo, facendogli molte coccole, parlandogli molto, ma soprattutto ascoltandolo. Se la madre ripeterà i suoi "gné-gné", lui parlerà presto. Forse, alla base di questo fenomeno, c'è un senso maggiore di sicurezza, ovvero il piccolo si sente importante, sa che la mamma apprezza e condivide i suoi primi tentativi di linguaggio e questo lo porta a tentarci più spesso.
6) Dormici assieme, almeno qualche volta: la tua presenza lo rassicura.
7) Anche se ti costa fatica, non ne hai voglia o, peggio ancora, detesti i divertimenti per piccoli, torna per un attimo bambina e gioca con il tuo "cucciolo". La complicità sarà massima, come pure la sua gioia.
8) Lo ami? Lo vuoi rendere felice? Non forzarlo. E' ancora piccolo per portare sulle spalle il peso della cultura.
9) Digli che per te è il centro del mondo. Dillo guardandolo negli occhi: i bambini intuiscono immediatamente la forza di un sentimento.

mercoledì 7 dicembre 2011

Cartoonite 2

- Guarda come le piace guardare i cartoni animati, è proprio incantata! - gongola babbo Ale giocando con le tue codine castane attraversate da morbidi riflessi biondi.
- Eh sì. Questo "Cartoonito" è diventato il leitmotiv di ogni serata, e devo dire che alcuni cartoni sono proprio carini...Ora, per esempio, va in onda "My Little Pony", la versione moderna di "Mio Mini Pony", il cartone animato che guardavo ogni giorno da piccola! Negli anni '80 è stato un vero e proprio must per le bambine!
Nonno Puma sorride, compiaciuto; la sua nipotina si sta divertendo. Chiunque conosca abbastanza bene il Puma, sa che ogni tanto precipita in una preoccupante dislessia, dalla quale - fortunatamente - si riprende subito.
- Vai, amore, guarda "My Little Tony"...

Perché stupirci??
Dopo un episodio come questo, datato probabilmente 2008...

- Ecco, tieni il check-up, spalmalo sulle patatine!
- Ketchup, babbo! Non "check-up"!
- Ho detto veramente così??? Hahahahaha!

...potevamo forse aspettarci qualcosa di diverso?

domenica 4 dicembre 2011

Cartoonite

Quando due diventano genitori entrano a far parte di un mondo nuovo, fatto di foreste incantate, conigli che mangiano la marmellata, orsacchiotti che ballano, canzoncine allucinogene...
La "cartoonite" è un disturbo congenito che colpisce madri e/o padri di bambini che guardano i programmi di "Cartoonito", canale presente sul digitale terrestre. Basterà passare un'ora al giorno per due mesi di fronte a "Baby Looney Tunes" e "Il trenino Thomas" e questi, assieme al camioncino Chuck, si ripresenteranno nella notte durante la fase REM, accompagnati dalle loro sigle martellanti. Li vedrai correre, cantare, rincorrersi...il tutto fino a farti perdere completamente il sonno.
Attenzione: tutto ciò, come se non bastasse, si verifica anche durante la giornata. Ti stai arrovellando il cervello per ricordare le cifre di un numero di telefono?? Ti torna in mente la sigla del trenino Thomas.
Devi portare a termine un compito oneroso? Ecco che ti si parano davanti i Baby Looney Tunes. Sei stanco/a e avresti bisogno solo di liberare la mente e rilassarti?? Hello Kitty è lì che ti aspetta, ben nascosta in un angolino del tuo cervello e pronta a farti "tana" non appena ti addormenti.
A proposito di lievi degenerazioni cerebrali causate da canzoni per bambini, mi ricordo che un giorno, mentre camminavo verso la mia facoltà, vidi uscire dall'ospedale alcuni dottori ancora in camice, diretti probabilmente verso il bar per la pausa caffè.
Uno di loro, brizzolato e sovrappensiero, lo sguardo perso nel vuoto, mentre i colleghi discutevano di una colecistectomia, intonò improvvisamente "Il coccodrilloooo comeee faaa, pa pa pa pa paa...".
All'epoca non ero ancora diventata mamma, perciò la cosa mi sorprese e pensai subito "Quel tizio non deve avere le rotelle tutte a posto".
Invece, adesso anch'io ho provato sulla mia pelle cosa significa uscirsene da una cena tra amici con la sensazione di avere Bugs Bunny sulla spalla che mordicchia una carota e ti dice "Mi sono proprio divertito stasera".
Povero dottore brizzolato, non eri matto, eri "solo" un papà.

lunedì 28 novembre 2011

Tuo padre

Stavolta tuo padre starà con noi quindici giorni. Q-u-i-n-d-i-c-i.
Devo ancora abituarmi all'idea, dato che l'ultima volta che è potuto stare così tanto tempo insieme alla sua famiglia risale ad agosto.
Presente, premuroso, affettuoso, devoto: questo è tuo padre. Sei la sua dea, sin da quando eri un feto lui mi accarezzava la pancia e ti parlava, mormorandoti frasi buffe come "Presto ti conoscerò, birbantella", "Senti come scalci, sei proprio un terremoto!", "Chissà cosa provi a stare lì dentro, poverina...", "Uhh, ora ti prendo un piedino!", ma anche dolci e romantiche tipo "Presto scoprirò chi è l'altra donna che mi ha fatto innamorare", "Dovrei avere paura, dicono che un figlio è un amore troppo grande, ma io voglio vederti al più presto" e tante, tante altre cosette tenere che già facevano intuire che, un giorno, gli avresti sconvolto la vita. Infatti, c.v.d, da quella mattina di gennaio è un uomo trasfigurato, quando torna a casa esige che tu dorma con noi nel lettone ogni notte e se abbozzi minimamente un broncio insoddisfatto o deluso si arrovella per capire il perché e finché non ti ha strappato un sorriso non si sente in pace con se stesso.
Quando ti aspettavo e fantasticavo sul momento della pappa, spesso gli dicevo "Ai bambini piace mangiare mentre qualcuno li intrattiene facendo aeroplanini col cucchiaio, facce buffe, vocine infantili..." e lui, incrociando le braccia sul petto, ogni volta mi interrompeva esclamando "Non se ne parla nemmeno! Io non mi metterò MAI a fare gli aeroplanini col cucchiaio e a creare stupide scenette! Non farò il pagliaccio per nessuno!". Durante il difficile periodo dello svezzamento, quando i tuoi strilli perforavano i timpani a tutti e ti dibattevi sul seggiolone come se ti avessero messa sopra un letto di rovi, si convinse che, in fondo, un aeroplanino di pappa non ha mai ammazzato nessuno, e così diventò in breve l'intrattenitore più coinvolgente di tutta la casa, e ancora oggi il "mago" degli aeroplanini con il cucchiaio e delle letture dei librini sonori è proprio lui, il tuo caro babbino, che tra l'altro adesso ADORA fare il pagliaccio per farti divertire.
Un po' la storia di nonno Puma che, un giorno, guardando serio il mio pancione, sentenziò:
- Io ho già dato, come nonno, non chiedetemi niente, lasciatemi stare quando nascerà quella bambina.
Ebbene, dopo la tua nascita è letteralmente ammattito, non può stare più di qualche ora senza vederti e "fare il nonno" è la sua soddisfazione maggiore.
Ma torniamo a babbo: io, te e lui insieme è un momento di rara beatitudine da quando il lavoro l'ha portato lontano. Adesso però, chiudiamo gli occhi e assaporiamo queste due settimane, poi ci sarà una piccola pausa di qualche giorno e tu probabilmente ti infurierai e griderai a gran voce "babbo", piangerai, ti farai prendere in braccio e schiaccerai il nasino contro il vetro della finestra per guardare il babbo andar via ancora un'ultima volta, ma...ricordati: babbo Ale sta per tornare da te, mancano poche settimane, e quel giorno il biglietto del treno sarà uno:
SOLA ANDATA.

giovedì 24 novembre 2011

Un po' di te

1) Soprannomi: Pati, Prauina, Bizzirchiola, Patatalleri, Topistro (soprannome, quest'ultimo, inventato da babbo Ale)

2) Segno zodiacale: Capricorno asc Scorpione, con prevalenza di pianeti in Pesci e Sagittario

3) Età: dieci mesi e venti giorni

4) Breve descrizione fisica: alta, viso tondo, guance piene e rosate, capelli castano chiaro spesso legati in due codine, frangetta sbarazzina, occhi scuri e penetranti, sguardo da birichina, sorriso sdentato ma incantevole, gambette tornite.

5) Qualche aggettivo per definirti: bella, testarda, affettuosa, ironica, tenera, gioiosa, golosa, curiosa.

6) Latte materno o artificiale? Artificiale da quando avevi un mese per cause già descritte in un altro post (mio ascesso al seno)

7) Parole che dici: mamma, babbo, nonno, tato, tata, gnò (no), bù (blu), u-bà (uva), brava, dedde (verde), pappa, chicchi (kitty), gatto, cio-cio (di etimologia ignota), accie (grazie) e altre ancora (compresi i versi degli animali).

8) Frasi che dici: "Gnò, mamma", "Babbo e mamma", "Iè?" ("Chi è?"), "Gatto miao"

9) Interessi: spaccare il mio computer, mandare in tilt il lettore dvd, demolire ogni telecomando o telefonino che ti capita a tiro, provare a cantare, ballare, ascoltare la musica, guardare i cartoni animati, osservare le persone mentre svolgono un'attività per poi ripeterla.

10) Ami: la musica, i fiori, gli animali, i tuoi genitori e i tuoi nonni, il fresco primaverile e autunnale, il colore blu, l'uva, i librini, il tuo bambolotto Matteo.

11) Non sopporti: il caldo, la noia, tutto ciò che ti limita nei movimenti (sciarpa, cappello, cinture, giacchetti, etc), stare ferma nel seggiolone, la gente che litiga e alza la voce, le scarpe e i calzini, chi non sorride mai.

12) Sogno nel cassetto: avere pieno controllo su tutti i dispositivi elettronici e poter spaccare tutto in libertà. 

13) Motto: "Chi la dura la vince"

Momenti epici

 1) UNA SCARPA DI TROPPO
- Pati, perché hai una scarpa sì e una no??
Tu, per tutta risposta, ti prendi il piedino e sfili l'altra scarpa.
- Beh, non era esattamente questo che intendevo, avrei voluto che ti mettessi la scarpa mancante, non che ti togliessi quella che avevi ancora al piede!

2) DOLCE CONSOLAZIONE
    - Pati, dai, babbo torna presto...non fare così...
    - Gnò, gnò, gnooò... (lacrime e rabbia)
    - Solo una breve pausa e poi starà con te ben QUINDICI giorni!
    Le mie parole non servono a placare un dramma che sembra non conoscere fine. Di colpo, nonno Puma se ne esce con una proposta:
  - Andiamo a comprare...qualcosa di buono?
  - U-bà! U-bà! - esclami tu, accantonando per un attimo i dispiaceri.
Al ritorno dal mercatino della frutta, sei decisamente un'altra persona. L'uva è il tuo oppio.

martedì 22 novembre 2011

Storia di un treno

Molto spesso, al mattino, io e nonno Puma ti portiamo a vedere i treni alla stazione.
All'arrivo del tuo amico roboante, esclamo:
- Eccolo, Pati, guarda! Salutalo!
 Tu, scoppiettante di gioia, alzi la manina e fai "ciao", lui sfreccia davanti ai tuoi occhi incantati, prosegue il suo cammino fino a diventare un puntino lontano e, ad un tratto, si dilegua tra la vegetazione.
Stupita, mi guardi e sorridi. Anch'io sorrido, pensando a com'è buffa la vita: su quel treno ho trascorso tante ore, mi ha portata all'università per tre lunghi anni; adesso, invece, lo guardo arrivare per far divertire te, la mia bambina di dieci mesi e mezzo.
Quando ero piccola, l'arrivo del treno era un momento magico, lo aspettavo con frenesia, tirando per il braccio tuo nonno e strillando "Quando arriva il treno?? Quando arriva??".
Mi aggrappavo alla rete che separava la ferrovia dalla strada e...non appena lo vedevo, palpitante di eccitazione, muovevo la manina e gridavo "Ciaooooo trenoooo!!!". Lui, sfrecciandomi davanti, mi rispondeva con un bel fischio. Emozionante.
Con grande dispiacere, ho notato che adesso i treni non fischiano più quando un bambino si sbraccia per salutarli, e quindi una cosa vorrei dire ai conducenti: se vedete un bambino che sventola in aria la sua manina per salutarvi, anziché proseguire a dritto ignorandolo, rispondetegli con un fischio come facevate ai miei tempi.
Si tratta di un piccolo gesto, ma ai loro occhi è qualcosa di molto grande.

Zanna Bianca

- Nonniii, stavolta ci siamo!
- Cos'è successo??
- L'ha messo, l'ha messo!
- Ma cosa? Chi?
- Il dentino! La Pati ha messo il suo primo dentino!
- Sssì. Va bene. Amore, è da quando aveva tre mesi che sento dire che questa bambina mette i denti - mi canzona nonna Laura alzando gli occhi al cielo.
- Stavolta è vero! Ammirate!
Tu, imperturbabile, posizioni la lingua sulla gengiva e nascondi la piccola puntina bianca.
- Vi assicuro che c'è, ed è pure affilatissimo.
Nonna Laura sorride e commenta, ironica:
- Tesoro, ormai non ci credo più. Resterà sdentata a vita, rassegnati.
- La MIA Pati sarà bellissima anche senza denti - puntualizza di rimando nonno Puma senza staccarti gli occhi di dosso.
- Sììì, ma figuratevi! Ce la vedete la Pati sdentata che a vent'anni dice "Shiao, shono shensha denshi"???
Il mio sketch comico ti diverte talmente tanto che scoppi in una delle tue celebri risate gutturali e sguaiate, scoprendo la gengiva col dentino incriminato.
Nonna Laura e nonno Puma trasalgono, increduli.
- Ohhhh! Ma...allora è vero! - cinguetta la nonna tutta soddisfatta.
Io le faccio la linguaccia e, gongolante, rispondo:
- Eh, sì. Dopo una lunga attesa, possiamo finalmente dire:
"Benvenuta, Zanna Bianca"!

sabato 19 novembre 2011

Rocky 2

- Il mio amore si sta svegliando...
Babbo ti contempla fiero, baciandoti una manina. Tu ti allunghi come una gatta e rotoli per due volte su te stessa, facendoti ammirare.
- Visto come cresce? Sembra incredibile, ma i suoi calzini di quattro mesi fa adesso li potrebbe mettere al bambolotto! - gli sussurro sorridendo.
- Mamma mia, è sempre più bella...
- E poi, pensa, ha imparato a fare le carezze!
- Davvero?!?
- Sì, apre la manina e te la passa con delicatezza sul viso, sfiorando appena la pelle.
- Meravigliosa! Voglio provare!
Babbo ti si avvicina e implora, con voce volutamente acuta e infantile:
- Piccolaaa, la fai una carezza al tuo babbo???
- Vedrai, ti scioglierai dalla tenerezza... - lo avverto.
Tu ti avvicini al babbo di qualche centimetro, esiti un istante, poi continui ad avvicinarti.
Lui, immobile, ad occhi chiusi, attende estasiato...
STUNF! 
- Auuuuuuuuuuuuuuuuuuuhhhh!!!!!!!!!!
La guancia di babbo vibra per il colpo preso. Gli hai dato una delle tue ormai ben note testate "a sorpresa" e, stavolta, ti sei accanita sullo zigomo.
- Porca miseria amore, che carezza! - commenta infine il povero babbo, reggendosi ancora la guancia dolente.

giovedì 17 novembre 2011

Assente all'appello

Momento del risveglio, ore nove circa.
A passi felpati, arriva nonno Puma, gravido di impazienza, intonando il suo inconfondibile "Eccola, la mia!".
- Dov'è nonno?? - ti chiede a bruciapelo, sorridendo.
Tu, sapendo bene di emozionarlo tantissimo, lo indichi sorniona.

- E mamma? Dov'è mamma? - chiede nonna Laura, che è sopraggiunta nel frattempo salendo le scale nella sua maniera rumorosa e frenetica.
Tu, per tutta risposta, mi indichi sfoggiando un gran sorriso.
Gongolante, sono io adesso a volerti fare una domanda:
- E babbo? Dov'è babbo??
Tu stavolta non sorridi, ti guardi intorno e infine scuoti la testa allargando le braccia in segno di rassegnazione.

Cominci a capire fin troppo bene tante cose. Questo, per certi versi, un po' mi dispiace, perché temo che tu, come me, senta troppo la mancanza di quel caro babbino che ti ama da impazzire e che, ogni volta che deve ripartire, lo fa lasciando scendere qualche lacrima.
Tranquilla piccola mia, presto saremo di nuovo con lui, e non ci sarà più quel treno che ogni lunedì mattina lo inghiotte per portarlo lontano...

mercoledì 16 novembre 2011

I baci solo a me!

- Vedi amore, lei è TUA mamma, ma per me è MIA figlia, come te lo sei per lei. Quindi, io sono SUA mamma...
In un impeto di tenerezza, nonna Laura si avvicina a me e mi dà un bacino. Tu, divertita, batti le manine e ridacchi emettendo un buffo gorgoglìo. Nonna mi dà un altro bacino, e stavolta però noto che la cosa ti diverte meno. Al terzo bacino sei decisamente nervosa, grugnisci e aggrotti le sopracciglia guardando verso il basso.
Onde evitare che tu ti ingelosisca troppo, ti schiocco anch'io un bacino sulla guancia, poi decido di dare dimostrazione dell'affetto che nutro per tua nonna, e mi avvicino dicendo:
- Aspetta, guarda, anch'io do un bacino alla MIA mamma...
Smack!
Inorridita, fissi me, fissi tua nonna, bofonchi un'accozzaglia incomprensibile di suoni e scuoti la testa più volte.
Credo che il messaggio fosse piuttosto chiaro: "I baci di mamma io non li divido con nessun altro!"

Blackout...bagnato

Cambio del pannolino: con aria sospettosa, mi scruti pensando "Mi tocca di nuovo?", io ti leggo nel pensiero e sussurro "Amore, dobbiamo farlo, sei piena di pipì. Ti assicuro che sarò ve-lo-cis-si-ma.".
Grazie alle mie rassicurazioni, ritrovi il tuo classico sorriso disteso e spensierato e fissi il soffitto lasciandomi "lavorare" in tutta tranquillità.
- Amore, guarda la paperellaa...dai che tra pochissimo sei pronta e puoi gustarti i tuoi adorati cartoni animati...e dopo, se non c'è troppo vento, ti porto fuori in giard...
ZAC! BLACKOUT IMPROVVISO.
La luce mi ha abbandonata nel momento più delicato, quello in cui tu sei rimasta nuda come un verme ed io ho in una mano il pannolone pulito e nell'altra quello fradicio di pipì.
- Proprio adesso doveva succedere?? Proprio adesso?? - esclamo imbestialita, mentre tu perdi improvvisamente la pazienza e inizi a grugnire e strillare con rabbia.
Non sapendo più come fare, ti sollevo dal letto per paura che tu cada di nuovo (vedi episodio di qualche giorno fa) e ti prendo in braccio tenendoti ben stretta. La luce non torna, io e te siamo immobili al centro della stanza e nonno Puma è già in allerta, lo sento mugugnare "La piccina adesso sarà spaventatissima!".
Nel silenzio della camera sento un suono strano, sembra acqua che sgorga. Penso subito "Avrò lasciato aperto il rubinetto del lavandino" e torno ad accarezzarti la testolina morbida.
Di colpo, tac! Torna la luce! Soddisfatta, faccio un passo in avanti per riappoggiarti sul letto, ma scivolo su qualcosa di liquido e plano a "pelle di leone" sul letto. L'odore che prima avevo ignorato si diffonde nella stanza. La tua risata sguaiata e malefica mi accende una lampadina in testa: pipì! Durante il blackout, per la paura, hai scaricato completamente la tua vescica sul pavimento!

Essere mamme significa essere versatili, trasformiste, capaci di adattarsi a ogni tipo di situazione, diventare infermiere, cuoche, baby-sitter, insegnanti...Mi mancava ancora di dover vestire i panni dell'idraulico, ma bastava aspettare il primo blackout...

lunedì 14 novembre 2011

Rocky e Scarface

 Hai appena tracannato il tuo latte delle sette e mezzo e adesso, morbidamente accoccolata tra me e babbo, cerchi di riprendere sonno.
Babbo ti porge la guancia in attesa di un bacino, e in un attimo...smack! Parte lo schiocco! Lui diventa di mille colori, paupula come un pavone innamorato, si abbarbica alle tue gambe, infine adagia la testa sul cuscino e sospira profondamente:
- Che bello essere padri! 
Nel giro di pochi secondi, sento un colpo secco e un urlo di dolore:
- Ahhhhhhh,  il nasoooo! Il nasoooo!
Memore delle settimane scorse, non tardo a capire cosa è successo: gli hai dato una delle tue classiche testate "a sorpresa" che possono colpire indifferentemente naso, denti, occhi, zigomi o fronte.
Quella sul naso è particolarmente dolorosa, sembra di aver ricevuto un diretto da Rocky Balboa.
Qualche minuto di tregua, poi un altro grido disperato:
- Aiutooo! La mia boccaaaaa!!!!!!!
Stavolta, come un gattino, ti sei avventata sul viso del povero babbo ricoprendolo di graffi (la verità è che per te i graffi equivalgono ancora alle carezze).
- Su, babbo, cerca di non pensarci, è più che normale che la Pati voglia giocare, al mattino. Chiudi gli occhi e cerca di riaddormentarti...
- Sì, provaci te, a dormire, con questa che ti strappa la faccia...

venerdì 11 novembre 2011

Salto nel buio

Per la serie "le malefatte della Pati non finiscono qua", la mattina scorsa mi hai regalato un risveglio decisamente agitato. Ma andiamo per gradi...
Ore 2.00: notte fonda, ti rigiri nel lettino mugolando "mamma". Mi sveglio, scendo dal letto e vengo ad accarezzarti sulla fronte per tranquillizzarti. Ti riaddormenti, ma io perdo il sonno per una buona mezz'ora.
Ore 3.30: ti svegli piangendo e gridando "mammaaa!!!". Ci siamo, è arrivato il momento in cui vuoi essere trasferita nel lettone per dormire abbracciata a me. Mi alzo e ti prendo in braccio cullandoti, adagiando il tuo corpicino delicato sul materasso.
Ore 5.30: nel silenzio, sento un tonfo sordo e uno strillo agghiacciante: ancora intontita - ero entrata da poco nella fase più appagante e profonda del sonno -, non arrivo subito a capire cosa è successo, ma dopo un paio di secondi realizzo che ciò che più temevo è accaduto: sei caduta dal letto. Spaventatissima, ti sollevo da terra mentre tu piangi come una fontana. Tremo, balbetto "Amore, co-come stai???", ma sembri inconsolabile. Ti analizzo nei dettagli accendendo la luce: sei pallida, ma non presenti ferite né ammaccature superficiali.
Ti porto in bagno e guardo la mia faccia nello specchio: ho il pallore di un mimo di strada e l'espressione di una cernia appena pescata. La paura mi ha resa uno spettro. Invece tu, di fronte allo specchio, esplodi in una fragorosa risata, e da lì capisco che ti è passato tutto. Decisamente più serena, me ne torno a dormire, ma stavolta tento di rispedirti nel tuo lettino; inutile dire che ti opponi con fermezza e riguadagni la tua postazione accanto a me nel lettone, stringendomi forte. Non sapendo più cosa fare, decido di telefonare a tuo padre che ha appena concluso il turno di notte all'ospedale e mi sfogo raccontandogli tutto. Lui sospira, dice "Che peste, la mia Pati, certo c'ha il vizio di buttarsi di sotto dal letto!" (per la cronaca, è successo già altre quattro volte, e la prima volta avevi solo cinque mesi).
- Sì, Ale, mi ha fatto prendere uno spavento che non ti dico.
- Coraggio, dopodomani sono finalmente da voi.
Alla fine, esausta, decido di sfidare la sorte e ti tengo nel letto con me, ma stavolta il mio sonno, si capisce, è molto più leggero...

giovedì 10 novembre 2011

Nascondino a sorpresa

La storia che voglio raccontarti è questa: due giorni fa ne hai combinata un'altra delle tue.
Pomeriggio di pioggia, non possiamo uscire, quindi guardiamo i cartoni animati. Dopo un po' tu, annoiata, ti metti a gironzolare per la casa, entrando e uscendo dalla cucina a più riprese.
Io, seduta sul pavimento, ti seguo con lo sguardo senza mai distrarmi, per avere la situazione sotto controllo. Ad un certo punto tua nonna mi chiama in cucina, e nel frattempo con la coda dell'occhio vedo che ti stai spostando verso il salotto. Ferma sulla porta di cucina, per sincerarmi che tu sia al sicuro e lontana dai pericoli (prese della corrente, spigoli dei mobili, etc) ti osservo in silenzio: sei inspiegabilmente mite, ti mordi una manina e, comodamente distesa a pancia in giù su un cuscino, guardi la televisione commentando con risolini e borbottii nel tuo dialetto incomprensibile (solo tra lattanti vi intendete a meraviglia, noi adulti dobbiamo "interpretare").
Quando esco dalla cucina trovo semiaperta la porta che dà sulle scale per andare al piano di sopra. Con un guizzo al cuore, mi precipito in salotto e, spaventatissima, soffoco a stento un grido:  
DI TE, NESSUNA TRACCIA.
Inizio a chiamarti, ma la voce si spezza, si riduce a un gracchìo flebile e appena udibile. "Patiiiiiiiiiiii??? Dove sei??? Pati! Rispondi! Patiiii!".
Niente, non emetti una sillaba.
Iniziando veramente a temere il peggio corro su per le scale, terrorizzata all'idea che tu possa aver salito i gradini sfuggendo al mio controllo. Quando arrivo in cima e non ti trovo, sento che l'ansia aumenta ulteriormente. Scendo le scale con le gambe che mi tremano, arrivo in cucina e, ansante per la paura, esclamo guardando tua nonna:
- La bimba non c'è, non c'è!
Torno a cercarti in salotto, frugo dappertutto, ma...all'improvviso tiro un sospiro di sollievo: la tua testolina castana fa capolino da dietro la poltrona. Sollevata, vengo ad abbracciarti e tu cominci a sghignazzare fiera della tua bravata e mi fai una carezza sussurrando "mammaaa...".
D'altra parte, sei geneticamente programmata per questo tipo di scherzi: la sottoscritta a due anni si nascose nel sottoscala di casa e la ritrovarono solo dopo un'ora di penose ricerche. Anche in quel caso tanta paura e, in più, qualche sculaccione ben assestato.

mercoledì 9 novembre 2011

Animali, frutta e colori

In quest'ultimo periodo ti sei impegnata molto nel migliorare il tuo repertorio linguistico. Se fino a un mese fa il tuo chiodo fisso era ripetere a oltranza la parola "mamma", adesso il tuo vocabolario è sempre più ricco e stimolante.
Cominciamo dagli animali: ormai alla domanda "Come fa il gatto?" rispondi serafica "Mao", mentre il cane fa "Bubububu", la mucca "Ammuuuu" e la pecora "Eeeeeee".
Passiamo alla frutta: da qualche giorno hai scoperto che ti piace un sacco l'uva (tale madre, tale figlia) e quindi, quando ti chiedo cosa vuoi mangiare per merenda, rispondi "Uu-ba" (eseguendo inconsapevolmente un betacismo , come lo spagnolo che dice "Balensia" per "Valencia"; una linguista in fieri). La banana è diventata "Annana", mentre la pappa viene accolta con un "Brrrrr" accompagnato da smorfie di disgusto e decisi movimenti della testa in segno di diniego (è ormai noto anche all'intonaco del muro che il tuo sogno sarebbe quello di rovesciare tutta la pappa in terra e pasteggiare solo col cibo che mangiamo noi adulti).
Non è infatti un caso che la parola "pappa" non rientri nel tuo vocabolario, ma che invece la pizza sia "Ona" (starà forse per "Buona"???).
Da ieri sera, tuttavia, hai tralasciato per un attimo animali e frutta e ti sei "dedicata" ai colori: dunque, se adesso ti domando "Qual è il tuo colore preferito?", la solerte risposta è "" (esattamente come tua madre, anche tu vai matta per il blu...ehhh, il sangue non è acqua!!!).
Quante nuove parole, quanti progressi. Non ci sono dubbi, stai crescendo. Lo dimostra anche il fatto che da una settimana circa hai una nuova passione: nasconderti. E, a proposito di questo, voglio raccontarti una storia...(continua).

martedì 8 novembre 2011

Impariamo dai bambini

Impariamo dai bambini 

A sporcarci di marmellata 


A osservare con stupore 

Il volo di un aquilone

Impariamo dai bambini


A render grandi le piccole cose


A far di un ramoscello un bosco incantato

E di un tappeto azzurro un cielo stellato... 

sabato 5 novembre 2011

La "pumite"

Il nome lì per lì non ti dirà niente, ma se lo analizzerai a fondo capirai che deriva da "puma", e "Puma" è il soprannome di nonno Geggio.
La pumite è un raptus violento che ti prende soprattutto sul far della sera, quando in realtà dovresti dormire. Ad occhi sbarrati, cerchi disperatamente la sagoma di nonno Puma che a momenti scompare per ritirarsi nella sua "tana" (la camera-studio al piano di sotto).
La tv è sintonizzata su "Cartoonito", ogni sera trasmettono lo stesso cartone animato con protagonisti dei pupazzi che ricordano un po' i Teletubbies, un mantra per favorire il sonno dei più piccoli. Recita più o meno così:
- Fate la nanna, Pontipines...e tutti adesso fanno la nanna...Upsy Daisy, Makka Makka e Tombliboo fanno la nanna...ma...cosa vedo???Attenzione! C'è ancora un bambino che non sta facendo la nanna! Iggle Piggle! - e a quel punto, mentre tu rimani immobile in venerazione al cospetto del pupazzo ribelle, io e nonna commentiamo: "Ecco, il tuo nuovo soprannome sarà Iggle Piggle! Sei come lui, non vuoi mai andare a letto la sera!".
Alla parola "letto" scatta la pumite: in nonno sai che trovi sempre un alleato, sai che ti giustifica ogni malefatta, che ti fa da "palo" in ogni situazione. Affetta da pumite acuta, gattoni verso il nonno e inizi a frignare, a lamentarti, comunicandogli in gergo che hai bisogno di aiuto. Complice e protettivo, il Puma ti prende in braccio e inizia a farti girare per la stanza. Tu sghignazzi tutta soddisfatta, nel frattempo anche Iggle Piggle è andato a letto e il cartone animato si conclude con un quadretto idilliaco molto poco realistico di tutti i pupazzi che ronfano felici.
Iggle Piggle

giovedì 3 novembre 2011

Quelli che rompono...le uova nel paniere

Ci sono giornate in cui ti addormenti dopo pranzo senza bisogno della solita artiglieria pesante; d'improvviso noto che il tuo sguardo, da pungente e divertito, diventa statico, fisso nel vuoto. Ci siamo: è il segnale che ti stai addormentando. Cominci a dondolare a destra e sinistra, la testa che ruota disegnando ampi cerchi come in una sessione di yoga, poi assumi uno sguardo truce tipo Marlon Brando ne "il Padrino", abbassi la testa e gli occhi piano piano si chiudono. A volte ti addormenti così, con la testa piegata in avanti, allora io ti sollevo leggermente e ti sdraio sul passeggino. Ogni tanto mi fermo a guardarti mentre sonnecchi: le labbra dischiuse, a forma di cuore, le ciglia delicate che fanno da velo sugli occhi, le guance rosate e piene, i capelli castano-biondo che incorniciano il volto...I bambini quando dormono sono ancora più belli, hanno un candore e una grazia insuperabili. Così, mentre fai la nanna tutta infagottata nel tuo piumino, qualche volta ti porto ai giardini pubblici oppure in centro. Quando mi ripeto, tutta soddisfatta, "Guarda come ronfa, ce l'ho fatta a farla dormire subito oggi, è bastato pochissimo!" è la volta buona che arriva puntualmente qualcuno che non mi vede da secoli e, notando il passeggino, mi avvicina strillando vari "Che bello vedertiiii caaaraaaaaaa", "Come ci si senteeee ad essere mammaaaaaa????", "Che mamminaa giovaneee, bravaa, bravaaa". Io saluto, ma sottovoce, e puntualizzo subito "Dorme" indicando il passeggino. Il più delle volte l'interlocutore capisce e abbassa i toni, ma certe volte c'è chi si scalda ancora di più e lancia un grido da coyote:
- UHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH! La picciiiiiinaaaaaaaaa! Fammela vedereeeeeeeeeeeeeeeeeeee!...AAAAHHHHHHHHHH com'è bellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Il risultato lo puoi immaginare: io mi sento gelare, tu sobbalzi, spalanchi gli occhi e, spaventatissima, inizi a piangere. Per calmarti spesso ci vuole più di mezz'ora, per riaddormentarti a volte non basta nemmeno un pomeriggio intero.

mercoledì 2 novembre 2011

Fretta di crescere? No, grazie.

Un pomeriggio, facendo zapping col telecomando, mi sono imbattuta in un programma che mostrava alcuni bambini "prodigio" intenti a ripetere nozioni di geografia, storia e letteratura a soli due anni. Mi sono soffermata ad ascoltare e ho provato una sensazione strana, ben lontana dalla curiosità e dal compiacimento.
Il programma mostrava una bambina che a due anni sapeva già leggere come un adulto grazie a uno speciale training che potenzia le capacità. In parole povere, si può arrivare a trasformare dei bambini sotto i quattro anni in piccoli Einstein in grado di parlare, scrivere e leggere meglio dei loro genitori.
Interessante? Geniale? Innovativo?
Per quanto mi riguarda, i bambini dovrebbero avere il diritto di crescere secondo i loro ritmi naturali.
Perché privarli prematuramente della spensieratezza che in futuro tante volte rimpiangeranno?
C'è tempo per diventare grandi e provare il morso dello stress e delle preoccupazioni.
L'idea che esista un programma che plasma genietti obbligati a non deludere mai più i genitori mi fa rabbrividire, l'infanzia è un periodo di gioia e i bambini sono scanzonati per natura, sporchi di pappa o di marmellata, sorridenti sull'altalena...Un bambino privato della sua beata incoscienza è un bambino triste, oppresso, spesso bloccato nelle esternazioni affettive per un eccesso di rigidità morale.
Non nego che sia bello insegnare qualcosa di nuovo ai nostri figli, ma sarebbe giusto non pretendere di bruciare troppo le tappe.
A ogni cosa il suo tempo, e i nostri bambini ci ringrazieranno.

venerdì 28 ottobre 2011

Techno-baby

Da un po' di tempo ho come l'impressione di avere in casa un piccolo ingegnere elettronico con un gusto perverso per i pulsanti: accendi e spegni il televisore, fai partire il lettore dvd, premi "play" e azioni il videoregistratore che ormai ha l'età di tua madre, poi in una frazione di secondo - il tempo di intravedere un fotogramma del video - hai già premuto "stop" ( inutile dire che ormai siamo rassegnati a vedere i film a frammenti).
I tuoi cartoni animati della Disney prima li seguivi tutti dall'inizio alla fine senza interruzioni e anch'io potevo rilassarmi accanto a te e guardarli in pace, adesso invece ogni dieci secondi gattoni verso il registratore e premi "stop", oppure - peggio ancora - spegni direttamente la televisione, girandoti poi verso di me con aria trionfante.
Ieri sera hai scoperto il piacere proibito del tasto di accensione del computer. L'hai premuto e...tac, s'è spento tutto di colpo. Ovviamente ho perso i dati non ancora salvati, ma una mamma sopporta questo ed altro.
A proposito di computer, qualche mese fa stavo parlando su Skype con tuo padre e non immaginavo che tu potessi afferrare la tastiera e combinare disastri, invece ti sottovalutavo: così, di punto in bianco, dalla mite creaturina di quattro mesi che si lascia cullare tra le braccia della sua mamma, ti sei trasformata in una belva assassina programmata per distruggere il mio computer, hai preso la tastiera, l'hai sollevata con una forza inaudita, l'hai lasciata ricadere e con le manine hai percosso a caso tutti i tasti che ti sono capitati a tiro.
Inorridita, ho guardato il monitor e ho cercato di richiudere le oltre trenta finestre che si erano aperte dopo il tuo "passaggio" ma queste, purtroppo, durante i miei tentativi di porre fine al disastro, si moltiplicavano senza pietà. Inoltre, sul desktop lampeggiava la scritta "ricerca virus in corso..." e Firefox era sintonizzato sull'opzione "Avvia navigazione anonima" (!).
Niente da fare, sei l'Attila dei computer, dove passi te non c'è più speranza per un pc.
Ancora un po' di tirocinio (chissà quanti documenti word mi spariranno) e l'informatica per te non avrà più misteri...

giovedì 27 ottobre 2011

Il valore dei sogni

Oggi la maggior parte delle persone vanno talmente troppo di fretta che non si soffermano neppure più a pensare, a creare, a sognare. L'arte è vita, l'inventiva è la nostra linfa vitale. Mi auguro che tu possa diventare fantasiosa, creativa, sognatrice, senza cedere alla pressa del cinismo, della razionalità tout court. Cosa saremmo senza i nostri sogni, i nostri giardini segreti, le nostre oasi nascoste dove sostiamo a dissetarci dopo una delusione? Cosa c'è di più bello di poter scrivere una canzone, una poesia, mentre fuori il mondo corre a duecento all'ora e noi in silenzio, nella nostra camera, tingiamo di colori e di speranza un foglio di carta, oppure registriamo i nostri pensieri tamburellando le dita sulla tastiera del nostro computer?
Oggigiorno la parola d'ordine è "velocità". Si fa tutto di corsa, senza riprendere fiato, rischiando di inciampare, ma l'importante è correre, superare gli altri, come se la vita fosse una gara ad ostacoli.
Non voglio che tu diventi una tartaruga che si fa passare avanti da tutti, questo no, ma sarei ben felice se tu imparassi a lasciarti sciogliere in bocca la vita piuttosto che prenderla a morsi senza sentirne neppure il sapore.
Questo è quello che mi auguro per te, amore mio.

"Mamma" si può dire in sette modi diversi

Da più di due settimane non fai che ripetere "mamma". Il tuo "mamma" sembra il vocabolo di una lingua tonale, da quante sfumature prende a seconda dell'intonazione che usi. Ecco le principali:
1) "Maaaaaaaaaaammaaaa..." (tono da suocerina acida, risentito, le "a" superano le "m", intonazione decisamente verso l'alto ) = "Vienimi a prendere, qua non ci voglio più stare/questo non lo voglio più fare/!"
2) "Ma-ma-ma-ma" (intonazione verso il basso, ridendo divertita) = "Quanto sei divertente, mamma!"
3) "Mamma?" (tono interrogativo, secco) = "Beh? Non mi fai mangiare/bere/giocare-?"
4) "Maaammmmmmmmmaaa..." (tono caldo, pieno di pathos, le "m" - pronunciate in modo morbido e avvolgente - superano di gran lunga le "a") = "Vorrei poterti dire che ti voglio un mondo di bene"
5) "Ma-a-ma-a-ma-a" (pronuncia sincopata) = "Sono disperata, odio troppo il fatto di dovermi far cambiare il pannolone, lo puoi fare in un altro momento così mi dai il tempo di prepararmi psicologicamente?"
6) "Mam? Mam? Mam?" (forma interrogativa troncata) = "Ti richiamo alla mia attenzione"
7) "Maaaaaaaam" (forma esclamativa troncata, tipica delle prime ore del mattino) = "Sono appena sveglia e quindi non ho molta voglia di dire per intero le parole, ma tanto tu mi capisci lo stesso...Buongiorno!"

Il mio "mamma" preferito, si capisce, è il numero quattro. Oggi, poi, hai fatto una cosa che mi ha provocato i classici lucciconi agli occhi: dopo aver detto il tuo "mamma" numero quattro per ben tre volte di fila e con intensità crescente, tua nonna ti ha chiesto: "Cosa significa la mamma per te?" e tu, senza batter ciglio, hai schioccato la lingua dandomi un bacino da lontano e poi hai allargato le braccia per stringermi. Un'emozione che mi ha mozzato il fiato e mi ha lasciato stordita per tutta la giornata.

martedì 25 ottobre 2011

Gioie della maternità

Non c'è cosa più bella di:

1) Vederti stiracchiare al mattino come un micetto mentre mi cerchi con lo sguardo e vorresti dirmi "Uah, che bella dormita mi sono fatta! Ora però coccoliamoci".

2) Sapere che, se mi sposto un attimo in un'altra stanza, tu mi aspetti fiduciosa e, al mio ritorno, mi accogli con le braccia aperte e un gran sorriso estasiato.

3) Sentirti miagolare "mamma" quando ti prendo tra le braccia e ti ricopro di baci.

4) Dormire abbracciata al tuo corpicino profumato e sentire le tue guance soffici che sfregano il mio collo.

5) Prepararti la pappa mentre tu mi osservi rapita e probabilmente pensi "Quante cose nuove posso imparare, ogni giorno che passa!"


6) Comprarti un gioco e capire, dai tuoi gridolini, che ho "colpito nel segno".

7) Insegnarti i nomi dei colori e degli animali in inglese e notare che anche a te, come a me, piace la meravigliosa lingua di Albione.

8) Farti ascoltare la musica e vedere che balli e canticchi con grande disinvoltura.

9) Cantare per te e scoprire che sei la mia fan più sfegatata.

10) Guardarti mentre ti diverti un sacco aggrappata al tuo cavallino a dondolo.

11) Ripensare al momento in cui sei nata e commentare, tra me e me "Sembra ieri, eppure..."

12) Riguardare le tue vecchie foto e confrontarle con il presente, concludendo che un bambino cambia di mese in mese in modo sorprendente. 

13) Farti sentire il sapore di una cosa che non avevi mai mangiato prima e notare che schiocchi la lingua con grande compiacimento.

14) Rileggere i diari della gravidanza e sorridere pensando che adesso quel fagiolino è una birbantella con le codine e le scarpette per i primi passi.

15) Vedere che in famiglia hai riportato il sorriso anche a chi credeva di non poter ritrovare più la felicità.

16) Sapere che il prossimo Natale sarà il più bello degli ultimi anni perché ci sarai tu a renderlo speciale.

Per questo e molto altro, grazie. Ti amo, piccina.

lunedì 24 ottobre 2011

Il canto della megattera

Da qualche giorno hai iniziato a cantare. Sì, hai letto bene, e hai anche una voce incantevole: intonata, melodiosa, armoniosa.
D'altra parte, non poteva essere diversamente: al secondo mese di gravidanza ho fatto un concerto, al terzo mese un'altra serata col gruppo, al quinto mese mi sono sposata e per il matrimonio ho cantato tutta la sera per gli invitati,  infine all'ottavo (quando ero ormai una pancia ambulante) ho fatto la mia ultima comparsa sulle scene cantando solo tre brani, per giunta piuttosto soft (a 32 settimane l'udito del feto ha ormai completato il suo sviluppo, dallo spavento tu avresti cominciato a muoverti come una biscia e io avrei rischiato di partorire sul palco). Un giorno potrai dire: "Quando ho calcato il palcoscenico per la prima volta ero ancora un embrione", e nessuno commenterà che stai esagerando.
Dopo tutta questa serie di esibizioni, comunque, non mi sarei per niente sorpresa nel vederti nascere con un microfono in mano e una Gibson Les Paul a fianco.
Ma torniamo alla situazione attuale: allo scoccare dei tuoi dieci mesi canti divinamente.
Nonno Geggio, deliziato dalla tua vocina in pieno stile "Zecchino d'Oro", ha paragonato le tue performances al canto della megattera, un cetaceo misticeto che intona sempre la stessa melodia, una serie di vocalizzazioni con gradazione dal basso verso l'alto con aumento di frequenza.

Ringrazia pure tuo nonno se adesso in casa, per tutti, sei diventata "la Megattera".


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domenica 23 ottobre 2011

Una bambolina che fa no, no, no

Domenica. Ore 19.00 circa. Babbo riparte per Verona (per la cronaca, questa settimana si è potuto fermare qua solo per un giorno).Ti prende in braccio, schiocca un bacio sulla tua guanciotta morbida, poi ti appoggia in terra per farti gattonare, bacia me, saluta tutti, apre la porta e se ne va.
Inizialmente non dai peso alla cosa e ti butti sui tuoi giocattoli, indignandoti a bassa voce con un pezzo delle costruzioni, ma dopo qualche minuto alzi la testina, guardi la porta e, scuotendo la testa, bofonchi corrucciata:
- Gnò!
Dopo pochi secondi, mi guardi con le sopracciglia aggrottate, osservi i tuoi nonni e scuoti la testa, quasi a chiedere "Beh? Voi non dite niente di questo abbandono improvviso?? Ogni settimana si ripete la stessa storia, esigo spiegazioni!
Torni a molestare il cubo delle costruzioni con un'aria strana, un mix di mestizia e disgusto.
Passano appena dieci secondi che già torni all'attacco; in un climax di aggressività, scaraventi il cubo con rabbia colpendo un'innocente paperella di gomma, gattoni fino al televisore, lo spegni, torni indietro fino a raggiungere il divano e ti aggrappi a un bracciolo; afferri la mia borsa, la sollevi per un manico rivelando una forza erculea, la lasci cadere sul pavimento con un tonfo sordo ed esclami:
- Gnò, gnò, gnò!
Io resto sul divano a godermi la scena, trattenendo un risolino divertito, mentre nonno Geggio commenta:
- Senti, ha imparato a dire di no! E chi la ferma più, ora!
- "E' una bambolina che fa no, no, no", cantava Michel Polnareff negli anni sessanta - commenta la nonna compiaciuta.
Cerco di prenderti in braccio per darti un bacino e farti una carezza sulla testa, ma ti sottrai alle mie premure ripetendo "Gnò, gnò, gnò", da leggere come "Rimanda a dopo le smancerie, ora lasciami sola nel mio dolore".
In genere l'età dei "no" è intorno ai due-tre anni, momento in cui il bambino sfoggia la sua sete di indipendenza e utilizza il "no" per porre dei confini tra le sue idee e quelle degli altri. Tu hai nove mesi e venti giorni (!).
Che dire? Speriamo sia stata solo la rabbia nel veder partire tuo padre...

venerdì 21 ottobre 2011

Nonno Geggio

Prima o poi doveva succedere: hai chiamato tuo nonno Sergio per nome.
Che fosse cotto stracotto di te non è mai stato un mistero, ma adesso io e tua nonna cominciamo seriamente a preoccuparci, dato che sono tre giorni che va su e giù per la casa ripetendo "piccina, piccina..." e vorrebbe addirittura svegliarti mentre dormi come un sasso (Distruggere il mio faticoso lavoro di un'ora! Inaudito!)
Gli uomini a volte si innamorano, in tarda età, di una donna molto più giovane di loro, tuo nonno invece ha provato i brividi della cotta senile con te che, appena nata, gli hai mostrato due occhi scuri e sorridenti incastonati in un musino tondo da gatta e...l'hai stregato all'istante.
Insomma, è successo: hai chiamato tuo nonno per nome. Eravamo al supermercato e tu, distrattamente, hai mormorato "nonno...". Fin qui niente di nuovo, l'avevi già detto altre volte, ma poi la nonna ti ha chiesto:
- Come si chiama nonno?
E tu, con disinvoltura:
- Geggio.
La reazione del nonno (ormai da tempo abituato a sentirsi chiamare in famiglia solo "Puma") è stata la seguente: rapido cambio di tonalità del viso, dal rosso geranio al rosa fucsia passando per un preoccupante madreperla (temevamo il collasso), balbettii incontrollati, tremore diffuso, risolini, bavetta alla bocca, sguardo inebetito e assente.
Se prima c'era qualche dubbio, ora sai che è definitivamente tuo.
Ora ti svelo un segreto: tuo nonno lo hai riportato letteralmente in vita, dopo un anno dalla scoperta della sua malattia e l'operazione. Sei il suo raggio di sole, la gioia che non si aspettava più. Al mattino, quando viene a salutarti, non sente nemmeno più la fatica delle quattro rampe di scale che vi separano. Fantastico.

Concludo questo post con una bellissima frase trovata su internet, esprime ciò che un nipote rappresenta per i suoi nonni :
"Un fiore che si schiude d'autunno fra i rami di un albero che perde le foglie. Uno lavora tutta la vita, non prende più in braccio un bambino e d'improvviso scopre la sua morbidezza. E la parte tenera di sé che aveva sempre trascurato. Sente che può lasciarsi andare. Così per il primo nipote c'è chi perde letteralmente la testa". 

mercoledì 19 ottobre 2011

L'importanza della lode

"Tutti i bambini nella prima parte della loro infanzia sono egocentrici, questa caratteristica è tipica del loro sviluppo cognitivo, linguistico e affettivo. Il concetto di egocentrismo infantile è stato introdotto dalla teoria dello sviluppo mentale di Piaget, elaborata attraverso centinaia di osservazioni dirette del comportamento infantile. L’impianto teorico prevede che il bambino crescendo attraversi degli stadi ben definiti che illustrano come avviene lo sviluppo cognitivo. Il neonato è egocentrismo puro in quanto è in grado solo di esercitare i propri riflessi e rifiuta ogni oggetto che non soddisfa i propri bisogni, non ha ancora sviluppato dei confini tra la consapevolezza dei sé e del mondo esterno".

Egocentrici sì, senza dubbio, ma anche molto sensibili all'adulazione, aggiungerei.
Andiamo per gradi.
Fino a poco tempo fa la giornata-tipo assieme a te si poteva riassumere più o meno nel seguente modo:
1) Risveglio
2) Cambio del pannolone: tu urli, strilli, tiri calci, sgusci via gattonando fino alla testiera del letto; io cerco di riacchiapparti per adagiarti sul fasciatoio. Effettuando questa mansione perdo quattro mesi di vita.
3) Cerco di vestirti, ma tu inizi nuovamente a strillare, ti agiti come una lucertola, chiami all'appello "mamma", "nonno", "nonna", "babbo" e "tato" (probabilmente il tuo pupazzo), poi - dopo una lotta estenuante - decidi di farti mettere i pantaloni. Al termine della missione ho perso sei mesi di vita.
4) Ti imbocco per darti la pappa, ma se hai la luna storta (cosa non molto difficile) inizi a sputare, sbavare, fare pernacchie, spargere la minestra sul tavolino del seggiolone modellandola come fosse pongo...Perdo altri quattro mesi di vita.
5) La sera cerco di addormentarti, ma spesso ti ribelli, strilli, non vuoi cedere al sonno anche se non ce la fai più a tenere gli occhi aperti. Perdo sei mesi di vita, otto se ho dovuto utilizzare l'artiglieria pesante (vedi post "Le peripezie di Babbo Eona").
Perciò ogni sera, quando andavo a letto, mi ritrovavo con quasi due anni in meno da vivere. Inquietante.
Non era semplice trovare una soluzione, ma stamattina mi sono svegliata particolarmente lucida e con una geniale espressione latina in testa: captatio benevolentiae.
Giocare la carta dell'adulazione. Lodare. Elargire complimenti. 
Funziona con gli adulti, figurarsi con un bambino che è la massima espressione del narcisismo.
Infatti, dopo pochissimi minuti, eccomi all'opera:
1) Risveglio
2) Cambio del pannolone: "Guardate com'è brava la mia piccola, come sta ferma, buona...lei è la migliore in assoluto" (l'operazione, incredibile ma vero, si conclude rapidamente e con successo. Mi riprendo quattro mesi di vita.)
3) Vestizione: "Nessuna bambina si fa vestire così bene, nessuna bambina è così calma e dolce...Guardate come infila il piedino nel pantalone..." (Operazione compiuta senza uno strillo. Mi riprendo sei mesi di vita.)
4) Momento della pappa (entra in scena Sofia, la bambina fittizia da non prendere assolutamente ad esempio): "Guarda Sofia, guarda la Pati, come mangia tutta la pappa...lei sì che è brava, mica come te che sei stupida e sputi tutto per terra...invece la Pati è bravissima!Ce ne fossero, di bimbe buone come lei!"(Finisci tutta la pappa sorridendo e io mi riprendo quattro mesi di vita).
5) Stasera, quando scatterà l'ora della nanna, ti ammansirò parlandoti di Sofia che non vuole mai dormire e dice sempre "Cosa darei per riuscire a fare subito la nanna come la Pati...".

Sofia piano piano diventerà il tuo incubo, ma sono convinta che i risultati non tarderanno ad arrivare.

martedì 18 ottobre 2011

Un "ciao" polisemantico

Da quattro mesi fai "ciao" con la manina. Il gesto è dolcissimo, ma di natura criptica.
Fiere delle prodezze del figlio, di solito le mamme si lanciano in interpretazioni non sempre attendibili dei messaggi in codice del loro piccolo, e tua madre non ha fatto eccezione.
Dopo un'attenta analisi semantica, ho concluso che il tuo "ciao" può essere tradotto nei seguenti modi:
1) "Oh, finalmente eccoti" (dolce)
2) "Fuori dai piedi" (molto meno dolce)
3) "La pappa è buonissima" (e qui un genitore gongola)
4) "La pappa fa schifo" (e qui un genitore ha ben poco di cui gongolare)
5) "Mi stai simpatico" (hehe)
6) "Non ti sopporto, mi fai venire l'orticaria" (riservato solo a persone veramente insopportabili e invise alla quasi totalità del genere umano)
7) "Ho sonno" (evviva!)
8) "Non l'avete ancora capito che adesso non ho sonno????" (glab!)

Avrai capito che il tuo "ciao" significa tutto e il contrario di tutto, e chi ti capisce è bravo.

Inoltre, oggi hai inaugurato anche un nuovo saluto: il "ciao" onirico. Continuando a dormire indisturbata nel tuo passeggino, inaspettatamente hai alzato la manina e...hai salutato. Il tuo "ciao" da sonnambula, effettuato ad occhi chiusi, è stato un presagio (un epiphany, avrebbe detto James Joyce).
Se consideriamo che:
- ogni tanto di notte ti ho sentita dialogare con il tuo cuscino
- Alessandro è tuo padre
la domanda sorge spontanea: non sarai mica Parasomnia Activity 2 la Vendetta?? 
AI POSTERI...

martedì 11 ottobre 2011

Strafalcioni...da marmocchio!

Quando si è piccoli, certe espressioni e certe parole un po' più strane del normale vengono immediatamente storpiate o fraintese, con gran sollazzo degli adulti.
Anche la tua mamma, giusto per fare un esempio, durante la sua infanzia ha sfornato un discreto repertorio di strafalcioni:

1) Maggio 1992. Al telegiornale non fanno altro che parlare della "strage di Capaci" e della morte di Falcone. Io, una spilungona di sette anni magrissima e occhialuta, un giorno chiedo a tua nonna:
"Mamy, ma...perché hanno fatto una strage di incapaci? Non potevano aiutarli, invece di ammazzarli tutti??"

2) Al primo anno di asilo, parlando con mamma in una giornata di pioggia, dico: "Qua ogni gionno piove, piove, folse viene la diluvione come a Filenze".
Mi chiedevo: se si dice "diluvia", perché bisogna dire "alluvione" e non "diluvione"??
Non fa una grinza, come ragionamento...

3) Ancora ai tempi dell'asilo: per alcune sere di fila sento dire in tv: "Lavoro al nero", "Aumenta il lavoro al nero", "Ancora lavoro al nero in un'altra città...". L'ennesima volta che al telegiornale dicono questa frase, spazientita mi rivolgo ai tuoi nonni ed esclamo: "Non è pottibile, onni gionno fanno lavolale quetto signole dell'Aflica...pecché ola non lavolano un po' lolo e lo lassano in pace??"

4) Quando avevo più o meno otto anni, al telegiornale sentii dire "Riciclaggio di denaro sporco". Indignata, commentai: "Perché non lo puliscono, questo denaro, prima di distribuirlo in giro?"

5) A sei anni mi chiesi seriamente perché tutte le persone, per fare del male a qualcuno, tirassero sempre qualche oggetto "contro un dente"(contundente).

6) Verso gli otto anni, ogni tanto, mi scappava detto "un albergo lussurioso" ("colpa" del tuo bisnonno che mi ha insegnato prestissimo alcuni brani della "Divina Commedia").

Naturalmente, di cose assurde ne ho dette molte altre, ma al momento ricordo solo le sovraeccitate...
Ops.



lunedì 10 ottobre 2011

I segreti dei bambini

Vivendo ogni giorno a contatto con un neonato l'impossibile si trasforma in possibile. Vediamo perché.
Piano piano, osservandoti ogni giorno, ho scoperto con immenso stupore che:
1) Braccia apparentemente corte possono arrivare a toccare oggetti posti alla distanza di un metro con una rapidità insospettabile e la precisione di un calibro a corsoio.
Ciò stravolge completamente le leggi della fisica e della meccanica: come possono elementi di una determinata lunghezza (escluse le molle, che sono oscillatori armonici) arrivare a toccare oggetti lontanissimi??
Passiamo, increduli, al secondo mistero:
2) Un corpo così piccolo (parlo specialmente dei primissimi mesi di vita) riesce a produrre quantità inverosimili di cacca, fino a superare persino le "prestazioni" della balenottera azzurra (che deteneva il primato).
3) Un bambino grasso (non è il tuo caso, tu sei una giusta via di mezzo, per ora) riesce a perdere diversi chili in pochissimo tempo, se mangia meno.
4) Bambino piccolo sta a pericoli nascosti nella casa come rabdomante sta ad acqua. Una triste realtà verificabile in ogni momento della giornata.
5) Un bambino piccolo cade spesso rovinosamente e non si fa quasi mai male sul serio. Tu, genitore, non appena lo ritrovi in terra perdi dieci anni di vita, impallidisci, ti senti svenire, ma lui ti guarda e...RIDE! Capito?? Ride!!
Pare che i bambini non contengano gomma, anche se a me resta qualche dubbio...
6) Il bambino capisce tutto quello che dicono gli adulti. Per questa ragione, ho iniziato a dirti sempre che la pappa è "deliziosa", "mmm che buona", "me la potessi pappare tutta iooo" e, non appena si avvicina tuo padre dicendo con una smorfia "Che schifo, puah, non la mangerei nemmeno fosse l'ultima cosa al mon...", non lo lascio neppure finire di parlare e lo fulmino fino a incenerirlo con lo sguardo.
7) Il bambino SA per istinto CHI lo prenderà in braccio anche quando fa i capricci. Ogni riferimento a tuo nonno è puramente casuale.


Ecco qua i sette segreti dei bambini, creature magiche, misteriose e affascinanti.

mercoledì 5 ottobre 2011

Istinto di protezione

Ora di cena, tutti a tavola. Io allungo il cucchiaio per prendere i tortellini, tu te ne stai sorniona, quasi sovrappensiero, nel tuo seggiolone.
Tutto ad un tratto, noto che ti sei sporta leggermente in avanti in direzione della tavola e tenti di raggiungere la schiacciata cercando di staccarne un pezzo, urtando tutto quello che incontri: coltelli (!), forchette, piatti e bicchieri.
Un po' perché memore del disastro di qualche giorno fa - hai spaccato in mille pezzi il piatto che conteneva la tua pappa - e  un po' anche per solidarietà materna, decido di intervenire.
- Piccina, amore, ti aiuta la mamma - ti sorrido, dandoti un piccolo buffetto e porgendoti un pezzo del tuo "ambito bottino".
Tu mi regali un sorriso riconoscente e prendi la schiacciata iniziando a mangiucchiarla.
Dopo nemmeno un minuto noto che, emettendo dei "ghegheghe" di compiacimento, sporgi la schiacciata verso di me, indirizzandola verso la mia bocca.
Stupita, esclamo:
- Guardate! Non è un tesoro?? Cerca di imboccarmi!
E i nonni, fieri:
- Nove mesi appena compiuti e già ha l'istinto di protezione...

lunedì 3 ottobre 2011

Le peripezie di "Babbo Eona"

Arriva il venerdì sera e babbo Ale (da te soprannominato "Babbo Eona", ovvero Babbo Verona, la città in cui vive da ormai quasi un anno per motivi di lavoro) torna per stare con noi due giorni brevi ma intensi.
Stare lontani per tutta la settimana significa non conoscere bene la tua routine, il che porta inevitabilmente a sorprese e a delusioni da parte del povero babbo "part-time", il quale si ritrova ad affrontare spiacevoli risvegli notturni e colpi di scena quando tutto sembra filare liscio...

Sabato 1 ottobre, ore 21.30:
- La bimba dorme, guarda...
- Eh sì, sembra proprio una bambola...
- Bene, andiamo a nanna anche noi, almeno domattina siamo più rilassati quando ci chiama per la colazione.
- Sì, andiamo.

ore 21.35:
- La bimba s'è svegliata!
- Prova a prenderla in brac....zzzzzz....
- Ale, ci sei?
- Zzzzz....shi, ci son......zzzzz
- Aspetta che tento di ninnarla un po'.

ore 22.40:
- Ale, la porto a vedere un cartone della Disney...
-Va beeeeneee...
- Comunque prepara le chiavi della macchina che...lo sai, vero?
- Sì sì, lo so...si tenta anche quella se il resto non funziona...

ore 00.15:
- Le ho provate tutte! Cartone, musichetta, massaggini, pacchette ritmiche sul sedere...Come se non avessi fatto niente! Guarda, guarda che occhi spalancati che ha! Prendi le chiavi e andiamo, sono esausta.

...E così, come già altre volte è successo, abbiamo dovuto tirar fuori l'artiglieria pesante, come la chiama babbo Ale: giro in macchina. La strada semideserta, solo poche altre macchine che compiono percorsi simili ai nostri: avanti e indietro, intorno alle rotonde, dentro ai parcheggi.
Chissà, magari in quelle macchine c'erano babbi e mamme come noi con figlio a bordo, intenti a giocare l'ultima carta per spedire il loro pargoletto tra le braccia di Morfeo...

domenica 2 ottobre 2011

Ci sarà...

...Ci sarà chi ti regalerà le emozioni fresche e colorate che solo il primo amore può dare, quelle che stupiscono per la loro intensità, quelle che un po' ti intimoriscono e un po' ti compiacciono; ci sarà chi ti dirà che ha ancora troppa paura del buio e ti lascerà in un fiume di lacrime, con la viltà tipica di chi non sa ancora maneggiare bene i sentimenti e non si accorge neppure di ferire; ci sarà chi non sarà mai tuo ma ti apparterrà come nessun altro al mondo, e anche solo sfiorandoti per un istante una mano scriverà assieme a te un libro di storie che poi non rileggerete mai più per paura di capire troppe cose destinate a restare incomprese; ci sarà chi ti coprirà di bugie e di false speranze prendendo il volo al primo soffio di vento; ci sarà chi penserà "vorrei, non vorrei, ma se vuoi" (per parafrasare l'indimenticabile Battisti); ci sarà chi penserà che la vita è un film, l'amore è un film, per timore di scoprirsi vinto dai tuoi sguardi; ci sarà chi vorrà farti da pigmalione, chi ti insulterà e ti dirà che ti odia per il solo fatto di amarti troppo, chi ti risponderà "Hai ragione, forse è meglio così", chi non si darà pace, chi ti darà appuntamento ogni notte al cancello dei sogni, chi ti amerà in silenzio, senza alzare gli occhi, chi invece lo farà gridando, rincorrendoti fino alla stazione per cercare di fermare il treno che ti sta portando via, pur sapendo che non potrà farlo; ci sarà chi ti scriverà poesie, chi impazzirà, livido di gelosia, chi sorriderà fino a sera solo per aver incrociato il tuo sguardo al mattino alla fermata dell'autobus.
Poi, forse, ci sarà chi vivrà tutta la vita con te e scoprirai che l'amore è poter essere se stessi senza fingere di spaccare il mondo, senza scrivere libri che dimenticherai in un cassetto, senza affannarti a rincorrere farfalle destinate a posarsi altrove, a cogliere rose che pungono, a ignorare quei battiti e quei sussulti ricambiati che ti condurranno verso la migliore delle tue vite possibili...

venerdì 30 settembre 2011

Il "co-sleeping" dà dipendenza

Da qualche giorno ho ripristinato la modalità "co-sleeping" *, ovvero io e te dormiamo insieme, abbracciate nel morbido lettone. In realtà hai deciso tu, io mi ero già arresa (visto che sei caduta dal letto quattro volte), ma, si sa, tu quando hai un obbiettivo da raggiungere sei ir-re-mo-vi-bi-le: alle due di notte spaccate mi chiami, mugoli "mam-maaaa", ruoti più volte come un pollo sul girarrosto, poi ti alzi in piedi, aggrappata alle sbarre del lettino, mi osservi, valuti il mio grado di sonno, se vedi che è troppo elevato ti accasci piano piano e, da seduta, continui a intonare nenie strazianti per svegliarmi, lanciando di tanto in tanto astute occhiate di sbieco per monitorare la situazione; se invece il livello di sonno è basso e noti che sto ricambiando il tuo sguardo, inizi a piangere e a scuotere le sbarre del lettino per farti prendere in braccio.
Da stratega abilissima quale sei, riesci sempre nel tuo intento.
Il co-sleeping presenta alcuni effetti collaterali e, tra questi, uno in particolare è pericoloso: dà dipendenza.
Il fornitore di co-sleeping (la sottoscritta) soddisfa ogni volta, con successo, la richiesta del fruitore (te), ma finisce anch'esso per entrare nel tunnel della dipendenza e...accadono cose assurde!
Un semplice esempio: stanotte, alle tre, ho sbarrato gli occhi e ho pensato, fissandoti con impazienza: "Chiedimi il co-sleeping...chiedimi il co-sleeping...", ma tu eri nel mondo dei sogni e ti trovavi benissimo nel tuo lettino. Dirai te, "Mamma, ma allora sei scema! Una volta tanto che non ti chiamo e me ne sto per conto mio senza romperti le scatole, mi cerchi lo stesso!"
Effettivamente, non mi capacito di come sia possibile implorare a gran voce una nottata quasi totalmente in bianco quando le premesse sarebbero di dormire finalmente in pace, ma QUI sta la magia dell'amore materno...


* purtroppo il link con la pagina in italiano non esiste, l'ho trovata solo in inglese

martedì 27 settembre 2011

"Tranquilli, sono i denti"

Quando avevi solo tre mesi, eri già piuttosto irrequieta e una notte urlasti per due ore consecutive nel cuore della notte. Io, serafica, consolai i tuoi nonni e tuo padre dicendo:
- Tranquilli, sono i denti, non vedete come si tocca con insistenza le gengive?? Ci siamo!
Verso i cinque mesi passasti un periodino che strillavi tutte le sere alle nove in punto come una gallina spennata e io, serafica, commentavo sempre:
- Tranquilli, sono i denti, a quest'epoca spuntano le prime gemme e i bambini, poveretti, soffrono tantissimo e piangono.
Verso i sette mesi, tuttavia, nemmeno l'ombra di un dente.

Adesso che hai quasi nove mesi la musica è sempre la stessa:

- La bimba ha rotto una ceramica della bisnonna! (Nonno Puma preoccupato)
- Tranquilli, sono i denti....
 
- La bimba sta distruggendo il bagno! (Nonna Laura in procinto di diventare Tina)
- Tranquilli, sono i denti...

- Ahhh, la bimba mi sta facendo lo shampoo con la pappa alle verdure! (Babbo Ale)
- Tranquilli, sono i denti...

- La bimba ha rovesciato tutto il vasetto di yogurt sul pavimento e piange da mezz'ora! (Amici di famiglia capitati - poveri loro! - nel momento sbagliato)
- Inquietudine, rabbia, frustrazione...Tipiche reazioni da denti.

Babbo Ale qualche giorno fa mi ha guardata negli occhi e ha detto:
"Se fossero i denti tutte le volte che lo dici tu, a quest'ora la bimba avrebbe delle zanne lunghe così.".

...COME DARGLI TORTO...

Qualche dubbio sulla descrizione del tuo segno zodiacale

Secondo la descrizione che fanno del tuo segno su questo sito (http://www.astrocartomanti.it/astrologia/zodiaco/capricorno.htm) dovresti essere così:



IL BAMBINO CAPRICORNO

E’ spesso un piccolo sano, riflessivo (????), taciturno (questa poi!), che appare più maturo rispetto alla sua età. Sa organizzare il suo tempo, i suoi giochi e i suoi interessi, senza chiedere aiuto agli adulti e senza ricercare la collaborazione dei compagni (ma se diventi una belva feroce anche se mi assento solo un attimo per girare la pasta!). Anzi, è proprio il caso di spronarlo a inserirsi nella vita di gruppo, perché tenderebbe a starsene troppo per conto suo dato che non gradisce i divertimenti superficiali e le attività chiassose (no, certo, infatti la sera abbiamo tutti le orecchie ovattate per le tue urla) Timido e un po’ ombroso con le persone che non conosce (questo forse sì), si mostra invece piuttosto autoritario quando si è creato una piccola schiera di amici, e ben poco disposto ad accettare le ragioni altrui. (sisi, verissimo, metteresti in riga pure noi adulti) Attento osservatore (VERISSIMO!), pronto alla critica incisiva e al giudizio azzeccato (santo cielo, che giornatine mi si prospettano quando inizierai a parlare...), vuol rendersi conto di ogni cosa (questo sì) e non si lascia blandire con vaghe risposte o una distratta accondiscendenza (perfetto, questa sei te!). Con lui si discute, si ragiona, si analizza in profondità ogni questione e solo quando avrà avuto spiegazioni convincenti per la sua logica si riterrà soddisfatto e pronto a obbedire e applicare gli insegnamenti ricevuti (ohh, finalmente ti hanno descritta bene!).
Ha un grande senso del dovere e una sua disciplina personale (sì, la disciplina della demolizione  rapida della casa), oltre al senso pratico, che lo mettono in grado di cavarsela da sé in ogni situazione. (questo può essere vero) E’ un bambino a cui si possono affidare compiti di una certa responsabilità (tipo spaccare  in terra, con precisione chirurgica, tutte le cose di vetro e porcellana presenti in casa) e chiedere il massimo impegno nello studio, perché ha grande capacità di applicazione (per adesso ti applichi molto bene nel rompere i timpani a tutti). E’ molto attaccato alla famiglia (vero, nei rari momenti in cui stai ferma sei dolce e ami le coccole), anche se non si mostra espansivo (se tu non sei espansiva io sono Camillo Benso conte di Cavour), è molto sensibile alla dolcezza, che lo aiuterà a smussare i lati spigolosi del suo carattere (di dolcezza ne ricevi a valanghe, ma di "smussarti" ancora non ne vuoi sapere).

Vediamo adesso un altro sito (http://www.noimamme.it/Lo-Zodiaco-dei-piccoli/Capricorno.html) che descrive il carattere del bambino Capricorno:
IL CARATTERE
Bimbi calmi, ponderati e riflessivi (!)  , sempre misurati (!!) e discreti (!!!), tendono a rinchiudersi  e ad assumere espressioni serie, quasi avessero il muso (questo sì), ma diventano affascinanti e spontanei quando si sentono in confidenza (vero).
Fin da piccoli hanno uno spiccato senso della responsabilità verso gli altri, come verso se stessi e sono ottimi organizzatori (ti organizzi benissimo nella tua opera di demolizione del salotto).
Sono intuitivi e molto sensibili, ma per pudore nascondono accuratamente i propri sentimenti e si tengono lontani dalle passioni (niente di più falso, tu le tue passioni le esterni e anche parecchio!); nella personalità dei Capricorno c'è qualcosa che ne rallenta e ne modera gli slanci fino a farli apparire timidi e riservati (questo non mi risulta, sarà un lato del carattere molto ben nascosto in te).
A volte possono apparire egoisti per la forte insofferenza verso chi ha punti di vista e opinioni diverse dalla loro (come quando vorremmo vedere la televisione la sera e tu, che non sei della stessa opinione, ti trascini gattonando fino al pulsante per spegnerla), ma, in realtà, non lo sono e anzi sono dotati di grande generosità che li spinge ad aiutare chi soffre (ecco, allora STAI seduta nel tuo box per almeno due minuti così poni fine alle nostre sofferenze).
Questi bimbi non saranno mai superficiali e non prenderanno mai con leggerezza alcun avvenimento della vita.
Hanno un senso del dovere molto sviluppato, sia nella vita privata, sia nell'ambito dei rapporti sociali (menomale,almeno queste ultime cose spero di poterle confermare presto).
Una cosa che aggiungo io è che siete i più tenaci dello zodiaco, e questo lo hai dimostrato soprattutto mentre cercavi di imparare a gattonare; bastava osservarti per notare la tua grande forza di volontà, hai voluto SEMPRE conquistarti tutto da sola, anche gradualmente, ma finché non hai ottenuto ciò che desideri sei tormentata, inquieta, hai gli occhi torbidi e sofferenti. 
Parafrasando Vittorio Alfieri, anche lui - guarda caso - Capricorno (16 gennaio):
"Volli, sempre volli, fortissimamente volli"