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venerdì 28 ottobre 2011

Techno-baby

Da un po' di tempo ho come l'impressione di avere in casa un piccolo ingegnere elettronico con un gusto perverso per i pulsanti: accendi e spegni il televisore, fai partire il lettore dvd, premi "play" e azioni il videoregistratore che ormai ha l'età di tua madre, poi in una frazione di secondo - il tempo di intravedere un fotogramma del video - hai già premuto "stop" ( inutile dire che ormai siamo rassegnati a vedere i film a frammenti).
I tuoi cartoni animati della Disney prima li seguivi tutti dall'inizio alla fine senza interruzioni e anch'io potevo rilassarmi accanto a te e guardarli in pace, adesso invece ogni dieci secondi gattoni verso il registratore e premi "stop", oppure - peggio ancora - spegni direttamente la televisione, girandoti poi verso di me con aria trionfante.
Ieri sera hai scoperto il piacere proibito del tasto di accensione del computer. L'hai premuto e...tac, s'è spento tutto di colpo. Ovviamente ho perso i dati non ancora salvati, ma una mamma sopporta questo ed altro.
A proposito di computer, qualche mese fa stavo parlando su Skype con tuo padre e non immaginavo che tu potessi afferrare la tastiera e combinare disastri, invece ti sottovalutavo: così, di punto in bianco, dalla mite creaturina di quattro mesi che si lascia cullare tra le braccia della sua mamma, ti sei trasformata in una belva assassina programmata per distruggere il mio computer, hai preso la tastiera, l'hai sollevata con una forza inaudita, l'hai lasciata ricadere e con le manine hai percosso a caso tutti i tasti che ti sono capitati a tiro.
Inorridita, ho guardato il monitor e ho cercato di richiudere le oltre trenta finestre che si erano aperte dopo il tuo "passaggio" ma queste, purtroppo, durante i miei tentativi di porre fine al disastro, si moltiplicavano senza pietà. Inoltre, sul desktop lampeggiava la scritta "ricerca virus in corso..." e Firefox era sintonizzato sull'opzione "Avvia navigazione anonima" (!).
Niente da fare, sei l'Attila dei computer, dove passi te non c'è più speranza per un pc.
Ancora un po' di tirocinio (chissà quanti documenti word mi spariranno) e l'informatica per te non avrà più misteri...

giovedì 27 ottobre 2011

Il valore dei sogni

Oggi la maggior parte delle persone vanno talmente troppo di fretta che non si soffermano neppure più a pensare, a creare, a sognare. L'arte è vita, l'inventiva è la nostra linfa vitale. Mi auguro che tu possa diventare fantasiosa, creativa, sognatrice, senza cedere alla pressa del cinismo, della razionalità tout court. Cosa saremmo senza i nostri sogni, i nostri giardini segreti, le nostre oasi nascoste dove sostiamo a dissetarci dopo una delusione? Cosa c'è di più bello di poter scrivere una canzone, una poesia, mentre fuori il mondo corre a duecento all'ora e noi in silenzio, nella nostra camera, tingiamo di colori e di speranza un foglio di carta, oppure registriamo i nostri pensieri tamburellando le dita sulla tastiera del nostro computer?
Oggigiorno la parola d'ordine è "velocità". Si fa tutto di corsa, senza riprendere fiato, rischiando di inciampare, ma l'importante è correre, superare gli altri, come se la vita fosse una gara ad ostacoli.
Non voglio che tu diventi una tartaruga che si fa passare avanti da tutti, questo no, ma sarei ben felice se tu imparassi a lasciarti sciogliere in bocca la vita piuttosto che prenderla a morsi senza sentirne neppure il sapore.
Questo è quello che mi auguro per te, amore mio.

"Mamma" si può dire in sette modi diversi

Da più di due settimane non fai che ripetere "mamma". Il tuo "mamma" sembra il vocabolo di una lingua tonale, da quante sfumature prende a seconda dell'intonazione che usi. Ecco le principali:
1) "Maaaaaaaaaaammaaaa..." (tono da suocerina acida, risentito, le "a" superano le "m", intonazione decisamente verso l'alto ) = "Vienimi a prendere, qua non ci voglio più stare/questo non lo voglio più fare/!"
2) "Ma-ma-ma-ma" (intonazione verso il basso, ridendo divertita) = "Quanto sei divertente, mamma!"
3) "Mamma?" (tono interrogativo, secco) = "Beh? Non mi fai mangiare/bere/giocare-?"
4) "Maaammmmmmmmmaaa..." (tono caldo, pieno di pathos, le "m" - pronunciate in modo morbido e avvolgente - superano di gran lunga le "a") = "Vorrei poterti dire che ti voglio un mondo di bene"
5) "Ma-a-ma-a-ma-a" (pronuncia sincopata) = "Sono disperata, odio troppo il fatto di dovermi far cambiare il pannolone, lo puoi fare in un altro momento così mi dai il tempo di prepararmi psicologicamente?"
6) "Mam? Mam? Mam?" (forma interrogativa troncata) = "Ti richiamo alla mia attenzione"
7) "Maaaaaaaam" (forma esclamativa troncata, tipica delle prime ore del mattino) = "Sono appena sveglia e quindi non ho molta voglia di dire per intero le parole, ma tanto tu mi capisci lo stesso...Buongiorno!"

Il mio "mamma" preferito, si capisce, è il numero quattro. Oggi, poi, hai fatto una cosa che mi ha provocato i classici lucciconi agli occhi: dopo aver detto il tuo "mamma" numero quattro per ben tre volte di fila e con intensità crescente, tua nonna ti ha chiesto: "Cosa significa la mamma per te?" e tu, senza batter ciglio, hai schioccato la lingua dandomi un bacino da lontano e poi hai allargato le braccia per stringermi. Un'emozione che mi ha mozzato il fiato e mi ha lasciato stordita per tutta la giornata.

martedì 25 ottobre 2011

Gioie della maternità

Non c'è cosa più bella di:

1) Vederti stiracchiare al mattino come un micetto mentre mi cerchi con lo sguardo e vorresti dirmi "Uah, che bella dormita mi sono fatta! Ora però coccoliamoci".

2) Sapere che, se mi sposto un attimo in un'altra stanza, tu mi aspetti fiduciosa e, al mio ritorno, mi accogli con le braccia aperte e un gran sorriso estasiato.

3) Sentirti miagolare "mamma" quando ti prendo tra le braccia e ti ricopro di baci.

4) Dormire abbracciata al tuo corpicino profumato e sentire le tue guance soffici che sfregano il mio collo.

5) Prepararti la pappa mentre tu mi osservi rapita e probabilmente pensi "Quante cose nuove posso imparare, ogni giorno che passa!"


6) Comprarti un gioco e capire, dai tuoi gridolini, che ho "colpito nel segno".

7) Insegnarti i nomi dei colori e degli animali in inglese e notare che anche a te, come a me, piace la meravigliosa lingua di Albione.

8) Farti ascoltare la musica e vedere che balli e canticchi con grande disinvoltura.

9) Cantare per te e scoprire che sei la mia fan più sfegatata.

10) Guardarti mentre ti diverti un sacco aggrappata al tuo cavallino a dondolo.

11) Ripensare al momento in cui sei nata e commentare, tra me e me "Sembra ieri, eppure..."

12) Riguardare le tue vecchie foto e confrontarle con il presente, concludendo che un bambino cambia di mese in mese in modo sorprendente. 

13) Farti sentire il sapore di una cosa che non avevi mai mangiato prima e notare che schiocchi la lingua con grande compiacimento.

14) Rileggere i diari della gravidanza e sorridere pensando che adesso quel fagiolino è una birbantella con le codine e le scarpette per i primi passi.

15) Vedere che in famiglia hai riportato il sorriso anche a chi credeva di non poter ritrovare più la felicità.

16) Sapere che il prossimo Natale sarà il più bello degli ultimi anni perché ci sarai tu a renderlo speciale.

Per questo e molto altro, grazie. Ti amo, piccina.

lunedì 24 ottobre 2011

Il canto della megattera

Da qualche giorno hai iniziato a cantare. Sì, hai letto bene, e hai anche una voce incantevole: intonata, melodiosa, armoniosa.
D'altra parte, non poteva essere diversamente: al secondo mese di gravidanza ho fatto un concerto, al terzo mese un'altra serata col gruppo, al quinto mese mi sono sposata e per il matrimonio ho cantato tutta la sera per gli invitati,  infine all'ottavo (quando ero ormai una pancia ambulante) ho fatto la mia ultima comparsa sulle scene cantando solo tre brani, per giunta piuttosto soft (a 32 settimane l'udito del feto ha ormai completato il suo sviluppo, dallo spavento tu avresti cominciato a muoverti come una biscia e io avrei rischiato di partorire sul palco). Un giorno potrai dire: "Quando ho calcato il palcoscenico per la prima volta ero ancora un embrione", e nessuno commenterà che stai esagerando.
Dopo tutta questa serie di esibizioni, comunque, non mi sarei per niente sorpresa nel vederti nascere con un microfono in mano e una Gibson Les Paul a fianco.
Ma torniamo alla situazione attuale: allo scoccare dei tuoi dieci mesi canti divinamente.
Nonno Geggio, deliziato dalla tua vocina in pieno stile "Zecchino d'Oro", ha paragonato le tue performances al canto della megattera, un cetaceo misticeto che intona sempre la stessa melodia, una serie di vocalizzazioni con gradazione dal basso verso l'alto con aumento di frequenza.

Ringrazia pure tuo nonno se adesso in casa, per tutti, sei diventata "la Megattera".


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domenica 23 ottobre 2011

Una bambolina che fa no, no, no

Domenica. Ore 19.00 circa. Babbo riparte per Verona (per la cronaca, questa settimana si è potuto fermare qua solo per un giorno).Ti prende in braccio, schiocca un bacio sulla tua guanciotta morbida, poi ti appoggia in terra per farti gattonare, bacia me, saluta tutti, apre la porta e se ne va.
Inizialmente non dai peso alla cosa e ti butti sui tuoi giocattoli, indignandoti a bassa voce con un pezzo delle costruzioni, ma dopo qualche minuto alzi la testina, guardi la porta e, scuotendo la testa, bofonchi corrucciata:
- Gnò!
Dopo pochi secondi, mi guardi con le sopracciglia aggrottate, osservi i tuoi nonni e scuoti la testa, quasi a chiedere "Beh? Voi non dite niente di questo abbandono improvviso?? Ogni settimana si ripete la stessa storia, esigo spiegazioni!
Torni a molestare il cubo delle costruzioni con un'aria strana, un mix di mestizia e disgusto.
Passano appena dieci secondi che già torni all'attacco; in un climax di aggressività, scaraventi il cubo con rabbia colpendo un'innocente paperella di gomma, gattoni fino al televisore, lo spegni, torni indietro fino a raggiungere il divano e ti aggrappi a un bracciolo; afferri la mia borsa, la sollevi per un manico rivelando una forza erculea, la lasci cadere sul pavimento con un tonfo sordo ed esclami:
- Gnò, gnò, gnò!
Io resto sul divano a godermi la scena, trattenendo un risolino divertito, mentre nonno Geggio commenta:
- Senti, ha imparato a dire di no! E chi la ferma più, ora!
- "E' una bambolina che fa no, no, no", cantava Michel Polnareff negli anni sessanta - commenta la nonna compiaciuta.
Cerco di prenderti in braccio per darti un bacino e farti una carezza sulla testa, ma ti sottrai alle mie premure ripetendo "Gnò, gnò, gnò", da leggere come "Rimanda a dopo le smancerie, ora lasciami sola nel mio dolore".
In genere l'età dei "no" è intorno ai due-tre anni, momento in cui il bambino sfoggia la sua sete di indipendenza e utilizza il "no" per porre dei confini tra le sue idee e quelle degli altri. Tu hai nove mesi e venti giorni (!).
Che dire? Speriamo sia stata solo la rabbia nel veder partire tuo padre...

venerdì 21 ottobre 2011

Nonno Geggio

Prima o poi doveva succedere: hai chiamato tuo nonno Sergio per nome.
Che fosse cotto stracotto di te non è mai stato un mistero, ma adesso io e tua nonna cominciamo seriamente a preoccuparci, dato che sono tre giorni che va su e giù per la casa ripetendo "piccina, piccina..." e vorrebbe addirittura svegliarti mentre dormi come un sasso (Distruggere il mio faticoso lavoro di un'ora! Inaudito!)
Gli uomini a volte si innamorano, in tarda età, di una donna molto più giovane di loro, tuo nonno invece ha provato i brividi della cotta senile con te che, appena nata, gli hai mostrato due occhi scuri e sorridenti incastonati in un musino tondo da gatta e...l'hai stregato all'istante.
Insomma, è successo: hai chiamato tuo nonno per nome. Eravamo al supermercato e tu, distrattamente, hai mormorato "nonno...". Fin qui niente di nuovo, l'avevi già detto altre volte, ma poi la nonna ti ha chiesto:
- Come si chiama nonno?
E tu, con disinvoltura:
- Geggio.
La reazione del nonno (ormai da tempo abituato a sentirsi chiamare in famiglia solo "Puma") è stata la seguente: rapido cambio di tonalità del viso, dal rosso geranio al rosa fucsia passando per un preoccupante madreperla (temevamo il collasso), balbettii incontrollati, tremore diffuso, risolini, bavetta alla bocca, sguardo inebetito e assente.
Se prima c'era qualche dubbio, ora sai che è definitivamente tuo.
Ora ti svelo un segreto: tuo nonno lo hai riportato letteralmente in vita, dopo un anno dalla scoperta della sua malattia e l'operazione. Sei il suo raggio di sole, la gioia che non si aspettava più. Al mattino, quando viene a salutarti, non sente nemmeno più la fatica delle quattro rampe di scale che vi separano. Fantastico.

Concludo questo post con una bellissima frase trovata su internet, esprime ciò che un nipote rappresenta per i suoi nonni :
"Un fiore che si schiude d'autunno fra i rami di un albero che perde le foglie. Uno lavora tutta la vita, non prende più in braccio un bambino e d'improvviso scopre la sua morbidezza. E la parte tenera di sé che aveva sempre trascurato. Sente che può lasciarsi andare. Così per il primo nipote c'è chi perde letteralmente la testa". 

mercoledì 19 ottobre 2011

L'importanza della lode

"Tutti i bambini nella prima parte della loro infanzia sono egocentrici, questa caratteristica è tipica del loro sviluppo cognitivo, linguistico e affettivo. Il concetto di egocentrismo infantile è stato introdotto dalla teoria dello sviluppo mentale di Piaget, elaborata attraverso centinaia di osservazioni dirette del comportamento infantile. L’impianto teorico prevede che il bambino crescendo attraversi degli stadi ben definiti che illustrano come avviene lo sviluppo cognitivo. Il neonato è egocentrismo puro in quanto è in grado solo di esercitare i propri riflessi e rifiuta ogni oggetto che non soddisfa i propri bisogni, non ha ancora sviluppato dei confini tra la consapevolezza dei sé e del mondo esterno".

Egocentrici sì, senza dubbio, ma anche molto sensibili all'adulazione, aggiungerei.
Andiamo per gradi.
Fino a poco tempo fa la giornata-tipo assieme a te si poteva riassumere più o meno nel seguente modo:
1) Risveglio
2) Cambio del pannolone: tu urli, strilli, tiri calci, sgusci via gattonando fino alla testiera del letto; io cerco di riacchiapparti per adagiarti sul fasciatoio. Effettuando questa mansione perdo quattro mesi di vita.
3) Cerco di vestirti, ma tu inizi nuovamente a strillare, ti agiti come una lucertola, chiami all'appello "mamma", "nonno", "nonna", "babbo" e "tato" (probabilmente il tuo pupazzo), poi - dopo una lotta estenuante - decidi di farti mettere i pantaloni. Al termine della missione ho perso sei mesi di vita.
4) Ti imbocco per darti la pappa, ma se hai la luna storta (cosa non molto difficile) inizi a sputare, sbavare, fare pernacchie, spargere la minestra sul tavolino del seggiolone modellandola come fosse pongo...Perdo altri quattro mesi di vita.
5) La sera cerco di addormentarti, ma spesso ti ribelli, strilli, non vuoi cedere al sonno anche se non ce la fai più a tenere gli occhi aperti. Perdo sei mesi di vita, otto se ho dovuto utilizzare l'artiglieria pesante (vedi post "Le peripezie di Babbo Eona").
Perciò ogni sera, quando andavo a letto, mi ritrovavo con quasi due anni in meno da vivere. Inquietante.
Non era semplice trovare una soluzione, ma stamattina mi sono svegliata particolarmente lucida e con una geniale espressione latina in testa: captatio benevolentiae.
Giocare la carta dell'adulazione. Lodare. Elargire complimenti. 
Funziona con gli adulti, figurarsi con un bambino che è la massima espressione del narcisismo.
Infatti, dopo pochissimi minuti, eccomi all'opera:
1) Risveglio
2) Cambio del pannolone: "Guardate com'è brava la mia piccola, come sta ferma, buona...lei è la migliore in assoluto" (l'operazione, incredibile ma vero, si conclude rapidamente e con successo. Mi riprendo quattro mesi di vita.)
3) Vestizione: "Nessuna bambina si fa vestire così bene, nessuna bambina è così calma e dolce...Guardate come infila il piedino nel pantalone..." (Operazione compiuta senza uno strillo. Mi riprendo sei mesi di vita.)
4) Momento della pappa (entra in scena Sofia, la bambina fittizia da non prendere assolutamente ad esempio): "Guarda Sofia, guarda la Pati, come mangia tutta la pappa...lei sì che è brava, mica come te che sei stupida e sputi tutto per terra...invece la Pati è bravissima!Ce ne fossero, di bimbe buone come lei!"(Finisci tutta la pappa sorridendo e io mi riprendo quattro mesi di vita).
5) Stasera, quando scatterà l'ora della nanna, ti ammansirò parlandoti di Sofia che non vuole mai dormire e dice sempre "Cosa darei per riuscire a fare subito la nanna come la Pati...".

Sofia piano piano diventerà il tuo incubo, ma sono convinta che i risultati non tarderanno ad arrivare.

martedì 18 ottobre 2011

Un "ciao" polisemantico

Da quattro mesi fai "ciao" con la manina. Il gesto è dolcissimo, ma di natura criptica.
Fiere delle prodezze del figlio, di solito le mamme si lanciano in interpretazioni non sempre attendibili dei messaggi in codice del loro piccolo, e tua madre non ha fatto eccezione.
Dopo un'attenta analisi semantica, ho concluso che il tuo "ciao" può essere tradotto nei seguenti modi:
1) "Oh, finalmente eccoti" (dolce)
2) "Fuori dai piedi" (molto meno dolce)
3) "La pappa è buonissima" (e qui un genitore gongola)
4) "La pappa fa schifo" (e qui un genitore ha ben poco di cui gongolare)
5) "Mi stai simpatico" (hehe)
6) "Non ti sopporto, mi fai venire l'orticaria" (riservato solo a persone veramente insopportabili e invise alla quasi totalità del genere umano)
7) "Ho sonno" (evviva!)
8) "Non l'avete ancora capito che adesso non ho sonno????" (glab!)

Avrai capito che il tuo "ciao" significa tutto e il contrario di tutto, e chi ti capisce è bravo.

Inoltre, oggi hai inaugurato anche un nuovo saluto: il "ciao" onirico. Continuando a dormire indisturbata nel tuo passeggino, inaspettatamente hai alzato la manina e...hai salutato. Il tuo "ciao" da sonnambula, effettuato ad occhi chiusi, è stato un presagio (un epiphany, avrebbe detto James Joyce).
Se consideriamo che:
- ogni tanto di notte ti ho sentita dialogare con il tuo cuscino
- Alessandro è tuo padre
la domanda sorge spontanea: non sarai mica Parasomnia Activity 2 la Vendetta?? 
AI POSTERI...

martedì 11 ottobre 2011

Strafalcioni...da marmocchio!

Quando si è piccoli, certe espressioni e certe parole un po' più strane del normale vengono immediatamente storpiate o fraintese, con gran sollazzo degli adulti.
Anche la tua mamma, giusto per fare un esempio, durante la sua infanzia ha sfornato un discreto repertorio di strafalcioni:

1) Maggio 1992. Al telegiornale non fanno altro che parlare della "strage di Capaci" e della morte di Falcone. Io, una spilungona di sette anni magrissima e occhialuta, un giorno chiedo a tua nonna:
"Mamy, ma...perché hanno fatto una strage di incapaci? Non potevano aiutarli, invece di ammazzarli tutti??"

2) Al primo anno di asilo, parlando con mamma in una giornata di pioggia, dico: "Qua ogni gionno piove, piove, folse viene la diluvione come a Filenze".
Mi chiedevo: se si dice "diluvia", perché bisogna dire "alluvione" e non "diluvione"??
Non fa una grinza, come ragionamento...

3) Ancora ai tempi dell'asilo: per alcune sere di fila sento dire in tv: "Lavoro al nero", "Aumenta il lavoro al nero", "Ancora lavoro al nero in un'altra città...". L'ennesima volta che al telegiornale dicono questa frase, spazientita mi rivolgo ai tuoi nonni ed esclamo: "Non è pottibile, onni gionno fanno lavolale quetto signole dell'Aflica...pecché ola non lavolano un po' lolo e lo lassano in pace??"

4) Quando avevo più o meno otto anni, al telegiornale sentii dire "Riciclaggio di denaro sporco". Indignata, commentai: "Perché non lo puliscono, questo denaro, prima di distribuirlo in giro?"

5) A sei anni mi chiesi seriamente perché tutte le persone, per fare del male a qualcuno, tirassero sempre qualche oggetto "contro un dente"(contundente).

6) Verso gli otto anni, ogni tanto, mi scappava detto "un albergo lussurioso" ("colpa" del tuo bisnonno che mi ha insegnato prestissimo alcuni brani della "Divina Commedia").

Naturalmente, di cose assurde ne ho dette molte altre, ma al momento ricordo solo le sovraeccitate...
Ops.



lunedì 10 ottobre 2011

I segreti dei bambini

Vivendo ogni giorno a contatto con un neonato l'impossibile si trasforma in possibile. Vediamo perché.
Piano piano, osservandoti ogni giorno, ho scoperto con immenso stupore che:
1) Braccia apparentemente corte possono arrivare a toccare oggetti posti alla distanza di un metro con una rapidità insospettabile e la precisione di un calibro a corsoio.
Ciò stravolge completamente le leggi della fisica e della meccanica: come possono elementi di una determinata lunghezza (escluse le molle, che sono oscillatori armonici) arrivare a toccare oggetti lontanissimi??
Passiamo, increduli, al secondo mistero:
2) Un corpo così piccolo (parlo specialmente dei primissimi mesi di vita) riesce a produrre quantità inverosimili di cacca, fino a superare persino le "prestazioni" della balenottera azzurra (che deteneva il primato).
3) Un bambino grasso (non è il tuo caso, tu sei una giusta via di mezzo, per ora) riesce a perdere diversi chili in pochissimo tempo, se mangia meno.
4) Bambino piccolo sta a pericoli nascosti nella casa come rabdomante sta ad acqua. Una triste realtà verificabile in ogni momento della giornata.
5) Un bambino piccolo cade spesso rovinosamente e non si fa quasi mai male sul serio. Tu, genitore, non appena lo ritrovi in terra perdi dieci anni di vita, impallidisci, ti senti svenire, ma lui ti guarda e...RIDE! Capito?? Ride!!
Pare che i bambini non contengano gomma, anche se a me resta qualche dubbio...
6) Il bambino capisce tutto quello che dicono gli adulti. Per questa ragione, ho iniziato a dirti sempre che la pappa è "deliziosa", "mmm che buona", "me la potessi pappare tutta iooo" e, non appena si avvicina tuo padre dicendo con una smorfia "Che schifo, puah, non la mangerei nemmeno fosse l'ultima cosa al mon...", non lo lascio neppure finire di parlare e lo fulmino fino a incenerirlo con lo sguardo.
7) Il bambino SA per istinto CHI lo prenderà in braccio anche quando fa i capricci. Ogni riferimento a tuo nonno è puramente casuale.


Ecco qua i sette segreti dei bambini, creature magiche, misteriose e affascinanti.

mercoledì 5 ottobre 2011

Istinto di protezione

Ora di cena, tutti a tavola. Io allungo il cucchiaio per prendere i tortellini, tu te ne stai sorniona, quasi sovrappensiero, nel tuo seggiolone.
Tutto ad un tratto, noto che ti sei sporta leggermente in avanti in direzione della tavola e tenti di raggiungere la schiacciata cercando di staccarne un pezzo, urtando tutto quello che incontri: coltelli (!), forchette, piatti e bicchieri.
Un po' perché memore del disastro di qualche giorno fa - hai spaccato in mille pezzi il piatto che conteneva la tua pappa - e  un po' anche per solidarietà materna, decido di intervenire.
- Piccina, amore, ti aiuta la mamma - ti sorrido, dandoti un piccolo buffetto e porgendoti un pezzo del tuo "ambito bottino".
Tu mi regali un sorriso riconoscente e prendi la schiacciata iniziando a mangiucchiarla.
Dopo nemmeno un minuto noto che, emettendo dei "ghegheghe" di compiacimento, sporgi la schiacciata verso di me, indirizzandola verso la mia bocca.
Stupita, esclamo:
- Guardate! Non è un tesoro?? Cerca di imboccarmi!
E i nonni, fieri:
- Nove mesi appena compiuti e già ha l'istinto di protezione...

lunedì 3 ottobre 2011

Le peripezie di "Babbo Eona"

Arriva il venerdì sera e babbo Ale (da te soprannominato "Babbo Eona", ovvero Babbo Verona, la città in cui vive da ormai quasi un anno per motivi di lavoro) torna per stare con noi due giorni brevi ma intensi.
Stare lontani per tutta la settimana significa non conoscere bene la tua routine, il che porta inevitabilmente a sorprese e a delusioni da parte del povero babbo "part-time", il quale si ritrova ad affrontare spiacevoli risvegli notturni e colpi di scena quando tutto sembra filare liscio...

Sabato 1 ottobre, ore 21.30:
- La bimba dorme, guarda...
- Eh sì, sembra proprio una bambola...
- Bene, andiamo a nanna anche noi, almeno domattina siamo più rilassati quando ci chiama per la colazione.
- Sì, andiamo.

ore 21.35:
- La bimba s'è svegliata!
- Prova a prenderla in brac....zzzzzz....
- Ale, ci sei?
- Zzzzz....shi, ci son......zzzzz
- Aspetta che tento di ninnarla un po'.

ore 22.40:
- Ale, la porto a vedere un cartone della Disney...
-Va beeeeneee...
- Comunque prepara le chiavi della macchina che...lo sai, vero?
- Sì sì, lo so...si tenta anche quella se il resto non funziona...

ore 00.15:
- Le ho provate tutte! Cartone, musichetta, massaggini, pacchette ritmiche sul sedere...Come se non avessi fatto niente! Guarda, guarda che occhi spalancati che ha! Prendi le chiavi e andiamo, sono esausta.

...E così, come già altre volte è successo, abbiamo dovuto tirar fuori l'artiglieria pesante, come la chiama babbo Ale: giro in macchina. La strada semideserta, solo poche altre macchine che compiono percorsi simili ai nostri: avanti e indietro, intorno alle rotonde, dentro ai parcheggi.
Chissà, magari in quelle macchine c'erano babbi e mamme come noi con figlio a bordo, intenti a giocare l'ultima carta per spedire il loro pargoletto tra le braccia di Morfeo...

domenica 2 ottobre 2011

Ci sarà...

...Ci sarà chi ti regalerà le emozioni fresche e colorate che solo il primo amore può dare, quelle che stupiscono per la loro intensità, quelle che un po' ti intimoriscono e un po' ti compiacciono; ci sarà chi ti dirà che ha ancora troppa paura del buio e ti lascerà in un fiume di lacrime, con la viltà tipica di chi non sa ancora maneggiare bene i sentimenti e non si accorge neppure di ferire; ci sarà chi non sarà mai tuo ma ti apparterrà come nessun altro al mondo, e anche solo sfiorandoti per un istante una mano scriverà assieme a te un libro di storie che poi non rileggerete mai più per paura di capire troppe cose destinate a restare incomprese; ci sarà chi ti coprirà di bugie e di false speranze prendendo il volo al primo soffio di vento; ci sarà chi penserà "vorrei, non vorrei, ma se vuoi" (per parafrasare l'indimenticabile Battisti); ci sarà chi penserà che la vita è un film, l'amore è un film, per timore di scoprirsi vinto dai tuoi sguardi; ci sarà chi vorrà farti da pigmalione, chi ti insulterà e ti dirà che ti odia per il solo fatto di amarti troppo, chi ti risponderà "Hai ragione, forse è meglio così", chi non si darà pace, chi ti darà appuntamento ogni notte al cancello dei sogni, chi ti amerà in silenzio, senza alzare gli occhi, chi invece lo farà gridando, rincorrendoti fino alla stazione per cercare di fermare il treno che ti sta portando via, pur sapendo che non potrà farlo; ci sarà chi ti scriverà poesie, chi impazzirà, livido di gelosia, chi sorriderà fino a sera solo per aver incrociato il tuo sguardo al mattino alla fermata dell'autobus.
Poi, forse, ci sarà chi vivrà tutta la vita con te e scoprirai che l'amore è poter essere se stessi senza fingere di spaccare il mondo, senza scrivere libri che dimenticherai in un cassetto, senza affannarti a rincorrere farfalle destinate a posarsi altrove, a cogliere rose che pungono, a ignorare quei battiti e quei sussulti ricambiati che ti condurranno verso la migliore delle tue vite possibili...