Da qualche giorno sei piuttosto irrequieta e il momento della nanna è problematico, così mi sono documentata sui possibili rimedi: gocce di camomilla (già provate con miseri risultati), ferrea routine vedi videocassetta Disney (sempre la stessa altrimenti non funziona) e metodi consigliati da pediatri famosi.
Un pediatra catalano, Eduard Estivill, ha scritto un libro, "Fate la nanna", dove incita le mamme a procedere in questo modo (i commenti in corsivo sono mie riflessioni):
1) Innanzitutto, creare un rito da ripetere ogni sera (e qui non sbaglia)
2) Mettere il bambino nel letto e uscire subito dalla stanza lasciandolo solo (neppure una carezza che lo accompagni nel mondo dei sogni...bah)
3) Il bambino quasi sicuramente piangerà: ebbene, lasciatelo fare, si deve sfogare. Orologio alla mano, contate tre minuti di tempo (non è la partenza dello Shuttle!), poi rientrate e uscite di nuovo dalla stanza.
4) Il bambino vi vede uscire e scoppia di nuovo a piangere: stavolta non consideratelo per 5 minuti, fatelo piangere e poi rientrate, ditegli che va tutto bene anche se ha vomitato tutta la pappa - in tal caso pulite in silenzio continuando a ripetere che va tutto benissimo - (COSA?!?E che sono, un robot domestico??) e rassicuratelo SENZA MAI PRENDERLO IN BRACCIO(eh, capisco...sarebbe un reato troppo grosso aver voglia di stringere a sé il proprio figlio se ha pianto e vomitato come un posseduto).
5) Allungare sempre di più i tempi tra pianto del bambino e arrivo della madre (la tortura altrimenti non è abbastanza efficace...deve sudarsela, il marmocchio, l'attenzione della mamma)
6) Dopo cinque o sei volte, il bambino capisce che piangere non serve a niente e, rassegnato, inizia a dormire.
Alcune mamme decantano questo metodo come l'unico valido: può darsi, sì, ma per me un minuto del tuo pianto è un'infinità, scatta subito la voglia di prenderti in braccio e coccolarti. Se poi tra le lacrime dici "mam-ma" come è successo ieri...ma chi ce la fa più a lasciarti sola.
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Te dormi piuttosto bene anche senza quei metodi, mi pare. Vi amo, Ale
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