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lunedì 28 novembre 2011

Tuo padre

Stavolta tuo padre starà con noi quindici giorni. Q-u-i-n-d-i-c-i.
Devo ancora abituarmi all'idea, dato che l'ultima volta che è potuto stare così tanto tempo insieme alla sua famiglia risale ad agosto.
Presente, premuroso, affettuoso, devoto: questo è tuo padre. Sei la sua dea, sin da quando eri un feto lui mi accarezzava la pancia e ti parlava, mormorandoti frasi buffe come "Presto ti conoscerò, birbantella", "Senti come scalci, sei proprio un terremoto!", "Chissà cosa provi a stare lì dentro, poverina...", "Uhh, ora ti prendo un piedino!", ma anche dolci e romantiche tipo "Presto scoprirò chi è l'altra donna che mi ha fatto innamorare", "Dovrei avere paura, dicono che un figlio è un amore troppo grande, ma io voglio vederti al più presto" e tante, tante altre cosette tenere che già facevano intuire che, un giorno, gli avresti sconvolto la vita. Infatti, c.v.d, da quella mattina di gennaio è un uomo trasfigurato, quando torna a casa esige che tu dorma con noi nel lettone ogni notte e se abbozzi minimamente un broncio insoddisfatto o deluso si arrovella per capire il perché e finché non ti ha strappato un sorriso non si sente in pace con se stesso.
Quando ti aspettavo e fantasticavo sul momento della pappa, spesso gli dicevo "Ai bambini piace mangiare mentre qualcuno li intrattiene facendo aeroplanini col cucchiaio, facce buffe, vocine infantili..." e lui, incrociando le braccia sul petto, ogni volta mi interrompeva esclamando "Non se ne parla nemmeno! Io non mi metterò MAI a fare gli aeroplanini col cucchiaio e a creare stupide scenette! Non farò il pagliaccio per nessuno!". Durante il difficile periodo dello svezzamento, quando i tuoi strilli perforavano i timpani a tutti e ti dibattevi sul seggiolone come se ti avessero messa sopra un letto di rovi, si convinse che, in fondo, un aeroplanino di pappa non ha mai ammazzato nessuno, e così diventò in breve l'intrattenitore più coinvolgente di tutta la casa, e ancora oggi il "mago" degli aeroplanini con il cucchiaio e delle letture dei librini sonori è proprio lui, il tuo caro babbino, che tra l'altro adesso ADORA fare il pagliaccio per farti divertire.
Un po' la storia di nonno Puma che, un giorno, guardando serio il mio pancione, sentenziò:
- Io ho già dato, come nonno, non chiedetemi niente, lasciatemi stare quando nascerà quella bambina.
Ebbene, dopo la tua nascita è letteralmente ammattito, non può stare più di qualche ora senza vederti e "fare il nonno" è la sua soddisfazione maggiore.
Ma torniamo a babbo: io, te e lui insieme è un momento di rara beatitudine da quando il lavoro l'ha portato lontano. Adesso però, chiudiamo gli occhi e assaporiamo queste due settimane, poi ci sarà una piccola pausa di qualche giorno e tu probabilmente ti infurierai e griderai a gran voce "babbo", piangerai, ti farai prendere in braccio e schiaccerai il nasino contro il vetro della finestra per guardare il babbo andar via ancora un'ultima volta, ma...ricordati: babbo Ale sta per tornare da te, mancano poche settimane, e quel giorno il biglietto del treno sarà uno:
SOLA ANDATA.

giovedì 24 novembre 2011

Un po' di te

1) Soprannomi: Pati, Prauina, Bizzirchiola, Patatalleri, Topistro (soprannome, quest'ultimo, inventato da babbo Ale)

2) Segno zodiacale: Capricorno asc Scorpione, con prevalenza di pianeti in Pesci e Sagittario

3) Età: dieci mesi e venti giorni

4) Breve descrizione fisica: alta, viso tondo, guance piene e rosate, capelli castano chiaro spesso legati in due codine, frangetta sbarazzina, occhi scuri e penetranti, sguardo da birichina, sorriso sdentato ma incantevole, gambette tornite.

5) Qualche aggettivo per definirti: bella, testarda, affettuosa, ironica, tenera, gioiosa, golosa, curiosa.

6) Latte materno o artificiale? Artificiale da quando avevi un mese per cause già descritte in un altro post (mio ascesso al seno)

7) Parole che dici: mamma, babbo, nonno, tato, tata, gnò (no), bù (blu), u-bà (uva), brava, dedde (verde), pappa, chicchi (kitty), gatto, cio-cio (di etimologia ignota), accie (grazie) e altre ancora (compresi i versi degli animali).

8) Frasi che dici: "Gnò, mamma", "Babbo e mamma", "Iè?" ("Chi è?"), "Gatto miao"

9) Interessi: spaccare il mio computer, mandare in tilt il lettore dvd, demolire ogni telecomando o telefonino che ti capita a tiro, provare a cantare, ballare, ascoltare la musica, guardare i cartoni animati, osservare le persone mentre svolgono un'attività per poi ripeterla.

10) Ami: la musica, i fiori, gli animali, i tuoi genitori e i tuoi nonni, il fresco primaverile e autunnale, il colore blu, l'uva, i librini, il tuo bambolotto Matteo.

11) Non sopporti: il caldo, la noia, tutto ciò che ti limita nei movimenti (sciarpa, cappello, cinture, giacchetti, etc), stare ferma nel seggiolone, la gente che litiga e alza la voce, le scarpe e i calzini, chi non sorride mai.

12) Sogno nel cassetto: avere pieno controllo su tutti i dispositivi elettronici e poter spaccare tutto in libertà. 

13) Motto: "Chi la dura la vince"

Momenti epici

 1) UNA SCARPA DI TROPPO
- Pati, perché hai una scarpa sì e una no??
Tu, per tutta risposta, ti prendi il piedino e sfili l'altra scarpa.
- Beh, non era esattamente questo che intendevo, avrei voluto che ti mettessi la scarpa mancante, non che ti togliessi quella che avevi ancora al piede!

2) DOLCE CONSOLAZIONE
    - Pati, dai, babbo torna presto...non fare così...
    - Gnò, gnò, gnooò... (lacrime e rabbia)
    - Solo una breve pausa e poi starà con te ben QUINDICI giorni!
    Le mie parole non servono a placare un dramma che sembra non conoscere fine. Di colpo, nonno Puma se ne esce con una proposta:
  - Andiamo a comprare...qualcosa di buono?
  - U-bà! U-bà! - esclami tu, accantonando per un attimo i dispiaceri.
Al ritorno dal mercatino della frutta, sei decisamente un'altra persona. L'uva è il tuo oppio.

martedì 22 novembre 2011

Storia di un treno

Molto spesso, al mattino, io e nonno Puma ti portiamo a vedere i treni alla stazione.
All'arrivo del tuo amico roboante, esclamo:
- Eccolo, Pati, guarda! Salutalo!
 Tu, scoppiettante di gioia, alzi la manina e fai "ciao", lui sfreccia davanti ai tuoi occhi incantati, prosegue il suo cammino fino a diventare un puntino lontano e, ad un tratto, si dilegua tra la vegetazione.
Stupita, mi guardi e sorridi. Anch'io sorrido, pensando a com'è buffa la vita: su quel treno ho trascorso tante ore, mi ha portata all'università per tre lunghi anni; adesso, invece, lo guardo arrivare per far divertire te, la mia bambina di dieci mesi e mezzo.
Quando ero piccola, l'arrivo del treno era un momento magico, lo aspettavo con frenesia, tirando per il braccio tuo nonno e strillando "Quando arriva il treno?? Quando arriva??".
Mi aggrappavo alla rete che separava la ferrovia dalla strada e...non appena lo vedevo, palpitante di eccitazione, muovevo la manina e gridavo "Ciaooooo trenoooo!!!". Lui, sfrecciandomi davanti, mi rispondeva con un bel fischio. Emozionante.
Con grande dispiacere, ho notato che adesso i treni non fischiano più quando un bambino si sbraccia per salutarli, e quindi una cosa vorrei dire ai conducenti: se vedete un bambino che sventola in aria la sua manina per salutarvi, anziché proseguire a dritto ignorandolo, rispondetegli con un fischio come facevate ai miei tempi.
Si tratta di un piccolo gesto, ma ai loro occhi è qualcosa di molto grande.

Zanna Bianca

- Nonniii, stavolta ci siamo!
- Cos'è successo??
- L'ha messo, l'ha messo!
- Ma cosa? Chi?
- Il dentino! La Pati ha messo il suo primo dentino!
- Sssì. Va bene. Amore, è da quando aveva tre mesi che sento dire che questa bambina mette i denti - mi canzona nonna Laura alzando gli occhi al cielo.
- Stavolta è vero! Ammirate!
Tu, imperturbabile, posizioni la lingua sulla gengiva e nascondi la piccola puntina bianca.
- Vi assicuro che c'è, ed è pure affilatissimo.
Nonna Laura sorride e commenta, ironica:
- Tesoro, ormai non ci credo più. Resterà sdentata a vita, rassegnati.
- La MIA Pati sarà bellissima anche senza denti - puntualizza di rimando nonno Puma senza staccarti gli occhi di dosso.
- Sììì, ma figuratevi! Ce la vedete la Pati sdentata che a vent'anni dice "Shiao, shono shensha denshi"???
Il mio sketch comico ti diverte talmente tanto che scoppi in una delle tue celebri risate gutturali e sguaiate, scoprendo la gengiva col dentino incriminato.
Nonna Laura e nonno Puma trasalgono, increduli.
- Ohhhh! Ma...allora è vero! - cinguetta la nonna tutta soddisfatta.
Io le faccio la linguaccia e, gongolante, rispondo:
- Eh, sì. Dopo una lunga attesa, possiamo finalmente dire:
"Benvenuta, Zanna Bianca"!

sabato 19 novembre 2011

Rocky 2

- Il mio amore si sta svegliando...
Babbo ti contempla fiero, baciandoti una manina. Tu ti allunghi come una gatta e rotoli per due volte su te stessa, facendoti ammirare.
- Visto come cresce? Sembra incredibile, ma i suoi calzini di quattro mesi fa adesso li potrebbe mettere al bambolotto! - gli sussurro sorridendo.
- Mamma mia, è sempre più bella...
- E poi, pensa, ha imparato a fare le carezze!
- Davvero?!?
- Sì, apre la manina e te la passa con delicatezza sul viso, sfiorando appena la pelle.
- Meravigliosa! Voglio provare!
Babbo ti si avvicina e implora, con voce volutamente acuta e infantile:
- Piccolaaa, la fai una carezza al tuo babbo???
- Vedrai, ti scioglierai dalla tenerezza... - lo avverto.
Tu ti avvicini al babbo di qualche centimetro, esiti un istante, poi continui ad avvicinarti.
Lui, immobile, ad occhi chiusi, attende estasiato...
STUNF! 
- Auuuuuuuuuuuuuuuuuuuhhhh!!!!!!!!!!
La guancia di babbo vibra per il colpo preso. Gli hai dato una delle tue ormai ben note testate "a sorpresa" e, stavolta, ti sei accanita sullo zigomo.
- Porca miseria amore, che carezza! - commenta infine il povero babbo, reggendosi ancora la guancia dolente.

giovedì 17 novembre 2011

Assente all'appello

Momento del risveglio, ore nove circa.
A passi felpati, arriva nonno Puma, gravido di impazienza, intonando il suo inconfondibile "Eccola, la mia!".
- Dov'è nonno?? - ti chiede a bruciapelo, sorridendo.
Tu, sapendo bene di emozionarlo tantissimo, lo indichi sorniona.

- E mamma? Dov'è mamma? - chiede nonna Laura, che è sopraggiunta nel frattempo salendo le scale nella sua maniera rumorosa e frenetica.
Tu, per tutta risposta, mi indichi sfoggiando un gran sorriso.
Gongolante, sono io adesso a volerti fare una domanda:
- E babbo? Dov'è babbo??
Tu stavolta non sorridi, ti guardi intorno e infine scuoti la testa allargando le braccia in segno di rassegnazione.

Cominci a capire fin troppo bene tante cose. Questo, per certi versi, un po' mi dispiace, perché temo che tu, come me, senta troppo la mancanza di quel caro babbino che ti ama da impazzire e che, ogni volta che deve ripartire, lo fa lasciando scendere qualche lacrima.
Tranquilla piccola mia, presto saremo di nuovo con lui, e non ci sarà più quel treno che ogni lunedì mattina lo inghiotte per portarlo lontano...

mercoledì 16 novembre 2011

I baci solo a me!

- Vedi amore, lei è TUA mamma, ma per me è MIA figlia, come te lo sei per lei. Quindi, io sono SUA mamma...
In un impeto di tenerezza, nonna Laura si avvicina a me e mi dà un bacino. Tu, divertita, batti le manine e ridacchi emettendo un buffo gorgoglìo. Nonna mi dà un altro bacino, e stavolta però noto che la cosa ti diverte meno. Al terzo bacino sei decisamente nervosa, grugnisci e aggrotti le sopracciglia guardando verso il basso.
Onde evitare che tu ti ingelosisca troppo, ti schiocco anch'io un bacino sulla guancia, poi decido di dare dimostrazione dell'affetto che nutro per tua nonna, e mi avvicino dicendo:
- Aspetta, guarda, anch'io do un bacino alla MIA mamma...
Smack!
Inorridita, fissi me, fissi tua nonna, bofonchi un'accozzaglia incomprensibile di suoni e scuoti la testa più volte.
Credo che il messaggio fosse piuttosto chiaro: "I baci di mamma io non li divido con nessun altro!"

Blackout...bagnato

Cambio del pannolino: con aria sospettosa, mi scruti pensando "Mi tocca di nuovo?", io ti leggo nel pensiero e sussurro "Amore, dobbiamo farlo, sei piena di pipì. Ti assicuro che sarò ve-lo-cis-si-ma.".
Grazie alle mie rassicurazioni, ritrovi il tuo classico sorriso disteso e spensierato e fissi il soffitto lasciandomi "lavorare" in tutta tranquillità.
- Amore, guarda la paperellaa...dai che tra pochissimo sei pronta e puoi gustarti i tuoi adorati cartoni animati...e dopo, se non c'è troppo vento, ti porto fuori in giard...
ZAC! BLACKOUT IMPROVVISO.
La luce mi ha abbandonata nel momento più delicato, quello in cui tu sei rimasta nuda come un verme ed io ho in una mano il pannolone pulito e nell'altra quello fradicio di pipì.
- Proprio adesso doveva succedere?? Proprio adesso?? - esclamo imbestialita, mentre tu perdi improvvisamente la pazienza e inizi a grugnire e strillare con rabbia.
Non sapendo più come fare, ti sollevo dal letto per paura che tu cada di nuovo (vedi episodio di qualche giorno fa) e ti prendo in braccio tenendoti ben stretta. La luce non torna, io e te siamo immobili al centro della stanza e nonno Puma è già in allerta, lo sento mugugnare "La piccina adesso sarà spaventatissima!".
Nel silenzio della camera sento un suono strano, sembra acqua che sgorga. Penso subito "Avrò lasciato aperto il rubinetto del lavandino" e torno ad accarezzarti la testolina morbida.
Di colpo, tac! Torna la luce! Soddisfatta, faccio un passo in avanti per riappoggiarti sul letto, ma scivolo su qualcosa di liquido e plano a "pelle di leone" sul letto. L'odore che prima avevo ignorato si diffonde nella stanza. La tua risata sguaiata e malefica mi accende una lampadina in testa: pipì! Durante il blackout, per la paura, hai scaricato completamente la tua vescica sul pavimento!

Essere mamme significa essere versatili, trasformiste, capaci di adattarsi a ogni tipo di situazione, diventare infermiere, cuoche, baby-sitter, insegnanti...Mi mancava ancora di dover vestire i panni dell'idraulico, ma bastava aspettare il primo blackout...

lunedì 14 novembre 2011

Rocky e Scarface

 Hai appena tracannato il tuo latte delle sette e mezzo e adesso, morbidamente accoccolata tra me e babbo, cerchi di riprendere sonno.
Babbo ti porge la guancia in attesa di un bacino, e in un attimo...smack! Parte lo schiocco! Lui diventa di mille colori, paupula come un pavone innamorato, si abbarbica alle tue gambe, infine adagia la testa sul cuscino e sospira profondamente:
- Che bello essere padri! 
Nel giro di pochi secondi, sento un colpo secco e un urlo di dolore:
- Ahhhhhhh,  il nasoooo! Il nasoooo!
Memore delle settimane scorse, non tardo a capire cosa è successo: gli hai dato una delle tue classiche testate "a sorpresa" che possono colpire indifferentemente naso, denti, occhi, zigomi o fronte.
Quella sul naso è particolarmente dolorosa, sembra di aver ricevuto un diretto da Rocky Balboa.
Qualche minuto di tregua, poi un altro grido disperato:
- Aiutooo! La mia boccaaaaa!!!!!!!
Stavolta, come un gattino, ti sei avventata sul viso del povero babbo ricoprendolo di graffi (la verità è che per te i graffi equivalgono ancora alle carezze).
- Su, babbo, cerca di non pensarci, è più che normale che la Pati voglia giocare, al mattino. Chiudi gli occhi e cerca di riaddormentarti...
- Sì, provaci te, a dormire, con questa che ti strappa la faccia...

venerdì 11 novembre 2011

Salto nel buio

Per la serie "le malefatte della Pati non finiscono qua", la mattina scorsa mi hai regalato un risveglio decisamente agitato. Ma andiamo per gradi...
Ore 2.00: notte fonda, ti rigiri nel lettino mugolando "mamma". Mi sveglio, scendo dal letto e vengo ad accarezzarti sulla fronte per tranquillizzarti. Ti riaddormenti, ma io perdo il sonno per una buona mezz'ora.
Ore 3.30: ti svegli piangendo e gridando "mammaaa!!!". Ci siamo, è arrivato il momento in cui vuoi essere trasferita nel lettone per dormire abbracciata a me. Mi alzo e ti prendo in braccio cullandoti, adagiando il tuo corpicino delicato sul materasso.
Ore 5.30: nel silenzio, sento un tonfo sordo e uno strillo agghiacciante: ancora intontita - ero entrata da poco nella fase più appagante e profonda del sonno -, non arrivo subito a capire cosa è successo, ma dopo un paio di secondi realizzo che ciò che più temevo è accaduto: sei caduta dal letto. Spaventatissima, ti sollevo da terra mentre tu piangi come una fontana. Tremo, balbetto "Amore, co-come stai???", ma sembri inconsolabile. Ti analizzo nei dettagli accendendo la luce: sei pallida, ma non presenti ferite né ammaccature superficiali.
Ti porto in bagno e guardo la mia faccia nello specchio: ho il pallore di un mimo di strada e l'espressione di una cernia appena pescata. La paura mi ha resa uno spettro. Invece tu, di fronte allo specchio, esplodi in una fragorosa risata, e da lì capisco che ti è passato tutto. Decisamente più serena, me ne torno a dormire, ma stavolta tento di rispedirti nel tuo lettino; inutile dire che ti opponi con fermezza e riguadagni la tua postazione accanto a me nel lettone, stringendomi forte. Non sapendo più cosa fare, decido di telefonare a tuo padre che ha appena concluso il turno di notte all'ospedale e mi sfogo raccontandogli tutto. Lui sospira, dice "Che peste, la mia Pati, certo c'ha il vizio di buttarsi di sotto dal letto!" (per la cronaca, è successo già altre quattro volte, e la prima volta avevi solo cinque mesi).
- Sì, Ale, mi ha fatto prendere uno spavento che non ti dico.
- Coraggio, dopodomani sono finalmente da voi.
Alla fine, esausta, decido di sfidare la sorte e ti tengo nel letto con me, ma stavolta il mio sonno, si capisce, è molto più leggero...

giovedì 10 novembre 2011

Nascondino a sorpresa

La storia che voglio raccontarti è questa: due giorni fa ne hai combinata un'altra delle tue.
Pomeriggio di pioggia, non possiamo uscire, quindi guardiamo i cartoni animati. Dopo un po' tu, annoiata, ti metti a gironzolare per la casa, entrando e uscendo dalla cucina a più riprese.
Io, seduta sul pavimento, ti seguo con lo sguardo senza mai distrarmi, per avere la situazione sotto controllo. Ad un certo punto tua nonna mi chiama in cucina, e nel frattempo con la coda dell'occhio vedo che ti stai spostando verso il salotto. Ferma sulla porta di cucina, per sincerarmi che tu sia al sicuro e lontana dai pericoli (prese della corrente, spigoli dei mobili, etc) ti osservo in silenzio: sei inspiegabilmente mite, ti mordi una manina e, comodamente distesa a pancia in giù su un cuscino, guardi la televisione commentando con risolini e borbottii nel tuo dialetto incomprensibile (solo tra lattanti vi intendete a meraviglia, noi adulti dobbiamo "interpretare").
Quando esco dalla cucina trovo semiaperta la porta che dà sulle scale per andare al piano di sopra. Con un guizzo al cuore, mi precipito in salotto e, spaventatissima, soffoco a stento un grido:  
DI TE, NESSUNA TRACCIA.
Inizio a chiamarti, ma la voce si spezza, si riduce a un gracchìo flebile e appena udibile. "Patiiiiiiiiiiii??? Dove sei??? Pati! Rispondi! Patiiii!".
Niente, non emetti una sillaba.
Iniziando veramente a temere il peggio corro su per le scale, terrorizzata all'idea che tu possa aver salito i gradini sfuggendo al mio controllo. Quando arrivo in cima e non ti trovo, sento che l'ansia aumenta ulteriormente. Scendo le scale con le gambe che mi tremano, arrivo in cucina e, ansante per la paura, esclamo guardando tua nonna:
- La bimba non c'è, non c'è!
Torno a cercarti in salotto, frugo dappertutto, ma...all'improvviso tiro un sospiro di sollievo: la tua testolina castana fa capolino da dietro la poltrona. Sollevata, vengo ad abbracciarti e tu cominci a sghignazzare fiera della tua bravata e mi fai una carezza sussurrando "mammaaa...".
D'altra parte, sei geneticamente programmata per questo tipo di scherzi: la sottoscritta a due anni si nascose nel sottoscala di casa e la ritrovarono solo dopo un'ora di penose ricerche. Anche in quel caso tanta paura e, in più, qualche sculaccione ben assestato.

mercoledì 9 novembre 2011

Animali, frutta e colori

In quest'ultimo periodo ti sei impegnata molto nel migliorare il tuo repertorio linguistico. Se fino a un mese fa il tuo chiodo fisso era ripetere a oltranza la parola "mamma", adesso il tuo vocabolario è sempre più ricco e stimolante.
Cominciamo dagli animali: ormai alla domanda "Come fa il gatto?" rispondi serafica "Mao", mentre il cane fa "Bubububu", la mucca "Ammuuuu" e la pecora "Eeeeeee".
Passiamo alla frutta: da qualche giorno hai scoperto che ti piace un sacco l'uva (tale madre, tale figlia) e quindi, quando ti chiedo cosa vuoi mangiare per merenda, rispondi "Uu-ba" (eseguendo inconsapevolmente un betacismo , come lo spagnolo che dice "Balensia" per "Valencia"; una linguista in fieri). La banana è diventata "Annana", mentre la pappa viene accolta con un "Brrrrr" accompagnato da smorfie di disgusto e decisi movimenti della testa in segno di diniego (è ormai noto anche all'intonaco del muro che il tuo sogno sarebbe quello di rovesciare tutta la pappa in terra e pasteggiare solo col cibo che mangiamo noi adulti).
Non è infatti un caso che la parola "pappa" non rientri nel tuo vocabolario, ma che invece la pizza sia "Ona" (starà forse per "Buona"???).
Da ieri sera, tuttavia, hai tralasciato per un attimo animali e frutta e ti sei "dedicata" ai colori: dunque, se adesso ti domando "Qual è il tuo colore preferito?", la solerte risposta è "" (esattamente come tua madre, anche tu vai matta per il blu...ehhh, il sangue non è acqua!!!).
Quante nuove parole, quanti progressi. Non ci sono dubbi, stai crescendo. Lo dimostra anche il fatto che da una settimana circa hai una nuova passione: nasconderti. E, a proposito di questo, voglio raccontarti una storia...(continua).

martedì 8 novembre 2011

Impariamo dai bambini

Impariamo dai bambini 

A sporcarci di marmellata 


A osservare con stupore 

Il volo di un aquilone

Impariamo dai bambini


A render grandi le piccole cose


A far di un ramoscello un bosco incantato

E di un tappeto azzurro un cielo stellato... 

sabato 5 novembre 2011

La "pumite"

Il nome lì per lì non ti dirà niente, ma se lo analizzerai a fondo capirai che deriva da "puma", e "Puma" è il soprannome di nonno Geggio.
La pumite è un raptus violento che ti prende soprattutto sul far della sera, quando in realtà dovresti dormire. Ad occhi sbarrati, cerchi disperatamente la sagoma di nonno Puma che a momenti scompare per ritirarsi nella sua "tana" (la camera-studio al piano di sotto).
La tv è sintonizzata su "Cartoonito", ogni sera trasmettono lo stesso cartone animato con protagonisti dei pupazzi che ricordano un po' i Teletubbies, un mantra per favorire il sonno dei più piccoli. Recita più o meno così:
- Fate la nanna, Pontipines...e tutti adesso fanno la nanna...Upsy Daisy, Makka Makka e Tombliboo fanno la nanna...ma...cosa vedo???Attenzione! C'è ancora un bambino che non sta facendo la nanna! Iggle Piggle! - e a quel punto, mentre tu rimani immobile in venerazione al cospetto del pupazzo ribelle, io e nonna commentiamo: "Ecco, il tuo nuovo soprannome sarà Iggle Piggle! Sei come lui, non vuoi mai andare a letto la sera!".
Alla parola "letto" scatta la pumite: in nonno sai che trovi sempre un alleato, sai che ti giustifica ogni malefatta, che ti fa da "palo" in ogni situazione. Affetta da pumite acuta, gattoni verso il nonno e inizi a frignare, a lamentarti, comunicandogli in gergo che hai bisogno di aiuto. Complice e protettivo, il Puma ti prende in braccio e inizia a farti girare per la stanza. Tu sghignazzi tutta soddisfatta, nel frattempo anche Iggle Piggle è andato a letto e il cartone animato si conclude con un quadretto idilliaco molto poco realistico di tutti i pupazzi che ronfano felici.
Iggle Piggle

giovedì 3 novembre 2011

Quelli che rompono...le uova nel paniere

Ci sono giornate in cui ti addormenti dopo pranzo senza bisogno della solita artiglieria pesante; d'improvviso noto che il tuo sguardo, da pungente e divertito, diventa statico, fisso nel vuoto. Ci siamo: è il segnale che ti stai addormentando. Cominci a dondolare a destra e sinistra, la testa che ruota disegnando ampi cerchi come in una sessione di yoga, poi assumi uno sguardo truce tipo Marlon Brando ne "il Padrino", abbassi la testa e gli occhi piano piano si chiudono. A volte ti addormenti così, con la testa piegata in avanti, allora io ti sollevo leggermente e ti sdraio sul passeggino. Ogni tanto mi fermo a guardarti mentre sonnecchi: le labbra dischiuse, a forma di cuore, le ciglia delicate che fanno da velo sugli occhi, le guance rosate e piene, i capelli castano-biondo che incorniciano il volto...I bambini quando dormono sono ancora più belli, hanno un candore e una grazia insuperabili. Così, mentre fai la nanna tutta infagottata nel tuo piumino, qualche volta ti porto ai giardini pubblici oppure in centro. Quando mi ripeto, tutta soddisfatta, "Guarda come ronfa, ce l'ho fatta a farla dormire subito oggi, è bastato pochissimo!" è la volta buona che arriva puntualmente qualcuno che non mi vede da secoli e, notando il passeggino, mi avvicina strillando vari "Che bello vedertiiii caaaraaaaaaa", "Come ci si senteeee ad essere mammaaaaaa????", "Che mamminaa giovaneee, bravaa, bravaaa". Io saluto, ma sottovoce, e puntualizzo subito "Dorme" indicando il passeggino. Il più delle volte l'interlocutore capisce e abbassa i toni, ma certe volte c'è chi si scalda ancora di più e lancia un grido da coyote:
- UHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH! La picciiiiiinaaaaaaaaa! Fammela vedereeeeeeeeeeeeeeeeeeee!...AAAAHHHHHHHHHH com'è bellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Il risultato lo puoi immaginare: io mi sento gelare, tu sobbalzi, spalanchi gli occhi e, spaventatissima, inizi a piangere. Per calmarti spesso ci vuole più di mezz'ora, per riaddormentarti a volte non basta nemmeno un pomeriggio intero.

mercoledì 2 novembre 2011

Fretta di crescere? No, grazie.

Un pomeriggio, facendo zapping col telecomando, mi sono imbattuta in un programma che mostrava alcuni bambini "prodigio" intenti a ripetere nozioni di geografia, storia e letteratura a soli due anni. Mi sono soffermata ad ascoltare e ho provato una sensazione strana, ben lontana dalla curiosità e dal compiacimento.
Il programma mostrava una bambina che a due anni sapeva già leggere come un adulto grazie a uno speciale training che potenzia le capacità. In parole povere, si può arrivare a trasformare dei bambini sotto i quattro anni in piccoli Einstein in grado di parlare, scrivere e leggere meglio dei loro genitori.
Interessante? Geniale? Innovativo?
Per quanto mi riguarda, i bambini dovrebbero avere il diritto di crescere secondo i loro ritmi naturali.
Perché privarli prematuramente della spensieratezza che in futuro tante volte rimpiangeranno?
C'è tempo per diventare grandi e provare il morso dello stress e delle preoccupazioni.
L'idea che esista un programma che plasma genietti obbligati a non deludere mai più i genitori mi fa rabbrividire, l'infanzia è un periodo di gioia e i bambini sono scanzonati per natura, sporchi di pappa o di marmellata, sorridenti sull'altalena...Un bambino privato della sua beata incoscienza è un bambino triste, oppresso, spesso bloccato nelle esternazioni affettive per un eccesso di rigidità morale.
Non nego che sia bello insegnare qualcosa di nuovo ai nostri figli, ma sarebbe giusto non pretendere di bruciare troppo le tappe.
A ogni cosa il suo tempo, e i nostri bambini ci ringrazieranno.