Etichette

venerdì 30 dicembre 2011

Il postino suonaVA sempre due volte...

A volte arriva quando ci siamo appena seduti a tavola, a volte quando, infreddoliti e nudi come vermi, stiamo aprendo il rubinetto dell'acqua per buttarci sotto la doccia.
A volte, invece, il postino ti fa visita non appena hai finito di addormentare il pargolo.
Generalmente il postino suona sempre due volte, oggi invece (sarà perché siamo sotto le feste e gli effetti del vinello natalizio si fanno sentire anche a scoppio ritardato, sarà perché aveva paura di trovare un sordo con tanto di apparecchio acustico e allora, nel dubbio, ha optato per il richiamo selvaggio) si è cimentato in un unico squillo lunghissimo e assordante, come se gli fosse rimasto il dito incastrato nel pulsante del campanello. Io, schizzando giù dalla sedia della mia scrivania, mi sono quasi slogata una caviglia per scendere le scale e andare ad aprirgli, non ho fatto in tempo a mettermi uno straccio di cappotto e quando sono tornata in casa, con i ghiaccioli che mi pendevano dalla maglia...ti ho ritrovata bella dritta sul passeggino, con due occhi sgranati da gattino impaurito.
Mordendomi una mano per non strillare, ti ho portata di nuovo fuori per farti riaddormentare, ma stavolta nella fretta ho dimenticato le chiavi; così, dopo averti riportata tra le braccia di Morfeo, ho tristemente realizzato che...ero rimasta chiusa fuori!
L'impulso di spaccare la porta a ginocchiate stava per travolgermi, ma poi, tornando in me, ho tentato un'altra strada: bussare delicatamente per richiamare l'attenzione di tua nonna (nonno Puma dormiva beato da un'ora).
Toc toc...toc toc...
Niente. Devo provare in modo più deciso.
TOC TOC...TOC TOC...
A quel punto è arrivata tua nonna, ma il rumore dei miei "toc toc" ti aveva di nuovo svegliata e quindi...ripartire per la terza voltaaa!
Adesso finalmente dormi da un buon quarto d'ora, dopo tre maratone di New York su e giù col passeggino.
Grazie tante, amico postino.

martedì 27 dicembre 2011

Playback

Viaggio in macchina, nonna Gu al volante. Io e babbo Ale, mollemente stravaccati sul sedile posteriore, ci scambiamo di tanto in tanto qualche bacino furtivo da timidi innamorati ai primi appuntamenti.
Tu ci guardi in silenzio e sorridi, compiaciuta.
Di colpo nonno Puma rompe il silenzio:
- Allora Alessandro, quanti mesi ti hanno detto di stare lassù? - domanda ironico, ridacchiando.
Babbo Ale non capisce subito l'ironia della frase:

- Mesi?!? Per carità, ormai si parla di giorni, finalmente, altro che mesi!
Gongolando al solo pensiero del suo imminente ritorno ad Itaca, Babbo Ale-Ulisse abbraccia forte la sua Penelope. La pargola, sorniona - Ulisse non aveva figlie femmine, ma devo necessariamente concedermi una licenza narrativa - segue lo spettacolo e batte le manine.
Il Puma fa una risatina e precisa:
- Sì, certo, lo so, stavo solo facendo un playback...
- Un che?? - intervengo io scoppiando a ridere.
Nonno Puma intendeva dire che stava facendo un "flashback", un tuffo nel passato, ritornando col pensiero al momento in cui, un anno fa, chiese a babbo Ale quanti mesi doveva stare lontano da casa per lavoro.
Bisogna dirlo: Luca Giurato, a tuo nonno, gli fa un baffo.

giovedì 22 dicembre 2011

La "testimonial" dell'uva

- Hai visto che bel bimbo, Pati? E' il testimonial dei tuoi pannoloni, ossia è stato scelto per rappresentare quel prodotto.
Tu, intenta a dare il biberon al tuo Matteo (bambolotto biondo di cui ormai ti senti madre a tutti gli effetti), alzi per un attimo la testolina castana coronata da due codine dritte e simmetriche e scruti con diffidenza il baby-attore. "Ma che diavolo ride che si è riempito di cacca fino agli occhi", sembri pensare mentre lui sghignazza e si fa pulire dalla mamma senza fiatare. "Questo scemo ride quando lo spogliano e lo fanno restare nudo e immobile e...trova persino la forza di emettere gridolini di approvazione mentre lo rigirano come una trottola per appioppargli quel mutandone di plastica stretto e scomodo! Ma io mi domando...che cervello può avere uno che gode ad essere torturato in quel modo??".
- Ti piacerebbe fare la testimonial dei pannoloni come quel bimbo, Pati?
- Gnò! - rispondi inorridita sgranando i tuoi occhi tondi.
- E allora...di cosa vorresti essere la testimonial, gioia mia?
- Uva! - annunci, senza la minima esitazione.

martedì 20 dicembre 2011

Una trombetta per la Pati

 - Gnò! Gnò! Gnò!!! Mamma! Babbo! Gnogno Geggio!!! Gnogna!!
Tremolante e cerea in volto, ti allontani dal televisore e corri ad abbracciarmi. Sospettosa, osservo lo schermo; ecco spiegato il tutto: Makka Pakka de "La foresta dei sogni" ha fatto la sua comparsa.
- Da un mesetto circa la Pati sussulta quando vede quella brutta copia di E.T. - sospiro, guardando tuo padre che sorseggia il caffè.  
- Me ne sono accorto. Quando Makka Pakka suona la trombetta, poi, scoppia persino a piangere e corre a cercare conforto aggrappandosi alle mie gambe.
-Come possiamo fare?? - domando, afferrando il telecomando e spegnendo di botto il televisore.
- Dobbiamo mitridatizzare questa sua paura comprandole una trombetta uguale a quella di Uakka Makka - consiglia il Puma protettivo, affrontando con inusuale disinvoltura la pronuncia di una parola "scioglilingua" come "mitridatizzare", ma inciampando nel bizzarro soprannome del personaggio del cartone animato (non si può pretendere troppo).
Un tuo regalo di Natale, quindi, sarà probabilmente una trombetta come quella di Makka Pakka (seh, e chi la trova??) , ma un tuo "zio" (gli "zii" sono tutti gli amici più cari della tua mamma) ha avuto prima di noi l'idea di avvicinarti al mondo degli strumenti a fiato, infatti vorrebbe regalarti presto un sassofono per bambini.
A questo punto mi chiedo: a quando la batteria con l'autografo di Ringo Starr e la chitarra elettrica firmata da Brian May??


giovedì 15 dicembre 2011

Ah, la mamma

-...E quindi mi confermi che LUI era esattamente così?
- Proprio così. Due gocce d'acqua. Del resto, è suo padre, sangue del suo sangue.
- Ahà!! Finalmente è tutto chiaro. Grazie, a presto.
- Ciao.
Con un ghigno malefico riabbasso la cornetta. Mi sento improvvisamente Sherlock Holmes di fronte alla soluzione di un caso. La chiacchierata con la tua nonna paterna ha dato i suoi frutti. Ecco chi è, il "colpevole genetico" - già fortemente indiziato -: tuo padre!
Ma per spiegare il fenomeno dell'attaccamento morboso alla propria madre voglio portarti un esempio linguistico: gli inglesi usano un buffo idioma per designare la categoria dei bambini "mammoni":
"he-she's tied to mother's apron strings ("lacci del grembiule della mamma")", ovvero il nostro "è sempre attaccato alle gonnelle della mamma".
Niente di più vero. Io non indosso la gonna, né il grembiule, ma riesci ugualmente ad incollarti ai miei leggings e ad abbracciare forte i miei stivali con aria supplichevole, quasi a dirmi "Non andare, non lasciarmi sola, non fare come babbo che mi abbandona continuamente!".
Povero babbo, se avesse le ali volerebbe ogni giorno fin qua per farti compagnia, ma tu sei ancora troppo piccola per capirlo e quindi credi che parta perché VUOLE, non perché DEVE.
Il tuo fortissimo attaccamento nei miei confronti mi costringe a portarti sempre con me, a non voltare mai l'angolo senza averti prima presa in braccio. Bellissimo, sì, ma anche molto faticoso. 
Forse è una fase della tua vita legata alla paura dell'abbandono, sulle riviste psicologi infantili e puericultrici dicono che basta un oggetto detto "di transizione" per calmare un bambino, ma neppure il più bel pupazzo o il più morbido orsacchiotto riescono a placare la tua "fame" di mamma, e io devo esserci. Sempre.

mercoledì 14 dicembre 2011

Sonno, questo sconosciuto

La percentuale dei "cattivi dormitori", quelli che si svegliano frequentemente, è del 30% nei primi tre mesi di vita. In pratica è più frequente avere un figlio insonne che trovare una sorpresina particolare nell'ovetto Kinder ("Una sorpresa su cinque/ sarà uno di noi").
Tu sei stata una "cattiva dormitrice" soprattutto dai cinque mesi in poi, con picchi altissimi al sesto mese.
Ho sempre pensato che fosse colpa dei denti in arrivo, ma fino ai dieci mesi e mezzo non ho visto nemmeno l'ombra delle tue "zannette".
Il ricorso all'artiglieria pesante alias "giro in macchina" è una conseguenza della disperazione dei genitori che, delusi dall'inefficacia di certi metodi standard molto più rilassanti (canzoncine, massaggini sulla pancia e sulla schiena, fiabe sussurrate all'orecchio del lattante, etc) sono costretti a rivestirsi velocemente, caricare in spalla il lattante ribelle, rovistare nel giacchetto alla ricerca delle chiavi della macchina, spalancare la porta e sfidare pioggia, vento, grandine, gelo...
Avere un figlio che dorme poco, male o, nel migliore dei casi, ha "solo" quindici risvegli per notte (ebbene sì, esistono anche questi casi) non è poi così strano. I genitori che lamentano mancanza cronica di sonno, giramenti di testa, amnesie temporanee, delirio, allucinazioni...sono un numero ragguardevole.
Tu, adesso, dormi serenamente, ma esigi la mia presenza costante e se mi assento per un attimo mentre sonnecchi nel tuo lettino...sono urla da sbriciolare i vetri!
Già, da un po' di tempo sei diventata parecchio mammona, ma di questo parlerò nel prossimo post...

sabato 10 dicembre 2011

Tutto quello che una futura mamma deve sapere

Un giorno, forse, sarai mamma anche tu e io, fiera, farò sedere sulle ginocchia i tuoi splendidi pargoletti che mi terranno in ostaggio per pomeriggi interi estorcendomi confessioni del tipo "Io e vostro nonno ci siamo conosciuti d'estate, durante una festa in paese", "I vostri bisnonni erano letteralmente impazziti d'amore per vostra madre", "Vostra madre era una peste da piccola, l'avreste mai pensato??".
Ricorda, però, che il mestiere di madre non è facile, presenta i suoi problemi. Per questo voglio lasciare, a te e ai lettori di questo blog, un piccolo manuale di "manutenzione" della prole:
1) I primi giorni ti sentirai spaesata, avrai paura persino a prendere in braccio il nuovo nato. Ti sentirai stupida, ma non potrai fare a meno di pensare: "Se lo stringo a me, si romperà?".
2) Dal concepimento del piccolo la tua dimensione di "singolo essere umano" è finita, sei stata per nove mesi un marsupiale (o una matrioska, la sostanza non cambia) e lo sarai per altri X anni, finché non deciderà di non essere più preso in braccio.
3) Sottovaluterai la sua capacità di comprendere un discorso, ma te ne pentirai non appena vedrai che in realtà ha capito tutto e ha assunto l'aria di chi prende appunti e fa le sue considerazioni. Inutile pensare "Ha tre mesi, cosa vuoi che capisca". Capisce, capisce. Fidati.
4) Se ti atteggi a madre severa e risoluta quando la tua vera natura è quella di una mammoletta che cede alla prima occhiata supplichevole...è finita. Il piccolo avverte che stai fingendo e perdi credibilità. Quando ti imponi, devi essere convinta di ciò che fai. Grida esagerate o minacce di punizioni mai applicate non servono a niente, se non a crearti una pessima reputazione ai suoi occhi.
5) Il legame affettivo è importante: alimentalo giorno per giorno passando molto tempo col pargolo, facendogli molte coccole, parlandogli molto, ma soprattutto ascoltandolo. Se la madre ripeterà i suoi "gné-gné", lui parlerà presto. Forse, alla base di questo fenomeno, c'è un senso maggiore di sicurezza, ovvero il piccolo si sente importante, sa che la mamma apprezza e condivide i suoi primi tentativi di linguaggio e questo lo porta a tentarci più spesso.
6) Dormici assieme, almeno qualche volta: la tua presenza lo rassicura.
7) Anche se ti costa fatica, non ne hai voglia o, peggio ancora, detesti i divertimenti per piccoli, torna per un attimo bambina e gioca con il tuo "cucciolo". La complicità sarà massima, come pure la sua gioia.
8) Lo ami? Lo vuoi rendere felice? Non forzarlo. E' ancora piccolo per portare sulle spalle il peso della cultura.
9) Digli che per te è il centro del mondo. Dillo guardandolo negli occhi: i bambini intuiscono immediatamente la forza di un sentimento.

mercoledì 7 dicembre 2011

Cartoonite 2

- Guarda come le piace guardare i cartoni animati, è proprio incantata! - gongola babbo Ale giocando con le tue codine castane attraversate da morbidi riflessi biondi.
- Eh sì. Questo "Cartoonito" è diventato il leitmotiv di ogni serata, e devo dire che alcuni cartoni sono proprio carini...Ora, per esempio, va in onda "My Little Pony", la versione moderna di "Mio Mini Pony", il cartone animato che guardavo ogni giorno da piccola! Negli anni '80 è stato un vero e proprio must per le bambine!
Nonno Puma sorride, compiaciuto; la sua nipotina si sta divertendo. Chiunque conosca abbastanza bene il Puma, sa che ogni tanto precipita in una preoccupante dislessia, dalla quale - fortunatamente - si riprende subito.
- Vai, amore, guarda "My Little Tony"...

Perché stupirci??
Dopo un episodio come questo, datato probabilmente 2008...

- Ecco, tieni il check-up, spalmalo sulle patatine!
- Ketchup, babbo! Non "check-up"!
- Ho detto veramente così??? Hahahahaha!

...potevamo forse aspettarci qualcosa di diverso?

domenica 4 dicembre 2011

Cartoonite

Quando due diventano genitori entrano a far parte di un mondo nuovo, fatto di foreste incantate, conigli che mangiano la marmellata, orsacchiotti che ballano, canzoncine allucinogene...
La "cartoonite" è un disturbo congenito che colpisce madri e/o padri di bambini che guardano i programmi di "Cartoonito", canale presente sul digitale terrestre. Basterà passare un'ora al giorno per due mesi di fronte a "Baby Looney Tunes" e "Il trenino Thomas" e questi, assieme al camioncino Chuck, si ripresenteranno nella notte durante la fase REM, accompagnati dalle loro sigle martellanti. Li vedrai correre, cantare, rincorrersi...il tutto fino a farti perdere completamente il sonno.
Attenzione: tutto ciò, come se non bastasse, si verifica anche durante la giornata. Ti stai arrovellando il cervello per ricordare le cifre di un numero di telefono?? Ti torna in mente la sigla del trenino Thomas.
Devi portare a termine un compito oneroso? Ecco che ti si parano davanti i Baby Looney Tunes. Sei stanco/a e avresti bisogno solo di liberare la mente e rilassarti?? Hello Kitty è lì che ti aspetta, ben nascosta in un angolino del tuo cervello e pronta a farti "tana" non appena ti addormenti.
A proposito di lievi degenerazioni cerebrali causate da canzoni per bambini, mi ricordo che un giorno, mentre camminavo verso la mia facoltà, vidi uscire dall'ospedale alcuni dottori ancora in camice, diretti probabilmente verso il bar per la pausa caffè.
Uno di loro, brizzolato e sovrappensiero, lo sguardo perso nel vuoto, mentre i colleghi discutevano di una colecistectomia, intonò improvvisamente "Il coccodrilloooo comeee faaa, pa pa pa pa paa...".
All'epoca non ero ancora diventata mamma, perciò la cosa mi sorprese e pensai subito "Quel tizio non deve avere le rotelle tutte a posto".
Invece, adesso anch'io ho provato sulla mia pelle cosa significa uscirsene da una cena tra amici con la sensazione di avere Bugs Bunny sulla spalla che mordicchia una carota e ti dice "Mi sono proprio divertito stasera".
Povero dottore brizzolato, non eri matto, eri "solo" un papà.