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mercoledì 16 dicembre 2015

A tre voli di fata dalla felicità

'Eccomi a casa'.
Questa è la prima frase che mi è rimbalzata in testa appena ho poggiato per la prima volta le mie labbra sulle sue.
C'ero davvero, davanti al cancello di casa, ma la vera dimora adesso era diventata il suo abbraccio.
Fermi nella sua macchina, ci siamo cercati, assaporati, scelti. Oserei dire 'selezionati'. La natura chiamava, quegli occhi e quella bocca mi aspettavano da sempre, e finalmente li avevo lì, a pochi centimetri dal mio viso.
Era la sera del 24 dicembre, e di colpo mentre guidava mi disse: 'Il più bel regalo di Natale per me sei tu'. Queste parole non le dimenticherò mai, le sottolineò persino un soffio di vento, quel vento che stava spazzando via il passato per trascinarmi di fronte al destino.
Feci un rapido viaggio nel futuro: sei mesi dopo, festa di paese. Lui mi guardava, mi frugava nell'anima e io ero lì, a tre voli di fata dalla felicità. Non lo guardavo negli occhi, ma con il cuore non lo perdevo mai di vista. Stranamente ero arrabbiata con lui, non lo volevo accanto, lo evitavo.
Era forse successo qualcosa di spiacevole in quei mesi? Perché non eravamo più insieme?
Sono così, gli innamorati: spesso non si guardano direttamente negli occhi, ma sanno sempre dirti in ogni momento il punto esatto in cui si trova la loro dolce metà.
Pura magia.
- Prendi qualcosa da bere?
- No grazie...beh, se proprio insisti...
- Insisto.
- D'accordo.
Fine del viaggio nel tempo.
Eccoci di nuovo lì in macchina, stavolta a tre capriole di elfo dalla felicità.
Chissà cosa avrà detto Babbo Natale vedendoci bocca a bocca, immersi in quel bacio senza fine!
- Hey Rudolph, qua non c'è bisogno di portare regali, ci sta già pensando il destino. Guardali! Tra qualche anno, proprio quasi per Natale, gli arriverà il regalo più bello al mondo: una bambina. La chiameranno con un nome dolcissimo, ma per loro sarà sempre 'la Pati'. Sai che tra qualche giorno si lasceranno? E lei soffrirà, soffrirà moltissimo, anche perché non sarà per colpa di un'altra, sarà solo per la terribile paura di amare di lui che purtroppo lo terrà lontano da lei per un po', finché non capirà, si darà più volte del vigliacco, la cercherà di nuovo, perché la forza del destino lo spingerà lì, non puoi farci niente contro il destino...
Sette anni dopo arriverà il loro regalo. E si ameranno quei tre, oh se si ameranno. Avranno il profumo di una bella famiglia innamorata. Andiamo Rudolph, lasciamoli in pace. Non c'è nessun regalo che possa competere con ciò che il destino ha in serbo per loro.

mercoledì 2 dicembre 2015

A me gli occhi

Ieri sera, al calduccio sotto le coperte, parlavamo degli OCCHI. Degli sguardi che ti prendono e ti portano via. Ognuno ha il suo veleno, c'è chi potrebbe morire per un paio di laghetti azzurri e chi invece sogna di correre a perdifiato tra le foglie di due prati verde smeraldo.  Tu sostieni che i più belli siano quelli castano chiaro, con luminosi riflessi dorati che ti fanno abbassare lo sguardo come quando c'è troppo sole e devi chiudere le tende, io ti ho confessato che quelli che mi rubarono il cuore 11 anni fa sono marroni e liquidi come il cioccolato fondente, un mare scuro e gorgogliante dove mi sono smarrita e ancora c'è chi mi cerca, mi cerca, ma non mi trova. Quelli di babbo, che non per niente è diventato tuo padre. In certi occhi affoghi, altri ti accecano, altri ancora li puoi guardare per ore e non succede niente, riesci a parlare con la persona che li indossa senza mai esitare. E poi c'è il taglio. Non bastavano i colori, ci voleva anche il taglio a mandorla, quello sognante all'ingiù, quello tondo con la palpebra che sembra un tetto perfetto sotto al quale ripararsi per scambiarsi il primo bacio. Tu affermi che sono belli gli sguardi imploranti e impauriti, io ribatto che mi hanno sempre fatta innamorare gli occhi trasognati e incantati.
Poi c'è la dimensione. Tu gli occhi li vuoi grandi, anzi grandissimi, devono fagocitarti mentre li guardi, io cerco l'intensità. Se manca quella manca la magia, ma forse sei ancora troppo piccola per apprezzarla, bisogna aver già viaggiato in tanti occhi diversi per poter capire. Capirai anche tu, un giorno.
Difficile però: da uno con gli occhi grandi ti aspetti sempre qualcosa di più.
Anch'io da ragazzina veneravo gli occhi grandi, poi ho capito che se il cuore non è altrettanto grande è meglio lasciar perdere. Prima di santificare un cerbiatto, fatti un viaggetto nella sua anima, potresti inciampare in amare sorprese. 
Ah, meglio che ti confessi anche questo: negli occhi di tuo padre si sta bene. Se chiedono di me rispondi che lì mamma è al sicuro.