Lasciarti incustodita per una frazione di secondo può rivelarsi un errore madornale.
Qualche giorno fa, per esempio, la nonna è tornata dal supermercato reggendo la borsa della spesa.
Tu, guardando il sacchetto con libidine, hai tentato di afferrarlo, ma la nonna ha fatto un passo indietro esclamando: "No, Pati, questo lascialo stare, ci sono alcune cose che possono rompersi!". Vedendo il caso tinto, ho preso il sacchetto della spesa e, entrata in cucina, l'ho appoggiato sul pavimento.
INCAUTA!
Beh, mica potevo prevedere, ma tu...tu sai sorprendere in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento qualsivoglia essere umano, è la tua dote naturale.
Mentre noi adulti, ignari, chiaccheravamo amabilmente in salotto, hai attraversato in punta di piedi la stanza e ti sei trasferita in cucina; qui, lontana da occhi indiscreti, hai messo a punto il tuo progetto malavitoso.
- Dov'è finita la Pati? - mi sono chiesta, avvertendo una calma insolita nell'aria. Conoscendo la tua passione per il gioco del nascondino, tuttavia, non mi sono preoccupata più di tanto: starà per fare capolino da qualche divano, ho pensato.
Quando però, alzandomi, mi sono accorta che in salotto di te non c'era più traccia, mi è tornato in mente l'episodio di qualche mese fa, quando tentasti di salire le scale e ti riagguantai per un pelo.
L'istinto materno, comunque, è qualcosa di incredibilmente potente: come spinta da una mano invisibile, mi sono diretta in cucina, certa di trovarti lì, e infatti...
Eccoti. Seduta in terra, sghignazzante, le mani e la bocca colanti di una poltiglia rossa e appiccicosa. Pomodoro!!!
Realizzo l'accaduto: con le tue agili manine, hai aperto la confezione e ti sei avventata sui pomodori, spappolandoli e smangiucchiandoli.
Chiamo a vedere la scena i nonni e tuo padre.
- Praticamente ha già fatto la pomarola per domani! - commenta il babbo sorridendo.
Tutto finisce in una bella risata collettiva.
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sabato 14 gennaio 2012
domenica 8 gennaio 2012
Da dieci giorni...
Da dieci giorni sei di nuovo il caffè del mattino, le lenzuola sfatte, la tv accesa, l'odore della pioggia che mi accoglie non appena apro la porta per uscire, la luce che filtra titubante dalla finestra, il gatto insonnolito e pigro che mi guarda distrattamente dalla strada, lo scontrino della spesa accartocciato nella tasca, la fetta di pandoro sul tavolo di cucina, la calamita a forma di sole attaccata al frigorifero, il rumore dei passettini di nostra figlia, il silenzio della sera quando ci avvolge nel suo dolce torpore...
Da dieci giorni sei di nuovo tra di noi. Potrei essere banale, dire "E' stata dura", "Abbiamo passato un anno lontani...che eroi", ma è anche vero che la felicità si assapora meglio dopo un po' di lacrime e sacrificio, perciò bando alle lamentele e viva i lieto fine, anche se in ritardo, anche se anti-Mulino Bianco. Nel passato mi sei mancato, ti siamo mancate, certo, ma adesso siamo insieme ed è questo ciò che conta.
Bentornato, marito mio.
Da dieci giorni sei di nuovo tra di noi. Potrei essere banale, dire "E' stata dura", "Abbiamo passato un anno lontani...che eroi", ma è anche vero che la felicità si assapora meglio dopo un po' di lacrime e sacrificio, perciò bando alle lamentele e viva i lieto fine, anche se in ritardo, anche se anti-Mulino Bianco. Nel passato mi sei mancato, ti siamo mancate, certo, ma adesso siamo insieme ed è questo ciò che conta.
Bentornato, marito mio.
Un altro giro sul cavallino
Sabato pomeriggio: la noia la fa da padrona.
Tutto il giorno a trotterellare verso la cucina (sperando di poter aprire, non vista, qualche cassetto "proibito"), a prendere e buttare in terra con rabbia i cubetti delle costruzioni, a tentare di ingurgitare le cose meno commestibili (terriccio dei vasi, polvere, reperti di pizza rinvenuti nel cestino della spazzatura), a scovare pericoli mortali in un innocente salotto che di tutto ha l'aria meno che di un vano letale, e a finire di continuo col sedere per terra per aver voluto correre anziché camminare. Incrocio per un attimo il tuo sguardo e capisco tutto: ti stai snervando fino a un punto di non ritorno.
Una telefonata ad un'altra mamma per sentire se il suo piccolo pargolo vuole venire a giocare con te sembra la soluzione a tutti i problemi:
- Pronto, ciao! Come va? Tutto ben...Ah. Capisco. Mannaggia...Allora rimettetevi! A presto!
Abbasso la cornetta con una smorfia di dolore. Mamma e pargolo hanno l'influenza. Dobbiamo passare al piano B.
- Vieni amore, ti metto il cappotto così andiamo a vedere i gattini (tipica scusa con la quale ti convinco a farti caricare sul passeggino per portarti fuori quando ti devo addormentare)- Miao! - rispondi tu, tutta galvanizzata.
Strizzo l'occhio a Babbo Ale, come Eva Kant al suo Diabolik dopo aver narcotizzato una vittima.
- Andiamo...
Lui intuisce subito, si veste rapidamente e ci raggiunge.
Per sfinimento, abbiamo deciso di portarti a fare una passeggiata in centro, sperando che tu non ci guardi più come ci avrebbe guardato Nietzsche mentre pensava "La vita è come un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia...".
I nostri occhi si fermano su un cavallino a gettoni piazzato di fronte a un negozio.
- Amore, guarda! Un bellissimo cavallino! Vuoi fare un giro??
I tuoi strilli di gioia confermano che la risposta è affermativa. Ti prendo e ti monto sul cavallino, inserendo cinquanta centesimi per farlo partire. Mentre sobbalzi sulla giostrina impazzita, io e Babbo Ale ti guardiamo con tenerezza, immensamente felici della tua felicità.
Il giro, purtroppo, dura un minuto scarso: bum! Il cavallino si inchioda.
Implorando un altro giro con la tua tattica persuasiva vincente (occhi sgranati da gattino abbandonato e labbrino tremolante), io e babbo rovistiamo nelle tasche alla ricerca di un' altra monetina da cinquanta centesimi, ma...ahimé, tiriamo fuori un euro, due euro, venti centesimi, dieci centesimi...Tutto tranne quello che ci servirebbe. La tua delusione è disarmante: scoppi a piangere, urli, finché babbo Ale se ne esce con un'idea geniale: tenerti lo stesso sul cavallino fermo e muoverti su e giù come se funzionasse ancora. Il tutto, ovviamente, nell'attesa di trovare un'anima caritatevole che ci possa cambiare le monete.
Mentre babbo parte alla ricerca di un "aiutante magico" in possesso dei cinquanta centesimi incriminati, io tengo in piedi la farsa della giostra:
- Seeembra fermaa ma in realtà si muove eccomee - ridacchio, mentre tu non sembri molto convinta e mi guardi inarcando un sopracciglio come per dirmi "Non sono idiota".
- Guarda amoreee, come va veloce il cavallinooo - proseguo, dando spettacolo a un paio di passanti che mi squadrano con disgusto, quasi a volermi dire "Brutta spilorcia insensibile, perché non fai partire la giostra per quella povera creatura?? Sono solo cinquanta centesimi! Cosa aspetti, madre degenere??".
Finalmente arriva babbo agitando trionfante i cinquanta centesimi:
- Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!
In men che non si dica, il cavallino torna a correre e a nitrire. Tu, riconoscente, ci lanci uno sguardo appagato e adorante che racchiude in sé tutte le risposte possibili alla domanda "Perché vale la pena farsi stravolgere la vita da un figlio?". venerdì 6 gennaio 2012
Natale col pinguino
Essere genitori significa fare ingresso in un mondo che c'è sempre stato, ma che tu, prima di avere un figlio, nemmeno sapevi che esistesse: il mondo di Pingu, della Melevisione, di Makka Pakka e la sua trombetta, del Postino Pat e del suo gatto Jess, del tenero Dixieland, di Rosie e i suoi amici, di Bear nella grande casa blu che ogni sera dedica una canzone alla sua amica luna...e l'elenco potrebbe continuare ancora a lungo.
Per le feste di Natale, Rai Yoyo ha regalato ai suoi spettatori un corto d'autore veramente commovente: "Natale col Pinguino". Musiche bellissime, una storia che è un vero e proprio inno all'amicizia, un po' di apprensione e di angoscia per il piccolo pinguino sfortunato e, infine, un sospiro di sollievo: l'happy ending, seppur insperato, arriva puntuale e riempie i cuori di speranza.
Una trovata davvero riuscita. Guardate il video e dopo, scommetto, anche i meno romantici si scioglieranno (per me non è stato difficile...).
Per le feste di Natale, Rai Yoyo ha regalato ai suoi spettatori un corto d'autore veramente commovente: "Natale col Pinguino". Musiche bellissime, una storia che è un vero e proprio inno all'amicizia, un po' di apprensione e di angoscia per il piccolo pinguino sfortunato e, infine, un sospiro di sollievo: l'happy ending, seppur insperato, arriva puntuale e riempie i cuori di speranza.
Una trovata davvero riuscita. Guardate il video e dopo, scommetto, anche i meno romantici si scioglieranno (per me non è stato difficile...).
Un Capodanno speciale
Dieci e mezzo di sera. Io tento di raccontarti una storia per tenerti calma, babbo cerca invano di accarezzarti una guancia, ma tu ancora non ne vuoi sapere di chiudere gli occhi e ti diverti a gattonare sul letto, rischiando varie volte di cadere in terra.
Undici di sera. Sembri stanca, ma a quanto pare non lo sei ancora abbastanza, perché commenti la favola di Cappuccetto Rosso che ti raccontiamo io e babbo con la verve di un cronista sportivo:
Voce narrante materna: "Ed ecco che Cappuccetto arriva nel bosco e trova il lupo...Il lupo le fa"
Voce narrante paterna (lievemente ingrossata): 'Ciaooo bella bambinaaa'
Voce fuori campo (tua): "Ao! Ao!"
Voce narrante paterna: "Cosa fai di belloo?"
Voce narrante materna (decisamente camuffata, come se avessi appena inalato dell'elio): "Vado dalla mia nonnaaa"
Voce fuori campo (tua): "Gnogna!"
Undici e mezzo di sera. Il temuto momento delle "testate a sorpresa" è arrivato. La prima vittima è tuo padre, che si avvicina fiducioso per darti un bacino e viene immediatamente colpito in pieno volto, sul naso.
Ululando di dolore, volta la schiena, mentre io, consapevole di essere la prossima vittima, prendo precauzioni premendomi un cuscino sul viso.
La testata arriva comunque, dritta sulla fronte, e riesce a farmi male nonostante lo "scudo" in piuma d'oca.
Il 2012 è alle porte, e io e tuo padre ne stiamo prendendo di santa ragione. Si prospetta proprio un bell'inizio dell'anno!
Undici e cinquantacinque. Dopo un'ora e mezzo di lotta, ti sei finalmente arresa. Riversa a pancia in giù sul letto, ti lasci massaggiare il pancino da me mentre babbo ti accarezza la testolina morbida.
Undici e cinquantasei..."Certo che come inizio dell'anno non è affatto male: qua sul letto accanto alla nostra creatura che tra pochi giorni festeggia il suo primo compleanno..."
Undici e cinquantasei..."L'anno scorso avevo una pancia enorme e cominciavo a non vedere l'ora di conoscere la mia bambina, e adesso eccoci qua. Meraviglioso."
Undici e cinquantasette..."Chissà dove saranno i miei amici, a quest'ora. Staranno per stappare lo spumante, a mezzanotte le coppiette si daranno il fatidico bacio sotto il vischio...Già, il vischio. Dov'è che l'ho visto? Attaccato alla porta? Mh, adesso vado a vedere. Tanto lei dorme."
Undici e cinquantotto..."Ecco il vischio. Lo metto qua accanto, tra due minuti ci servirà. La Pati è nel mondo dei sogni, adesso la metto nel suo lettin...No, dai, aspetto almeno mezzanotte".
Undici e cinquantanove..."Un minuto al 2012. Oh, s'è addormentato anche Ale. Ah no, ecco che si risveglia."
MEZZANOTTE.
Prendo il vischio, lo metto sopra le nostre teste e bacio babbo Ale. Fuori scoppiano i petardi, esplodono le risate, c'è molto rumore.
Nel mio cuore, nel silenzio della stanza, esplode una gioia incredibile: io, Ale e la nostra piccola. Insieme.
Io e babbo ci guardiamo, ti adagiamo sul tuo lettino, ti guardiamo mentre dormi e, sospirando, ci stringiamo forte.
Il Capodanno più bello della nostra vita.
Undici di sera. Sembri stanca, ma a quanto pare non lo sei ancora abbastanza, perché commenti la favola di Cappuccetto Rosso che ti raccontiamo io e babbo con la verve di un cronista sportivo:
Voce narrante materna: "Ed ecco che Cappuccetto arriva nel bosco e trova il lupo...Il lupo le fa"
Voce narrante paterna (lievemente ingrossata): 'Ciaooo bella bambinaaa'
Voce fuori campo (tua): "Ao! Ao!"
Voce narrante paterna: "Cosa fai di belloo?"
Voce narrante materna (decisamente camuffata, come se avessi appena inalato dell'elio): "Vado dalla mia nonnaaa"
Voce fuori campo (tua): "Gnogna!"
Undici e mezzo di sera. Il temuto momento delle "testate a sorpresa" è arrivato. La prima vittima è tuo padre, che si avvicina fiducioso per darti un bacino e viene immediatamente colpito in pieno volto, sul naso.
Ululando di dolore, volta la schiena, mentre io, consapevole di essere la prossima vittima, prendo precauzioni premendomi un cuscino sul viso.
La testata arriva comunque, dritta sulla fronte, e riesce a farmi male nonostante lo "scudo" in piuma d'oca.
Il 2012 è alle porte, e io e tuo padre ne stiamo prendendo di santa ragione. Si prospetta proprio un bell'inizio dell'anno!
Undici e cinquantacinque. Dopo un'ora e mezzo di lotta, ti sei finalmente arresa. Riversa a pancia in giù sul letto, ti lasci massaggiare il pancino da me mentre babbo ti accarezza la testolina morbida.
Undici e cinquantasei..."Certo che come inizio dell'anno non è affatto male: qua sul letto accanto alla nostra creatura che tra pochi giorni festeggia il suo primo compleanno..."
Undici e cinquantasei..."L'anno scorso avevo una pancia enorme e cominciavo a non vedere l'ora di conoscere la mia bambina, e adesso eccoci qua. Meraviglioso."
Undici e cinquantasette..."Chissà dove saranno i miei amici, a quest'ora. Staranno per stappare lo spumante, a mezzanotte le coppiette si daranno il fatidico bacio sotto il vischio...Già, il vischio. Dov'è che l'ho visto? Attaccato alla porta? Mh, adesso vado a vedere. Tanto lei dorme."
Undici e cinquantotto..."Ecco il vischio. Lo metto qua accanto, tra due minuti ci servirà. La Pati è nel mondo dei sogni, adesso la metto nel suo lettin...No, dai, aspetto almeno mezzanotte".
Undici e cinquantanove..."Un minuto al 2012. Oh, s'è addormentato anche Ale. Ah no, ecco che si risveglia."
MEZZANOTTE.
Prendo il vischio, lo metto sopra le nostre teste e bacio babbo Ale. Fuori scoppiano i petardi, esplodono le risate, c'è molto rumore.
Nel mio cuore, nel silenzio della stanza, esplode una gioia incredibile: io, Ale e la nostra piccola. Insieme.
Io e babbo ci guardiamo, ti adagiamo sul tuo lettino, ti guardiamo mentre dormi e, sospirando, ci stringiamo forte.
Il Capodanno più bello della nostra vita.
venerdì 30 dicembre 2011
Il postino suonaVA sempre due volte...
A volte arriva quando ci siamo appena seduti a tavola, a volte quando, infreddoliti e nudi come vermi, stiamo aprendo il rubinetto dell'acqua per buttarci sotto la doccia.
A volte, invece, il postino ti fa visita non appena hai finito di addormentare il pargolo.
Generalmente il postino suona sempre due volte, oggi invece (sarà perché siamo sotto le feste e gli effetti del vinello natalizio si fanno sentire anche a scoppio ritardato, sarà perché aveva paura di trovare un sordo con tanto di apparecchio acustico e allora, nel dubbio, ha optato per il richiamo selvaggio) si è cimentato in un unico squillo lunghissimo e assordante, come se gli fosse rimasto il dito incastrato nel pulsante del campanello. Io, schizzando giù dalla sedia della mia scrivania, mi sono quasi slogata una caviglia per scendere le scale e andare ad aprirgli, non ho fatto in tempo a mettermi uno straccio di cappotto e quando sono tornata in casa, con i ghiaccioli che mi pendevano dalla maglia...ti ho ritrovata bella dritta sul passeggino, con due occhi sgranati da gattino impaurito.
Mordendomi una mano per non strillare, ti ho portata di nuovo fuori per farti riaddormentare, ma stavolta nella fretta ho dimenticato le chiavi; così, dopo averti riportata tra le braccia di Morfeo, ho tristemente realizzato che...ero rimasta chiusa fuori!
L'impulso di spaccare la porta a ginocchiate stava per travolgermi, ma poi, tornando in me, ho tentato un'altra strada: bussare delicatamente per richiamare l'attenzione di tua nonna (nonno Puma dormiva beato da un'ora).
TOC TOC...TOC TOC...
A quel punto è arrivata tua nonna, ma il rumore dei miei "toc toc" ti aveva di nuovo svegliata e quindi...ripartire per la terza voltaaa!
Adesso finalmente dormi da un buon quarto d'ora, dopo tre maratone di New York su e giù col passeggino.
Grazie tante, amico postino.
A volte, invece, il postino ti fa visita non appena hai finito di addormentare il pargolo.
Generalmente il postino suona sempre due volte, oggi invece (sarà perché siamo sotto le feste e gli effetti del vinello natalizio si fanno sentire anche a scoppio ritardato, sarà perché aveva paura di trovare un sordo con tanto di apparecchio acustico e allora, nel dubbio, ha optato per il richiamo selvaggio) si è cimentato in un unico squillo lunghissimo e assordante, come se gli fosse rimasto il dito incastrato nel pulsante del campanello. Io, schizzando giù dalla sedia della mia scrivania, mi sono quasi slogata una caviglia per scendere le scale e andare ad aprirgli, non ho fatto in tempo a mettermi uno straccio di cappotto e quando sono tornata in casa, con i ghiaccioli che mi pendevano dalla maglia...ti ho ritrovata bella dritta sul passeggino, con due occhi sgranati da gattino impaurito.
Mordendomi una mano per non strillare, ti ho portata di nuovo fuori per farti riaddormentare, ma stavolta nella fretta ho dimenticato le chiavi; così, dopo averti riportata tra le braccia di Morfeo, ho tristemente realizzato che...ero rimasta chiusa fuori!
L'impulso di spaccare la porta a ginocchiate stava per travolgermi, ma poi, tornando in me, ho tentato un'altra strada: bussare delicatamente per richiamare l'attenzione di tua nonna (nonno Puma dormiva beato da un'ora).
Toc toc...toc toc...
Niente. Devo provare in modo più deciso. TOC TOC...TOC TOC...
A quel punto è arrivata tua nonna, ma il rumore dei miei "toc toc" ti aveva di nuovo svegliata e quindi...ripartire per la terza voltaaa!
Adesso finalmente dormi da un buon quarto d'ora, dopo tre maratone di New York su e giù col passeggino.
Grazie tante, amico postino.
martedì 27 dicembre 2011
Playback
Viaggio in macchina, nonna Gu al volante. Io e babbo Ale, mollemente stravaccati sul sedile posteriore, ci scambiamo di tanto in tanto qualche bacino furtivo da timidi innamorati ai primi appuntamenti.
Tu ci guardi in silenzio e sorridi, compiaciuta.
Di colpo nonno Puma rompe il silenzio:
- Allora Alessandro, quanti mesi ti hanno detto di stare lassù? - domanda ironico, ridacchiando.
Babbo Ale non capisce subito l'ironia della frase:
- Mesi?!? Per carità, ormai si parla di giorni, finalmente, altro che mesi!
Gongolando al solo pensiero del suo imminente ritorno ad Itaca, Babbo Ale-Ulisse abbraccia forte la sua Penelope. La pargola, sorniona - Ulisse non aveva figlie femmine, ma devo necessariamente concedermi una licenza narrativa - segue lo spettacolo e batte le manine.
Il Puma fa una risatina e precisa:
- Sì, certo, lo so, stavo solo facendo un playback...
- Un che?? - intervengo io scoppiando a ridere.
Nonno Puma intendeva dire che stava facendo un "flashback", un tuffo nel passato, ritornando col pensiero al momento in cui, un anno fa, chiese a babbo Ale quanti mesi doveva stare lontano da casa per lavoro.
Bisogna dirlo: Luca Giurato, a tuo nonno, gli fa un baffo.
Tu ci guardi in silenzio e sorridi, compiaciuta.
Di colpo nonno Puma rompe il silenzio:
- Allora Alessandro, quanti mesi ti hanno detto di stare lassù? - domanda ironico, ridacchiando.
Babbo Ale non capisce subito l'ironia della frase:
- Mesi?!? Per carità, ormai si parla di giorni, finalmente, altro che mesi!
Gongolando al solo pensiero del suo imminente ritorno ad Itaca, Babbo Ale-Ulisse abbraccia forte la sua Penelope. La pargola, sorniona - Ulisse non aveva figlie femmine, ma devo necessariamente concedermi una licenza narrativa - segue lo spettacolo e batte le manine.
Il Puma fa una risatina e precisa:
- Sì, certo, lo so, stavo solo facendo un playback...
- Un che?? - intervengo io scoppiando a ridere.
Nonno Puma intendeva dire che stava facendo un "flashback", un tuffo nel passato, ritornando col pensiero al momento in cui, un anno fa, chiese a babbo Ale quanti mesi doveva stare lontano da casa per lavoro.
Bisogna dirlo: Luca Giurato, a tuo nonno, gli fa un baffo.
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