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domenica 8 gennaio 2012

Un altro giro sul cavallino

Sabato pomeriggio: la noia la fa da padrona
Tutto il giorno a trotterellare verso la cucina (sperando di poter aprire, non vista, qualche cassetto "proibito"), a prendere e buttare in terra con rabbia i cubetti delle costruzioni, a tentare di ingurgitare le cose meno commestibili (terriccio dei vasi, polvere, reperti di pizza rinvenuti nel cestino della spazzatura), a scovare pericoli mortali in un innocente salotto che di tutto ha l'aria meno che di un vano letale, e a finire di continuo col sedere per terra per aver voluto correre anziché camminare. Incrocio per un attimo il tuo sguardo e capisco tutto: ti stai snervando fino a un punto di non ritorno.
Una telefonata ad un'altra mamma per sentire se il suo piccolo pargolo vuole venire a giocare con te sembra la soluzione a tutti i problemi:
- Pronto, ciao! Come va? Tutto ben...Ah. Capisco. Mannaggia...Allora rimettetevi! A presto!
Abbasso la cornetta con una smorfia di dolore. Mamma e pargolo hanno l'influenza. Dobbiamo passare al piano B.
- Vieni amore, ti metto il cappotto così andiamo a vedere i gattini (tipica scusa con la quale ti convinco a farti caricare sul passeggino per portarti fuori quando ti devo addormentare)
- Miao! - rispondi tu, tutta galvanizzata. 
Strizzo l'occhio a Babbo Ale, come Eva Kant al suo Diabolik dopo aver narcotizzato una vittima. 
- Andiamo...
Lui intuisce subito, si veste rapidamente e ci raggiunge.
Per sfinimento, abbiamo deciso di portarti a fare una passeggiata in centro, sperando che tu non ci guardi più come ci avrebbe guardato Nietzsche mentre pensava "La vita è come un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia...". 
I nostri occhi si fermano su un cavallino a gettoni piazzato di fronte a un negozio.
- Amore, guarda! Un bellissimo cavallino! Vuoi fare un giro??
I tuoi strilli di gioia confermano che la risposta è affermativa. Ti prendo e ti monto sul cavallino, inserendo cinquanta centesimi per farlo partire. Mentre sobbalzi sulla giostrina impazzita, io e Babbo Ale ti guardiamo con tenerezza, immensamente felici della tua felicità. 
Il giro, purtroppo, dura un minuto scarso: bum! Il cavallino si inchioda
Implorando un altro giro con la tua tattica persuasiva vincente (occhi sgranati da gattino abbandonato e labbrino tremolante), io e babbo rovistiamo nelle tasche alla ricerca di un' altra monetina da cinquanta centesimi, ma...ahimé, tiriamo fuori un euro, due euro, venti centesimi, dieci centesimi...Tutto tranne quello che ci servirebbe. La tua delusione è disarmante: scoppi a piangere, urli, finché babbo Ale se ne esce con un'idea geniale: tenerti lo stesso sul cavallino fermo e muoverti su e giù come se funzionasse ancora. Il tutto, ovviamente, nell'attesa di trovare un'anima caritatevole che ci possa cambiare le monete. 
Mentre babbo parte alla ricerca di un "aiutante magico" in possesso dei cinquanta centesimi incriminati, io tengo in piedi la farsa della giostra:
- Seeembra fermaa ma in realtà si muove eccomee - ridacchio, mentre tu non sembri molto convinta e mi guardi inarcando un sopracciglio come per dirmi "Non sono idiota".
- Guarda amoreee, come va veloce il cavallinooo - proseguo, dando spettacolo a un paio di passanti che mi squadrano con disgusto, quasi a volermi dire "Brutta spilorcia insensibile, perché non fai partire la giostra per quella povera creatura?? Sono solo cinquanta centesimi! Cosa aspetti, madre degenere??". 
Finalmente arriva babbo agitando trionfante i cinquanta centesimi:
- Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!
In men che non si dica, il cavallino torna a correre e a nitrire. Tu, riconoscente, ci lanci uno sguardo appagato e adorante che racchiude in sé tutte le risposte possibili alla domanda "Perché vale la pena farsi stravolgere la vita da un figlio?".

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