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lunedì 22 ottobre 2018

Bulle e pupi

- Ci risiamo, mamma. Lei mi dà ancora noia.
Lei chi?
Senza neppure alzare gli occhi dal quaderno di italiano, pronunci il cognome esotico della compagna in questione.
Sospiro e non chiedo ulteriori delucidazioni.
La bambina che tu hai appena nominato forse non ha ancora capito che tu sembri indifesa, ma hai una forza d'animo che nessuno immagina. Troppa, troppa forza, forse te ne vergogni e non osi mostrarla, la lasci nascosta dentro di te, ma se qualcuno si sofferma per un istante a viaggiare nelle tue iridi scure e profonde e poi atterra lentamente sull'ala di gabbiano severa delle sopracciglia, in un attimo capisce chi sei.
E poi...non diciamo a nessuno che hai ascendente e Venere in Scorpione, o cominceranno a fuggire tutti terrorizzati!

Comunque, quello che è successo l'anno scorso ha il retrogusto amaro di un piccolo, goffo tentativo di bullismo che, per fortuna, ha conosciuto l'happy ending.

La bambina in questione l'anno scorso in primavera arrivò a chiedere al tuo ex amico del cuore di picchiarti, e tu lo hai saputo proprio da lui che non ne voleva sapere di metterti le mani addosso, ti voleva troppo bene e poi lui queste cose non le avrebbe fatte.
Tu soffristi in silenzio a lungo, non volevi più andare a scuola, piangevi. Pare che ogni tanto l'aspirante 'bulla' ripetesse al tuo amico 'Devi ascoltarmi, tu devi picchiarla, capito? Ascoltami, picchiala, picchiala forte! - e... chissà cosa gli prometteva in cambio; forse caramelle, forse semplicemente la fama del più figo della classe che, alla vostra età, vale molto di più di tutte le caramelle del mondo messe insieme.
Una 'bulla' sfortunata, ahimè, perché tu non solo hai scoperto tutto ma l'hai anche PERDONATA. Non ti ha detto nessuno di farlo, ma tu spontaneamente hai deciso di dimenticare. Sì, certo, perché serbare rancore?
Dopotutto hai fatto bene, siete bambini.
- Quest'anno non chiede più di farmi picchiare, ma ridacchia con quelli che hanno fatto lo scherzo al mio amico del cuore. Li vedo, stanno lì e lei spettegola, parlotta nell'orecchio con uno di loro e quando arrivo mi fa grandi sorrisi...
(Lo scherzo è un pettegolezzo sull'amico del cuore che hanno messo in giro alcuni compagni e che ti ha fatta indignare).
- E tu, cosa vuoi fare?
- Niente.
L'anno scorso se ne uscì persino 'profondamente ferita dalla notizia che tutti sapevano che lei aveva detto a un bimbo di picchiare una compagna'. Non dormiva più, era pallida, piangeva, non voleva andare a scuola.
Figuriamoci come ti sentivi tu, che eri dall'altra parte (quella davvero buia e ostile) della paura e dell'inganno.
E quando un giorno tornasti a scuola con un graffio sulla guancia, io provai a chiedere perché, ma tu non parlasti.
Dopotutto è normale, siete bambini.
L'hai perdonata subito, dopo nemmeno un mese dall'accaduto, e immagino che non sia stato facile per te andare a letto col pensiero che una tua compagna di classe voleva farti prendere a pugni e a calci senza un motivo, solo per divertimento, per capire se il tuo ipotetico aguzzino poteva aspirare alla corona di 'miglior tirapugni della scuola', con conseguente ammirazione delle femmine di classe.
Per fortuna che esistono le brave persone e lui non si è prestato a questo stupido giochetto.

Sembra incredibile che ai compleanni più recenti ti sia offerta proprio tu per darle un passaggio, ma il perdono è il perdono, va praticato in grande stile.
- La accompagnamo noi alla festa, mamma?
- Ma chi, proprio lei??
- Sì, dai.
- Boh. Va bene.

Stamattina, mentre arrancavi col fiatone in salita, hai guardato verso il tuo amico del cuore e stavi per salutarlo con un cenno ma...la mano è rimasta a mezz'aria e poi è ricaduta sul grembiule: accanto a lui c'era proprio lei; il suo fiocco bianco faceva un contrasto molto forte con la pelle grigio-olivastra, i suoi piccoli occhi beffardi ti squadravano e sembravano prendersi gioco della tua espressione da cucciolo ferito.
Ma...dove ho rivisto quello sguardo??

In un improvviso flash-back ritorno proprio al compleanno del tuo amico del cuore, lo scorso inverno. La 'bulla' stava guardando il monitor della webcam che proiettava le immagini dei bambini della festa, allegri e chiassosi sui gonfiabili nella stanza accanto.
Sgranocchiando patatine e popcorn, dette di gomito alla sua migliore amica e sussurró:
- Guardala, lassù sul gonfiabile, QUELL'ODIOSA.

Ero lì accanto e il sangue mi si gelò nelle vene.
Perché questa frase? Per chi?
Quanta rabbia inutile, pensai. L'odio non  dovrebbe esistere tra gli adulti, figuriamoci tra i bambini.

Suona la campanella, si apre il portone della scuola.
- Ciao, come stai? - sibila la compagna allontanandosi dal gruppo dei maschi e sistemandosi il fiocco bianco.
- Bene, sono stanca - rispondi tu con un filo di voce, regalandole un doppio senso su cui riflettere.
Stanca di cosa?

Nessuno dovrebbe mai giocare a perdere le persone, perché alcune di loro sono forti; la loro forza sta nella dolcezza, nella delicatezza, nell'energia e...perché no, anche nel perdono.

TI PERDONO. Questione di accenti.

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