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martedì 13 settembre 2011

La quiete prima della tempesta

Solitamente sei capricciosa e scalmanata, ma possono capitare anche giornate di questo tipo:
Ore 7.00: ti svegli deliziosamente calma, sembri quasi "finta", una bambolina docile, sorridente, un putto preraffaellita che si guarda intorno con aria matura, consapevole. Mi alzo e ti preparo il latte, mentre ancora ti rigiri sussurrando pacati "mam-ma...mam-ma". Ti sollevo dal lettino e ti abbraccio sussurrandoti: "Buongiorno amore, ecco la colazione". Ti attacchi al biberon e mentre sorseggi il tuo latte richiudi piano piano le palpebre. Quando hai finito di succhiare ti appoggio sulla spalla per il ruttino e poi ti adagio delicatamente sul lettino. Tu continui a dormire beata, non ti accorgi di niente. 
Ore 9.30: tesoro mio, quanto hai dormito! Ti cambio il pannolone mentre tu fissi il soffitto con aria pensosa.
Ore 11.00: ti pappi il pranzo in silenzio, composta, non macchi neppure il bavaglio. Dopo nemmeno un'ora, ti riaddormenti.
Ore 15.30: mangi lo yogurt in silenzio, ti lasci vestire senza protestare, ti fai persino pettinare senza un lamento, tanto che penso "Ora le misuro la febbre, questa non è mia figlia".
Ore 16.00: andiamo a fare una passeggiata in piazza, la gente ci incontra, ti scruta con aria incantata, poi guarda me ed esclama: "Che bambina buona! Non è affatto come me l'avevi descritta! Guarda com'è tranquilla nel suo passeggino! Ce ne fossero, di bambine brave così!"
In effetti riescono a convincere pure me, in quel momento: allora è vero, ho messo al mondo un angioletto e non me n'ero accorta!
Ore 19.00: divori la cena continuando a sorridere ed esprimi la tua contentezza emettendo piccoli cinguettii.
Ore 22.30: giunto il momento di coricarti, mi regali un sorriso che mi stende. La notte si preannuncia magnifica, sei un timido cherubino, gli occhi semichiusi, la boccuccia che succhia teneramente il ciuccio. Così, abbracciata a una mia maglietta, sembri davvero il ritratto della quiete.
Sì. La quiete prima della tempesta.
Quando la giornata si svolge così, mai fidarsi: la notte si preannucia da incubo...


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