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lunedì 28 novembre 2011

Tuo padre

Stavolta tuo padre starà con noi quindici giorni. Q-u-i-n-d-i-c-i.
Devo ancora abituarmi all'idea, dato che l'ultima volta che è potuto stare così tanto tempo insieme alla sua famiglia risale ad agosto.
Presente, premuroso, affettuoso, devoto: questo è tuo padre. Sei la sua dea, sin da quando eri un feto lui mi accarezzava la pancia e ti parlava, mormorandoti frasi buffe come "Presto ti conoscerò, birbantella", "Senti come scalci, sei proprio un terremoto!", "Chissà cosa provi a stare lì dentro, poverina...", "Uhh, ora ti prendo un piedino!", ma anche dolci e romantiche tipo "Presto scoprirò chi è l'altra donna che mi ha fatto innamorare", "Dovrei avere paura, dicono che un figlio è un amore troppo grande, ma io voglio vederti al più presto" e tante, tante altre cosette tenere che già facevano intuire che, un giorno, gli avresti sconvolto la vita. Infatti, c.v.d, da quella mattina di gennaio è un uomo trasfigurato, quando torna a casa esige che tu dorma con noi nel lettone ogni notte e se abbozzi minimamente un broncio insoddisfatto o deluso si arrovella per capire il perché e finché non ti ha strappato un sorriso non si sente in pace con se stesso.
Quando ti aspettavo e fantasticavo sul momento della pappa, spesso gli dicevo "Ai bambini piace mangiare mentre qualcuno li intrattiene facendo aeroplanini col cucchiaio, facce buffe, vocine infantili..." e lui, incrociando le braccia sul petto, ogni volta mi interrompeva esclamando "Non se ne parla nemmeno! Io non mi metterò MAI a fare gli aeroplanini col cucchiaio e a creare stupide scenette! Non farò il pagliaccio per nessuno!". Durante il difficile periodo dello svezzamento, quando i tuoi strilli perforavano i timpani a tutti e ti dibattevi sul seggiolone come se ti avessero messa sopra un letto di rovi, si convinse che, in fondo, un aeroplanino di pappa non ha mai ammazzato nessuno, e così diventò in breve l'intrattenitore più coinvolgente di tutta la casa, e ancora oggi il "mago" degli aeroplanini con il cucchiaio e delle letture dei librini sonori è proprio lui, il tuo caro babbino, che tra l'altro adesso ADORA fare il pagliaccio per farti divertire.
Un po' la storia di nonno Puma che, un giorno, guardando serio il mio pancione, sentenziò:
- Io ho già dato, come nonno, non chiedetemi niente, lasciatemi stare quando nascerà quella bambina.
Ebbene, dopo la tua nascita è letteralmente ammattito, non può stare più di qualche ora senza vederti e "fare il nonno" è la sua soddisfazione maggiore.
Ma torniamo a babbo: io, te e lui insieme è un momento di rara beatitudine da quando il lavoro l'ha portato lontano. Adesso però, chiudiamo gli occhi e assaporiamo queste due settimane, poi ci sarà una piccola pausa di qualche giorno e tu probabilmente ti infurierai e griderai a gran voce "babbo", piangerai, ti farai prendere in braccio e schiaccerai il nasino contro il vetro della finestra per guardare il babbo andar via ancora un'ultima volta, ma...ricordati: babbo Ale sta per tornare da te, mancano poche settimane, e quel giorno il biglietto del treno sarà uno:
SOLA ANDATA.

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