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martedì 22 novembre 2011

Storia di un treno

Molto spesso, al mattino, io e nonno Puma ti portiamo a vedere i treni alla stazione.
All'arrivo del tuo amico roboante, esclamo:
- Eccolo, Pati, guarda! Salutalo!
 Tu, scoppiettante di gioia, alzi la manina e fai "ciao", lui sfreccia davanti ai tuoi occhi incantati, prosegue il suo cammino fino a diventare un puntino lontano e, ad un tratto, si dilegua tra la vegetazione.
Stupita, mi guardi e sorridi. Anch'io sorrido, pensando a com'è buffa la vita: su quel treno ho trascorso tante ore, mi ha portata all'università per tre lunghi anni; adesso, invece, lo guardo arrivare per far divertire te, la mia bambina di dieci mesi e mezzo.
Quando ero piccola, l'arrivo del treno era un momento magico, lo aspettavo con frenesia, tirando per il braccio tuo nonno e strillando "Quando arriva il treno?? Quando arriva??".
Mi aggrappavo alla rete che separava la ferrovia dalla strada e...non appena lo vedevo, palpitante di eccitazione, muovevo la manina e gridavo "Ciaooooo trenoooo!!!". Lui, sfrecciandomi davanti, mi rispondeva con un bel fischio. Emozionante.
Con grande dispiacere, ho notato che adesso i treni non fischiano più quando un bambino si sbraccia per salutarli, e quindi una cosa vorrei dire ai conducenti: se vedete un bambino che sventola in aria la sua manina per salutarvi, anziché proseguire a dritto ignorandolo, rispondetegli con un fischio come facevate ai miei tempi.
Si tratta di un piccolo gesto, ma ai loro occhi è qualcosa di molto grande.

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